Valeria Pacelli per ''il Fatto Quotidiano''
Cosentino e Verdini con cartello CALDORO PRESIDENTE
Un mese prima della pubblicazione del falso dossier, "incontrai in Parlamento Verdini, che aveva con sé dei fogli, mi parlò di uno scandalo di carattere sessuale simile a quello che aveva coinvolto Marrazzo". Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania, ieri ha testimoniato a Roma al processo per la P3, la presunta organizzazione segreta che avrebbe puntato a influenzare alcuni organi dello Stato. La deposizione di Caldoro, parte offesa in un filone del processo, è ancora attuale anche se riguarda fatti di ormai 5 anni fa.
COSENTINO CALDORO jpeg
In primis perché racconta come Denis Verdini, protagonista della partita della riforma del Senato con il governo Renzi, sapesse del dossier. Ma l' ex governatore spiega anche come sono cambiati nel 2015 gli equilibri politici nell' ultima campagna elettorale perla Regione Campania, con Vincenzo De Luca vincitore.
A quella carica era candidato anche Caldoro nel 2010. Allora ebbe la meglio, nonostante un dossier su un falso scandalo sessuale. L' ex governatore ritiene che ancora manchi il vero "mandante di quel dossier che avrebbe potuto costarmi la candidatura".
CALDORO COSENTINO
Intanto però a processo sono imputati in cinque con reati contestati a vario titolo di diffamazione e tentata violenza privata. Tra questi, Nicola Cosentino (all' epoca dei fatti coordinatore del Pdl in Campania), l' ex assessore regionale Ernesto Sica e l' imprenditore Flavio Carboni. Il processo è in primo grado.
Ieri Caldoro ha risposto alle domande del pm Mario Palazzi. Ha raccontato dell' incontro con Verdini che "aveva con sé dei fogli, mi parlò di uno scandalo di carattere sessuale (...). Gli dissi di stare tranquillo, che erano fesserie. Verdini mi rispose che mi credeva ma che doveva comunque informare Berlusconi".
Caldoro prosegue: "Non so come Verdini ebbe quelle carte ma io non persi la calma. Quando, circa un mese dopo quell' incontro, un blog pubblicò le notizie, presentai denuncia".
berlusconi mussolini caldoro
Abbiamo chiesto a Caldoro se quello che aveva in mano Verdini fosse il dossier che poi venne pubblicato sul blog: "Non gli diedi grande importanza - ha spiegato l' ex governatore al Fatto- neanche lo feci sfogliare. Vidi che sulla prima pagina c' erano alberghi, hotel. In ogni modo non mostrai né interesse né preoccupazione".
de laurentiis caldoro de magistris carlo de benedetti ezio mauro
Tornando alla deposizione in aula, Caldoro ha aggiunto anche di essere certo "che questo dossier non nacque all' interno dell' allora Pdl. I rapporti tra me e Cosentino sono stati sempre molto difficili ma solo dal punto di vista politico ma quando il caso esplose la sua candidatura alla Regione era già tramontata e io ero il candidato in pectore".
Di un coinvolgimento di Cosentino, però, ha parlato il 4 aprile 2011 Ernesto Sica ai pm napoletani (l' inchiesta poi è arrivata a Roma per competenza). Disse allora Sica: "L' accordo tra me e Cosentino, sostenuti nel convincimento da Arcangelo Martino, era quello di lavorare attraverso la preparazione e la successiva divulgazione del dossier per tagliare le gambe a Stefano Caldoro".
ERNESTO SICA
Per l' ex governatore il problema a quei tempi comunque non era Cosentino in sé, quanto i "cosentiniani". E al Fatto spiega: "I cosiddetti cosentiniani mi hanno creato non pochi problemi quando ero governatore. Non mi meraviglio di quel dossier, anche perché era quella fazione che difficilmente votava in Regione le nostre proposte. Inoltre sono sempre loro che hanno dato la possibilità a De Luca di vincere le ultime elezioni. Rappresentano quella percentuale decisiva...". Altri fatti questi, che si discutono fuori dalle aule di giustizia.
BACIO MARA CARFAGNA ERNESTO SICA
@PacelliValeria.