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    PIANTEDOSI NON LASCIA MA RADDOPPIA: RIVENDICA LA “LINEA SALVINI” – NELL'INFORMATIVA IN PARLAMENTO, IL MINISTRO DELL'INTERNO HA RILANCIATO LA STRETTA SULLE NAVI ONG (“NON POSSONO SCEGLIERE I PORTI E I PAESI NEI QUALI ATTRACCARE”), HA DENUNCIATO LA TENUTA DEL SISTEMA D’ACCOGLIENZA ITALIANO (“LE PREFETTURE SEGNALANO UNA SATURAZIONE DEI POSTI E CRITICITÀ”) E HA ACCUSATO LA OCEAN VIKING DI “ESSERSI DIRETTA AUTONOMAMENTE VERSO LE COSTE FRANCESI” – DALL'UE ARRIVA UNA MANO TESA: “SIAMO PRONTI A DARE SOSTEGNO E AIUTARE”


     
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    Grazia Longo per “La Stampa”

     

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    Da un lato, le parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che, ieri mattina con l'informativa al Parlamento, tratteggia la linea del governo per la gestione dei migranti, ribadisce che «la selezione di chi entra in Italia non la faranno i trafficanti di esseri umani» e rilancia la stretta sulle navi Ong che «non possono scegliere in autonomia i porti e i Paesi nei quali attraccare». Dall'altro, le critiche dei partiti d'opposizione che bocciano la criminalizzazione di chi salva vite e stigmatizzano l'incidente diplomatico con la Francia per il caso Ocean Viking.

     

    Nel mezzo c'è l'apertura dell'Europa sulla necessità di una condivisione dell'emergenza. La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, in previsione del G7 dell'Interno, in programma oggi a Wiesbaden in Germania sugli arrivi dei migranti in Italia dichiara: «Siamo pronti a dare sostegno e ad aiutare in questa situazione. E avrò anche l'opportunità di incontrare il nuovo ministro italiano e questa è forse una cosa di cui discuterò».

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    Inoltre la prima ministra francese, Elisabeth Borne insiste sulla «necessità di progredire più rapidamente sulla finalizzazione del patto europeo per l'asilo e l'immigrazione» e chiede un «consiglio straordinario dei ministri dell'Interno» a livello europeo. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è per calmare le acque: «Non è un problema che l'Italia ha con la Francia, noi poniamo un problema politico, di legalità. Non si può prescindere da una solidarietà europea. E mi sembra che questo grido partito dai Paesi frontalieri del sud cominci ad essere accolto, c'è disponibilità».

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    In vista di un'intesa in Europa è dunque innanzitutto necessario recuperare lo strappo con Parigi. E il titolare del Viminale precisa che «l'Ocean Viking si è diretta autonomamente verso le coste francesi, una decisione questa non solo mai auspicata dall'Italia ma che di fatto ha creato attriti su piano internazionale, anche questi assolutamente non voluti dal governo con il rischio di avere ripercussioni sulle politiche migratorie a livello europeo».

     

    Affermazioni smentite però ieri pomeriggio dalla stessa Ocean Viking che precisa di aver «ogni giorno informato le competenti autorità marittime, tra cui l'Italia e Malta, della situazione dei sopravvissuti, che si aggravava drammaticamente di ora in ora. Dopo 17 giorni di attesa e di fronte alla situazione critica creatasi a bordo, il mancato adempimento dell'obbligo legale di coordinamento e di cooperazione da parte di tutte le autorità contattate non ci ha lasciato altra scelta che chiedere alla Francia un porto sicuro».

     

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    Piantedosi denuncia la crescita degli sbarchi: «Gli arrivi quest' anno sono stati oltre 90 mila, il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che incide pesantemente sul sistema di accoglienza già provato dagli arrivi di profughi in fuga dalla guerra dall'Ucraina, circa 172 mila».

     

    Per il ministro bisogna «creare percorsi di ingresso legali per i Paesi terzi che garantiscano concretamente la loro collaborazione nella prevenzione delle partenze e nell'attuazione dei rimpatri». Un'iniziativa che «mira a rivedere i meccanismi del testo unico dell'immigrazione» inserendo «uno strumento premiale per i Paesi più impegnati nella lotta all'immigrazione illegale con l'obiettivo di contrastare il traffico dei migranti e rafforzare i canali di ingresso legale».

     

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    Ma il suo intervento attira contestazioni dai banchi d'opposizione. Secondo il senatore Pd Antonio Nicita, il ministro parla a sproposito di dignità del soccorso perché a Catania «abbiamo introdotto un principio di selettività nella fragilità, che oltre ad essere incostituzionale introduce altra vulnerabilità indotta». Il dem Matteo Orfini attacca: «Le Ong non sono pirati. Se c'è un pirata oggi è nei banchi del governo, non sulle navi delle Ong».

    Per il deputato di +Europa Riccardo Magi «l'assistenza sulle navi Ong che salvano i naufraghi è temporanea, come ribadito dall'organizzazione marittima internazionale e non stabile come sostenuto da Piantedosi».

     

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    Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini elogia, invece, l'operato di Piantedosi e ribadisce: «Salviamo vite come abbiamo sempre fatto però facendo rispettare le regole». Ma i vescovi italiani nel messaggio Cei per la 45ma Giornata nazionale per la vita si interrogano: «Siamo sicuri che la chiusura verso i migranti e i rifugiati e l'indifferenza per le cause che li muovono siano la strategia più efficace e dignitosa per gestire quella che non è più solo un'emergenza?» .

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