Estratto dell'articolo di Giacomo Andreoli per “il Messaggero”
TELEMARKETING
[…] Crescono le truffe al telefono del cosiddetto "telemarketing selvaggio", sempre più ingegnose e sofisticate, con tre reati più diffusi: violazione dei dati personali, truffa sull'offerta commerciale e sostituzione di persona.
Negli ultimi sei mesi sono state circa 3.500 le segnalazioni di raggiri arrivate al "portale anti-truffa" di Arte, l'associazione rappresentativa del settore dei venditori dell'energia, che lo gestisce in collaborazione con le associazioni dei consumatori Codacons, Consumerismo, Assium e Osservatorio imprese e consumatori. E le truffe si fanno più tecnologiche che mai, anche con l'utilizzo dell'Intelligenza artificiale.
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I numeri delle aziende che chiamano in modo molesto, secondo Assoutenti fino a 20 volte a settimana, sono sempre meno identificabili, rendendo più difficile per il Garante della Privacy e le forze dell'ordine trovare chi raggira i consumatori. Le tecniche sono diverse: si va dal cli-spoofing (la pratica con cui l'utente viene ingannato sull'identità di chi chiama dopo la manipolazione del numero telefonico reale), allo stuffing (il furto di dati, anche online, poi utilizzati da chi fa telemarketing in modo illecito).
LE TECNICHE
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Responsabili sono i tanti call center e operatori illegali. E secondo Arte è sempre più difficile per i consumatori riconoscere le truffe dietro la proposta dei contratti, in primis di gas e luce. Il Registro delle opposizioni, la piattaforma del ministero delle Imprese nata nel 2022 per schermare dalle chiamate indesiderate, ha raggiunto 30 milioni di numeri iscritti e 5 miliardi di contatti verificati (con 101 mila operatori). Ma, come confermato dal ministro Adolfo Urso, non funziona a sufficienza.
Se dopo l'iscrizione le chiamate indesiderate scompaiono, nel giro di due mesi il flusso ricomincia. Il problema è che il Registro non impedisce di ricevere chiamate illegali, fatte da soggetti che raccolgono i dati in modo illecito, magari accedendo ai database di grandi aziende. Non solo: l'iscrizione copre solo il periodo fino all'ingresso nella piattaforma e non i consensi dati dopo. Andrebbe quindi rinnovata una volta al mese per provare a rendere più funzionale la copertura.
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Secondo gli esperti, quindi, i consumatori devono sempre far attenzione a quando si presta il consenso al trattamento dei dati personali, tra cui il numero di telefono, soprattutto online tramite i cosiddetti "cookie". […]
Nel frattempo il Garante della Privacy è in pressing sulle compagnie telefoniche per fargli adottare strategie di cybersecurity così da impedire ai call center abusivi di accedere ai propri registri informatici. Le norme si sommerebbero al codice di condotta volontario approvato dal Garante, coinvolgendo i grandi player italiani del settore. Per le associazioni dei consumatori, però, tutto ciò non basta.
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Secondo loro per abbattere il fenomeno servirebbe: obbligare le aziende all'uso del prefisso unico (previsto da una legge del 2018 e mai applicato), così da rendere riconoscibili le chiamate al consumatore, ma anche tornare al sistema dell'opt-in (come propone il Pd), che proibiva di telefonare a qualcuno se non aveva dato prima il suo consenso ad essere chiamato. Infine, almeno per luce e gas, chiedono di vietare la stipula di contratti al telefono.