Dario Salvatori per Dagospia
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L’Italia che va. L’Italia del ripescaggio. Nel gas, nei mondiali di calcio, nella pandemia, nel sesso (questo sconosciuto), ovviamente anche nella musica. Achille Lauro, dopo il deludente piazzamento al Festival di Sanremo (14°), ha cercato con tutte le sue forze lo spareggio.
C’è riuscito alla prima edizione del Festival della Canzone di San Marino, con “Stripper” (ancora i Rolling Stones), cantando un testo al femminile e citando, fra gli altri, “Nessuno mi può giudicare”(Sanremo 1966, Caterina Caselli), il testo di Pace-Panzeri che quest’anno è stato ripreso più volte, anche da Rettore e Ditonellapiaga. Una canzone che, forse, gli consentirà di rappresentare il Titano all’Eurovision che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio.
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Già, perché per lui i tempi supplementari non sono ancora finiti. Dovrà superare le semifinali, visto che l’accesso diretto spetterà da regolamento alle “Big Five”, ovvero Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Francia.
A Sanremo Achille Lauro è apparso un po’ spompato. Un performer che sembra avere scarsa dimestichezza con il palco, rimanendo sul palco inchiodato alla X che il direttore di palco aveva disegnato a terra. E che dire del coro gospel? Un gruppo di cantanti di quella forza e di quella esperienza avrebbe ben movimentato quel palco, in realtà si sono dovute accontentare di un ruolo alla Paola Orlandi.
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Achille Lauro sostiene di essere un brand da 30 milioni di euro, ma la prima cosa che ha fatto è stata quella di agguantare il premio di 7 mila euro destinato al vincitore. Di questi tempi! Anche il budget inizia a farsi sentire. A San Marino, Lauro ha sfoggiato la stessa giacca Sgt.Pepper vista a Sanremo, presumibilmente fresca di lavanderia.
Peccato che abbiano fatto lo stesso sia Alberto Fortis che Ivana Spagna, che era già pepperizzata nei Settanta. In realtà quattro Festival di Sanremo di seguito sono troppi per chiunque. Il vero sogno di Lauro sembra essere quello non tanto di ripetere l’exploit dei Maneskin, partito proprio dall’Eurovision, quanto accedere allo stato mainstream.
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Il mondo indie, underground e centro sociale è dietro le spalle, oggi aspira ad un predicatore glam fin troppo prevedibile. Vedrete che ci sarà anche al prossimo Sanremo, quando con cinque presenze consecutive raggiungerà Gino Latilla (1924-2011), che ci riuscì passando da “Vecchio scarpone” a “Tutte le mamme”.
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Difficile raggiungere le 34 canzoni in gara di Latilla. Ma nei record del cantante pugliese c’è ben altro. Nel 1953 i fotografi erano piazzati all’Hotel Londra e si era sparsa la voce che la liason fra Latilla e Nilla Pizzi era ripartita. Tutto vero. Già, come fare? I paparazzi tenevano sott’occhio la 1500 del cantante, posteggiata nel garage, ma Latilla li gabbò: e in Lambretta fuggì di nascosto per raggiungere Adionilla alloggiata al Gran Hotel del Mare di Bordighera. Per la serie quando gli ormoni giravano a mille.
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Cominciano ad essere troppe le similitudini con il Comandante Achille Lauro (1887-1962), a cui il cantante romano ha preso il nome e il cognome. Quando nel 1952 fondò il Partito Monarchico, decise di regalare una scarpa ai suoi sostenitori. Una sola. La destra, ovviamente. L’altra poteva essere ritirata solo dopo l’esito del voto. Altro che mainstream.
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Quando decise di candidarsi a sindaco di Napoli, attrezzò centinaia di camioncini per distribuire il “Pacco Lauro”, ovvero chili di pasta da distribuire e lanciare nei quartieri e nelle periferie. Era nato il “laurismo”. Puro stampo populista, certamente, del resto il comandante aveva come modello Onassis, che però parlava una mezza dozzine di lingue, l’armatore napoletano, invece, si esprimeva solo in dialetto.
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Quando volle diventare sindaco, nell’estate del 1952 acquistò dall’Atlanta Hasse Jeppson, centravanti svedese di grande pregio. Prezzo: 105 milioni! La città impazzì, non solo i tifosi. Altro che influencer e visual merchandising, puro istinto e crono centrismo.
Non scherzava nemmeno nella vita privata. Nel 1971, all’età di 84 anni, sposò in seconde nozze la 34enne Eliana Merolla. Tutto questo senza mai apparire in Tv. Chissà, forse in questo periodo Achille (il cantante) si diverte di meno. Del resto, come diceva Mel Brooks: “Non puoi divertirti con ciò che non ami, ammiri o rispetti.”
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