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    IL TEMPO STRINGE SULLE CONCESSIONI BALNEARI. E C’E’ UN NUOVO INTOPPO SUI TAXI - INTESA DATA PER VICINA SUGLI STABILIMENTI (CON SOLLIEVO DI DRAGHI): GARE ENTRO LA FINE DEL 2023, MA CON LA POSSIBILITÀ DI SLITTAMENTI AL MASSIMO FINO ALLA FINE DEL 2024. L'ULTIMA TRATTATIVA È SUGLI INDENNIZZI - QUESTA MATTINA CI SARÀ ANCHE L'UDIENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SULL'AMMISSIBILITÀ DEL RICORSO PROMOSSO DA ALCUNI PARLAMENTARI DI FRATELLI D'ITALIA CONTRO LE SENTENZE DEL CONSIGLIO DI STATO SULLO STOP ALLE CONCESSIONI – IL DDL CONCORRENZA E LA GRANA TAXI


     
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    C. Volt. Per il Corriere della Sera

    mario draghi premiato all atlantic council mario draghi premiato all atlantic council

     

    Il tempo stringe. C'è una legge da approvare il prima possibile - quella sulla Concorrenza -; c'è la richiesta del premier Mario Draghi di fare presto; ci sono le altre riforme da fare; ci sono i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza da ricevere.

     

    E così questa mattina alle 9 a Palazzo Madama si terrà una nuova riunione di maggioranza che darà il via finale all'accordo sulle concessioni balneari, che da mesi tiene bloccato il disegno di legge Concorrenza. Ieri in commissione Industria del Senato è finalmente partito l'esame del ddl con le votazioni dei 31 articoli del provvedimento e contemporaneamente è ripresa la discussione tra le forze di maggioranza per un punto di arrivo sull'articolo 2 sull'«efficacia delle concessioni demaniali».

     

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    E a meno di sorprese dell'ultimo minuto, l'accordo è praticamente fatto. «Ci siamo quasi», dicevano già i dem ieri; «sintesi davvero vicinissima» per i Cinque Stelle; «sono fiducioso che si trovi un accordo» ribatteva il leghista Matteo Salvini e pure per Forza Italia «siamo vicini». Il governo, attraverso il viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto (Forza Italia) ha infatti riformulato il testo dell'emendamento presentato lo scorso febbraio con le modifiche richieste dalla maggioranza e che questa mattina verranno votate in commissione per poi dare l'ok finale entro domani e far arrivare finalmente in Aula il ddl. La data è il 30 maggio, entro fine mese come auspicato dal premier.

     

    L'accordo finale prevede le gare per assegnare le nuove concessioni - visto che le vecchie scadranno il 31 dicembre 2023, come stabilito da 2 sentenze del Consiglio di Stato - entro la fine del 2023, ma con la possibilità di slittamenti al massimo fino alla fine del 2024 solo «in presenza di ragioni motivate che impediscano la conclusione della procedura selettiva», come «la presenza di un contenzioso o difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa».

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    C'è poi la questione indennizzi per chi dovesse perdere la concessione e su cui la maggioranza ha faticato a trovare un'intesa. Ci saranno e saranno a carico del subentrante; saranno calcolati sul valore economico dell'impresa, includendo l'investimento materiale e immateriale, compreso l'avviamento commerciale. La valutazione sarà fatta da periti terzi. In fase di gara, per i concessionari uscenti sono previste delle clausole di premialità, una sorta di riconoscimento titoli che privilegia il «know how» del partecipante. La durata delle gare sarà quindi commisurata alla recuperabilità dell'investimento.

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    Resta ancora da definire la questione sulla valutazione degli immobili edificati su aree demaniali. La riunione di maggioranza di questa mattina dovrebbe sciogliere l'ultimo nodo. Ma questa mattina ci sarà anche l'udienza della Corte costituzionale sull'ammissibilità del ricorso promosso da alcuni parlamentari di Fratelli d'Italia contro le sentenze del Consiglio di Stato sullo stop alle concessioni. E la leader Giorgia Meloni sottolinea: «Curioso si stia accelerando così mentre converrebbe aspettare la risposta della Consulta». Se sulle spiagge l'intesa è vicina, il ddl Concorrenza rischia di trovare un altro intoppo per taxi e Ncc: la Lega vorrebbe stralciare l'articolo 7 e 8 sulla liberalizzazione.

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