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    "IO GRAFOMANE? NO È OFFENSIVO, IO SONO UN GRAFOFILO" – LA STORIA DI GIANLUIGI DE MARCHI, 79ENNE TORINESE, CHE HA VINTO IL GUINNESS DEI PRIMATI PER IL NUMERO DI LETTERE PUBBLICATE SUI GIORNALI IN UNA SETTIMANA: “HO CONQUISTATO IL TITOLO GRAZIE A DODICI LETTERE SU CINQUE GIORNALI DIVERSI IN UNA SETTIMANA. IN UN ANNO PIU' DI 500. LA PRIMA MISSIVA RISALE AL 1981, OGGI SONO ARRIVATO A QUOTA 1500. I MOTIVI PER CUI SCRIVO? CE NE SONO ALMENO TRE…”


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “la Stampa”

     

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    Il record è bizzarro, ma si sa che quegli zuzzurelloni del Guinness sono specialisti in stranezze. L'uomo che ha pubblicato più lettere sui giornali in una sola settimana si chiama Gianluigi De Marchi. Origini liguri ma vive a Pino Torinese, 79 anni, sposato da 55, ha una laurea in Economia, una figlia, due nipoti e una passione incontenibile: scrivere ai giornali.

     

    Per la verità, scrive anche sui giornali, compreso quello che tenete in mano («Sono pubblicista da 52 anni»), di solito di argomenti economici e finanziari, dato che, prima di godersi la pensione, ha lavorato in Borsa, poi in banca («Lasciata prima di diventare un rimbanchito») e infine in una finanziaria ma, insomma, dice lui, «sempre con i soldi degli altri». Nelle lettere, invece, spazia sull'universo mondo.

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    Ma la settimana del record qual è stata?

    «Quella dall'11 al 18 dicembre 2022: dodici lettere pubblicate su cinque giornali diversi: Il Giornale, Domani, La Verità, Libero e naturalmente La Stampa».

     

    Perché un record settimanale?

    «Perché quello annuale, più di cinquecento lettere, è inattaccabile e appartiene, se non sbaglio, a un signore indiano. Anche quello mensile, 48, era fuori portata.

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    Invece quello settimanale l'ho conquistato, polverizzando il record precedente di dieci lettere in una settimana […] ».

     

    Insomma, record certificato.

    «Con tanto di diploma che ho subito incorniciato e appeso in studio».

     

    Si considera un grafomane?

    «Assolutamente no. Grafomane è offensivo. Io sono un grafofilo».

    Spieghi la differenza.

    «Il grafofilo scrive perché gli piace, il grafomane perché è malato. […] Fin dal liceo: quando c'era il tema in classe, per me era un orgasmo».

     

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    Ricorda la prima lettera pubblicata?

    «Certo. Era il 29 novembre 1981, su Il Sole 24 Ore, titolo: "I mercanti della casba". Me la prendevo con il ministro Andreatta che aveva definito così i bancari».

     

    A seguire, quante gliene hanno stampate?

    «Sono arrivato a 1.500».

    […]

     

    Perché si mandano lettere ai giornali?

    «Ci sono diverse ragioni. La prima è la soddisfazione personale, il narcisismo di vedere stampata la propria firma. Per me non vale tanto perché ai quotidiani già collaboro con i miei articoli».

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    Scommetto che ha contato anche questi.

    «Certo: sono più di seimila».

     

    Non divaghiamo: seconda ragione?

    «Poter esprimere le proprie opinioni sui fatti del giorno […]».

     

    Esiste una terza ragione?

    «Sì: l'ereditarietà […] Riordinando la casa del nonno ho scoperto i ritagli delle lettere che pubblicava sul Secolo XIX e sul Corriere mercantile. Sospetto che fosse più grafomane che grafofilo […] ».

     

    […]

    caro direttore ti scrivo gianlugi de marchi caro direttore ti scrivo gianlugi de marchi

    Dia un consiglio: come si fa a farsi pubblicare?

    «Ne dò tre. Primo: non essere prolissi. Massimo dieci-quindici righe, tre frasi. Secondo: essere briosi anche se si fa polemica. Niente pipponi. Terzo: variare argomenti e bersagli. Sparare sempre sugli stessi è da grafomani».

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    […]

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