Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
kais saied giorgia meloni
La Commissione europea spaccata al suo interno. Le tensioni con il Consiglio Ue che lamenta di esser stato scavalcato. Le proteste dei governi, a partire da quello tedesco, per la scarsa attenzione riservata al rispetto dei diritti umani. Il Memorandum d'intesa firmato con la Tunisia, per andare incontro alle richieste del governo italiano, si sta rapidamente trasformando in un enorme problema per Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni chiede di accelerare i pagamenti a Saied, ma il caos di questi giorni rischia seriamente di far saltare il versamento dei 150 milioni destinati a sostenere il bilancio di Tunisi. E il ventilato accordo con l'Egitto sembra ormai sparito dai radar.
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I 105 milioni della prima tranche provengono dalla posta di bilancio destinata ai Paesi del Nordafrica, già autorizzata a giugno (prima ancora della firma del Memorandum). Per questi fondi, strettamente legati all'immigrazione, gli ostacoli sono legati solo all'attuazione di determinati progetti che la Commissione spera di concludere "presto".
Ma per la seconda tranche da 150 milioni serve invece un'apposita autorizzazione del Consiglio (attraverso la procedura della "comitatologia"): visto il clima non sarà facile ottenere un via libera. Di certo non arriverà in tempi rapidi, non prima della fine dell'anno.
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Nel frattempo da Parigi e Berlino sono arrivate timide aperture all'idea di una missione navale Ue nel Mediterraneo, anche se in modo ancora decisamente vago. […] Ieri la Commissione si è difesa dalle accuse mosse dal Consiglio, ossia dall'istituzione che rappresenta i governi. […] i servizi giuridici del Consiglio hanno contestato il mancato rispetto delle procedure in quanto il Memorandum con la Tunisia è stato firmato senza l'autorizzazione degli Stati membri.
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«Avevamo informato i governi – ha replicato la portavoce dell'esecutivo Ue, Dana Spinant – e ottenuto un sostegno politico del Consiglio europeo. Siamo sicuri di aver rispettato le procedure». I Ventisette erano stati effettivamente informati delle trattative con Tunisi, ma non sono mai stati chiamati a esprimersi sul testo del Memorandum, finito sui tavoli del Coreper (l'organo che riunisce gli ambasciatori degli Stati membri) soltanto il 19 luglio, vale a dire tre giorni dopo la firma.
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C'è un precedente che non depone a favore della tesi sostenuta da von der Leyen: nel 2013 il Consiglio aveva portato la Commissione davanti alla Corte di Giustizia in seguito all'adozione di un Memorandum d'intesa con la Svizzera, firmato senza l'autorizzazione dei governi. E i giudici avevano dato ragione al Consiglio. […] Ed è proprio l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, a ricordare nella lettera inviata al collega Oliver Varhelyi le procedure che sono state violate. […] Gli Stati – recita l'accordo – devono avere «almeno cinque settimane di tempo» per esaminare il testo.
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Non solo: il via libera – sottolinea l'Alto rappresentante – «richiede l'unanimità tra i membri del Consiglio». Soglia che difficilmente sarebbe stata raggiunta, vista la perplessità di molte capitali, a partire da Berlino. […] Lo scontro di questi giorni potrebbe avere ripercussioni anche su eventuali accordi che l'Italia vorrebbe far firmare all'Ue con altri Stati terzi in modo da frenare le partenze dei migranti. […]