- SALVINI, OGGI VEDRÒ PREMIER ORBAN RISERVATAMENTE
(ANSA) - "Oggi vedrò il premier Orban riservatamente". Lo ha detto Matteo Salvini rispondendo ai cronisti in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni.
GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN
- UE: BILD, PER CDU SU ORBAN PESA ANCORA ACCUSA ANTISEMITISMO
(ANSA) - Il premier ungherese Viktor Orbàn incontrerà il 10 febbraio prossimo la leader della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer per discutere della sospensione del suo partito Fidesz dal Ppe ma pesano ancora le accuse di antisemitismo, riferisce Bild. "Orban gioca indiscutibilmente con i sentimenti antisemiti", ha detto l'ex europarlamentare cristiano-democratico Elmar Brok.
Anche l'esponente liberale esperto di politica estera, Alexander Graf Lambsdorff, ritiene difficile il rientro di Orban nel partito popolare: "Qualcuno che fa campagna elettorale giocando con i luoghi comuni dell'antisemitismo - ha detto - non può avere posto in un partito democratico come il Ppe".
- DA ORBAN A TRUMP: COSÌ MELONI TESSE LA RETE "SOVRANISTA"
Ugo Magri per “la Stampa”
GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN
La Bella e la Bestia. Ovvero Giorgia Meloni e «quella specie di "mostro", come viene sempre descritto qui da noi», vale a dire l' ungherese Viktor Orbán: un personaggio che l' intera Europa progressista non vedrebbe l' ora di mettere al bando e invece nel suo Paese «è un primo ministro liberamente eletto con oltre il 50 per cento dei voti», lo difende a spada tratta lei.
Si sono accomodati nel pomeriggio intorno a un tavolo dell' Hotel Plaza per ragionare di grandi scenari internazionali. Meloni giura di non avergli chiesto se si unirebbe a Fratelli d' Italia nel gruppo dei Conservatori (Ecr), casomai quest' oggi il partito di Orbán (Fedesz) venisse cacciato in malo modo dal Partito popolare europeo. Non gliel' ha domandato perché sa benissimo che l' espulsione è nell' aria, sì, ma prima di un anno non diventerà esecutiva e nel frattempo molte cose potrebbero cambiare.
MATTEO SALVINI VIKTOR ORBAN
È pure consapevole che Orbán, per quanto spinto ai margini del Ppe, ci penserà due volte prima di abbandonare un club esclusivo dove circola quasi la metà dei capi di Stato e di governo Ue, incominciando dalla cancelliera Angela Merkel. Insomma, per il momento ciascuno rimarrà a casa propria, Meloni tra i Conservatori e Orbán tra i Popolari. Però intanto ieri si è consolidato un rapporto che potrà tornare ottimo in futuro, se e quando i "sovranisti" riusciranno a prendere il controllo dell' Unione: dovranno saper difendere i propri interessi nazionali, «sempre però restando in amicizia», assicura Giorgia. Un embrione di nazionalismo solidale.
orban
Prudenza sul Papa Il colloquio è caduto proprio alla vigilia del viaggio che Meloni ha in programma domani e giovedì a Washington. Trascorrerà due giorni da sepolta viva, col cellulare spento, in un congresso di parlamentari ultra-conservatori americani, dominati dalla destra religiosa che detesta Papa Bergoglio (sebbene Giorgia si guardi bene dall' attaccarlo). Il sacrificio verrà forse premiato da una stretta di mano con Donald Trump, che interverrà al congresso, e pure questa "photo opportunity" contribuirà a elevare la statura di Giorgia, a trasformarne poco per volta l' immagine da generosa e combattiva "fascia" di Garbatella in un potenziale primo ministro alternativo a Salvini.
Tra i due, Orbán non fa preferenze, tantomeno snobba Berlusconi. Oggi incontrerà Silvio a pranzo (nel menù, le solite pennette tricolori) e il vecchio amico Antonio Tajani. Il Cavaliere gli consiglierà di non fare sciocchezze e di resistere nel Ppe, perché italiani francesi e spagnoli si batteranno per impedire l' espulsione di Fedesz. In giornata è anche previsto un colloquio privato con Salvini che, diversamente da Fd' I e Fi, non ha una rete internazionale su cui contare. Ed è curioso che i tre partiti di centrodestra, alleati in Patria, procedano così sparpagliati in Europa.
viktor orban e giorgia meloni atreju 2019
- MELONI VEDE ORBÁN. LA SFIDA SOVRANISTA CON IL CARROCCIO
Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
La sua ascesa non è passata inosservata. La crescita di Fratelli d' Italia, partito che in meno di due anni ha triplicato i voti, è il fiore all' occhiello di Giorgia Meloni, che sta diventando uno dei leader sovranisti più centrali nel panorama internazionale. Lo dimostra l' attenzione di media come il britannico The Times , che l' ha inserita in una lista di «stelle nascenti» della politica nel 2020. Ma soprattutto lo dimostrano i sempre più fitti appuntamenti internazionali che la Meloni ha in agenda.
ORBAN E MELONI
L' ultimo è di ieri, ed è l' incontro a quattrocchi con il premier ungherese Viktor Orbán (che oggi vedrà anche Silvio Berlusconi), arrivato a Roma per incontrare in visita ufficiale Giuseppe Conte, e per partecipare alla due giorni «National Conservatism Conference» aperta ieri dalla stessa Meloni e a cui partecipano vari leader sovranisti.
berlusconi orban
Matteo Salvini avrebbe dovuto parlare oggi, ma sembra che non parteciperà: forse per non mandare messaggi ambigui, visto che il suo gruppo europeo - Identità e Democrazia - non è lo stesso di molti partecipanti. Altri invece maliziosamente ritengono che l' assenza sia dovuta all' obbligo di intervenire in inglese, lingua che non parla con scioltezza. Sia come sia, Orbán ha incontrato a margine del convegno proprio Giorgia Meloni, e non solo perché i loro partiti da tempo collaborano attraverso le fondazioni.
È infatti lecito pensare che il premier ungherese, sospeso dal Ppe per le sue leggi considerate poco democratiche (ieri il bureau del partito ha rimandato il voto sulla sua possibile espulsione, prolungando la sospensione), potrebbe aderire al gruppo dei Conservatori del quale la Meloni e il premier polacco sono gli esponenti di maggior peso.
MERKEL ORBAN
Lei non vuole aprire fronti interni: «Non ci sono derby tra noi e la Lega. Di sicuro ci sono questioni su cui dobbiamo discutere, ci sono le Regionali, ma nessuno ha la volontà di superare l' uno o l' altro».
Ma intanto oggi volerà a Washington, dove è stata invitata dalla componente repubblicana del Congresso per partecipare al «National Prayer Breakfast», importante kermesse della destra americana che sarà chiusa da Donald Trump. E a fine febbraio, altro invito sempre negli Usa per la National Conservative Conference, evento clou per la destra americana, sempre chiuso da Trump, dove la Meloni - unica italiana - fu già ospite lo scorso anno.
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