Estratto dell'articolo di www.tg24.sky.it
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Sei galassie che si trovano nell'universo primordiale, quando aveva solo 500-700 milioni di anni, sono state osservate grazie al James Webb Space Telescope (Jwst) e sembrano essere molto più massicce rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell'Università del Colorado a Boulder e della Swinburne University of Technology di Victoria, in Australia.
La scoperta sta portando scompiglio tra i ricercatori, mettendo in crisi le teorie attuali sulla formazione delle sei galassie e sull'origine dell'universo. I dati pubblicati su Nature, infatti, indicano che la quantità di massa rilevata è circa 100 volte maggiore di quella che ci si aspettava.
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Quando l'universo si espande, le galassie e altri oggetti celesti si allontanano ulteriormente tra di loro, alterando la luce che emettono. Grazie a questo principio, i ricercatori hanno cercato galassie massicce formatesi nell'universo primordiale, antecedentemente a 750 milioni di anni dal Big Bang. Gli esperti hanno individuato sei oggetti cosmici sorprendentemente massicci, tanto da non dover essere reali secondo i dati dell'attuale teoria cosmologica.
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"Nell'universo così giovane pensavamo di trovare solo minuscole baby-galassie, mentre quelle individuate sono già mature quanto la nostra Via Lattea", ha spiegato Joel Leja dell'Università statale della Pennsylvania e co-autore dello studio. Il ricercatore ha sottolineato che in questa fase è importante mantenere una mente aperta: "I dati indicano che probabilmente si tratta di galassie ma penso che ci sia una reale possibilità che alcuni di questi oggetti si rivelino essere buchi neri supermassicci oscurati".
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