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    LA BOMBASTICA PUNTATA DI “REPORT” INFILA LA TELECAMERA NELLE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS E NELLA MISTERIOSA MORTE DI RAFFAELLO BUCCI - MEJO DI UNA SPY STORY: IL BUCO NELLE INTERCETTAZIONI DEL TELEFONINO DI BUCCI CHE ERA SOTTO CONTROLLO DA DUE ANNI, I CONTATTI CON UN UOMO DEI SERVIZI SEGRETI, GLI OGGETTI SPARITI E RIAPPARSI - L’ATTIVITA’ FRENETICA DEI DIRIGENTI JUVENTUS CON RICORDI TARDIVI, I METODI DI RICICLAGGIO CON LOTTO E GRATTA & VINCI, LAPO ELKANN CHE CHIEDE IL SOSTEGNO DELLE CURVE PER DIVENTARE PRESIDENTE DELLA JUVE, GLI INCONTRI DEL BOSS DOMINELLO IN QUESTURA – L'OK DELLA JUVENTUS AGLI INFAMI STRISCIONI SU SUPERGA - IL TESTO INTEGRALE DELLA PUNTATA


     
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    ULTRÀ JUVE: RAI, FERMA CONDANNA INTIMIDAZIONI CONTRO REPORT. AZIENDA, "INCHIESTE PROGRAMMA RISPECCHIANO MISSIONE TV PUBBLICA"  

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    (ANSA) - La Rai "esprime massima solidarietàal giornalista Federico Ruffo, a Sigfrido Ranucci e a tutta laredazione di Report e condanna gli inaccettabili tentativi diintimidazione subiti per l'inchiesta che andrà in onda staserarelativa al rapporto tra la Juventus ed alcune frange ditifosi".    "Il lavoro di inchiesta di Report - sottolinea l'azienda inuna nota - rispecchia pienamente lo spirito e la missione delservizio pubblico che si muoverà sempre a tutela di ungiornalismo libero, plurale ed imparziale, cardine fondamentaledi ogni matura democrazia".

     

    RAI: FERMA CONDANNA A INTIMIDAZIONI CONTRO REPORT

    (LaPresse) - "Rai esprime massima solidarietà al giornalista Federico Ruffo, a Sigfrido Ranucci e a tutta la redazione di Report e condanna gli inaccettabili tentativi di intimidazione subiti per l’inchiesta che andrà in onda stasera relativa al rapporto tra la Juventus ed alcune frange di tifosi. Il lavoro di inchiesta di Report rispecchia pienamente lo spirito e la missione del Servizio Pubblico che si muoverà sempre a tutela di un giornalismo libero, plurale ed imparziale, cardine fondamentale di ogni matura democrazia". È quanto si legge in una nota di viale Mazzini.

     

     

    - IL TESTO INTEGRALE DELLA PUNTATA DI REPORT SULLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS

     

    UNA SIGNORA ALLEANZA

    di Federico Ruffo

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

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    16 luglio 2018. Arrivano da tutta Italia, in 1500 e tutti vogliono vedere il sogno con la maglia della Juve. Un sogno da 105 milioni che nessun altra squadra in Italia può permettersi. Tutti vogliono vedere Cristiano Ronaldo.

    A noi invece interessa l’uomo al suo fianco, il security manager della Juventus Alessandro D’Angelo. Ma per capire perché dobbiamo tornare indietro di cinque anni.

    21 aprile 2013. Allo Juventus Stadium si gioca Juve - Milan. In curva sud, quella in cui sono riuniti tutti i gruppi ultrà, spunta fuori uno striscione nuovo. “I Gobbi”.

    Secondo la Procura di Torino è un segnale: significa che la ‘ndrangheta è ufficialmente entrata nella curva della Juventus. Rocco e Saverio Dominello, boss della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, si sono accordati con gli altri gruppi della curva e sono entrati nel business del bagarinaggio. I gruppi della Juve da sempre sono cinque: i Drughi, guidati dal pluripregiudicato Dino Mocciola; i Bravi Ragazzi, guidati da Andrea Puntorno, siciliano vicino al clan mafioso Li Vecchi; i Vinking, guidati da Loris Grancini, considerato vicino al clan Rappocciolo, il Nucleo 1985 e i Tradizione Bianconera, gestito dai fratelli Toia.

     

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    UOMO

    Giornalisti siete una massa di merde.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Tutta gente che non ammette intrusioni. Quindi che succede? Succede che quello non è uno striscione: è un contratto. Un accordo tra famiglie. Un affare da oltre un milione di euro l’anno.

     

    SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

    Anche la città d’arte più bella, se la osservi attraverso le grate di un tombino delle fognature può sembrare orrenda. Ecco, noi stasera parleremo della più forte, più amata e anche più invidiata signora del calcio italiano: della Juventus, dei suoi rapporti con i capi ultrà e con la ‘ndrangheta. Potete utilizzare lo sguardo che più ritenete opportuno, con il filtro del “così è ovunque” (ed è vero) e allora non ci rimane che rassegnarci all’impotenza di fronte a un sistema, oppure utilizzare lo sguardo del comune cittadino appassionato di calcio. Il nostro di sguardo nasce invece da un’indagine, un’inchiesta della magistratura antimafia di Torino, che ha indagato su una cricca di criminali romeni e poi ha scoperto che invece la curva della Juventus era stata infiltrata dalla ‘ndrangheta. Personaggio chiave Rocco Dominello, figlio di un boss, che si era infilato nella curva e ha cominciato a fare business con il bagarinaggio. La Juventus ha ceduto negli anni, ha venduto migliaia di biglietti agli ultrà nella consapevolezza che li rivendevano a prezzi maggiorati. Per questo Andrea Agnelli è stato condannato in primo grado ad un anno di interdizione dai campi sportivi, e poi pena ridotta a tre mesi più una cospicua multa; questo dalla giustizia sportiva. Ma la condanna è stata possibile perché i magistrati antimafia oltre ad ascoltare i telefoni dei mafiosi, hanno anche ascoltato quelli dei dirigenti della Juventus. Il capo della security Alessandro D’Angelo, quello di Stefano Merulla responsabile della biglietteria ma anche dell’ex capo ultrà Raffaello Bucci, poi assunto, ha lavorato poi nella Juventus. Lo diciamo subito chiaramente: nessun dirigente, nessun dipendente della Juventus è stato mai coinvolto nell’inchiesta antimafia. Ecco, però sono tutti testimoni. Alla fine della conta ne manca di testimone uno, quello chiave. Ma che probabilmente era anche quello più fragile. Il nostro Federico Ruffo.

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    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    7 luglio 2016. Pochi minuti a mezzogiorno, bretella autostradale di Fossano, ingresso della Torino-Savona. Da un suv bianco scende un uomo, si sporge dal guardrail e si getta nel vuoto. É Raffaello Bucci, detto Ciccio. Era stato una sorta di ministro delle finanze del più importante gruppo ultras: i Drughi. Per anni ha gestito il bagarinaggio; migliaia di biglietti, milioni di euro. Nonostante questo la Juve, nel 2015, lo sceglie come Vice Supporter Liaison Officer, l’uomo che cura i rapporti tra società, tifosi e forze dell’ordine. Lo Slo ufficiale sarebbe Alberto Pairetto, fratello di Luca, arbitro di Serie A e figlio d’arte di Pierluigi ex arbitro e designatore di tutti gli arbitri della serie A, fino a quando non è stato travolto da Calciopoli, condannato in appello a due anni salvo poi finire in prescrizione. Secondo l’accusa uno di quelli a cui Luciano Moggi telefonava su schede svizzere per scegliersi gli arbitri amici. 

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    Raffaello Bucci il giorno prima era stato ascoltato dai magistrati che indagavano sui rapporti tra Juve, ultrà e ‘ndrangheta. Aveva paura. E non ha retto alla pressione. 

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Mi sono trovato di fronte a un’autopsia totalmente sprovvista di una qualunque documentazione fotografica o di filmati. Non c’era nulla.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Perché nell’esame autoptico non c’era una sola foto?

     

    AL TELFONO - MARIO ABBRATE – ANATOMOPATOLOGO PROCURA DI CUNEO

    Sì sì, le foto ci sono ovviamente! Cinque o sei fotografie e sono anche in digitale, quindi...

     

    FEDERICO RUFFO AL TELEFONO

    E allora perché non ci sono nel fascicolo?

     

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    AL TELEFONO - MARIO ABBRATE – ANATOMOPATOLOGO PROCURA DI CUNEO

    Il fatto che loro non le abbiano può significare o che non gliele ho date o che le han perse. Però io non son sicuro di avergliele date, quindi…

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Una foto però c’è: l’ha scattata la sorella dell’ex compagna di Bucci col telefonino, mentre si trovava in camera mortuaria prima dell’autopsia. 

     

    FEDERICO RUFFO

    In che condizioni era?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Disastrose. Che si vedeva che era stato pestato.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    A sostenere l’ipotesi del pestaggio prima del suicidio c’è una perizia redatta da un esperto, un anatomopatologo. Si chiama Raffaele Varetto e ha analizzato la foto. 

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    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    C’è un taglio profondo, sanguinante, che non è compatibile con la caduta. C’è una pesante tumefazione all’occhio. Anche questa non è giustificabile con questa tipologia di caduta.

     

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Ma in questa vicenda, di cose strane ne accadono tante a cominciare dall’ospedale in cui Bucci viene trasportato. C’è un grande via vai quel giorno di persone e di oggetti che scompaiono e ricompaiono. Come i suoi occhiali da sole.

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    E questi occhiali presentavano, all’interno del ponticello come anche nella montatura, dei residui di materiale organico.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Dai verbali si evince che Bucci non indossava gli occhiali al momento del salto, ma in mezzo alla fronte presenta un graffio da montatura. Secondo la perizia quindi, potrebbe essere stato causato da un ferimento prima della caduta dal ponte.  

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

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    Io non sono riuscito a capire dove erano questi occhiali. Fatto sta che questi occhiali sono stati riconsegnati alla ex compagna del Bucci in busta chiusa, sigillata…

     

    FEDERICO RUFFO

    E chi può mai aver riportato in ospedale a Cuneo cioè, se è stato in possesso di questi occhiali e portati in ospedale?

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Chi li ha portati non lo so. Si son presentati presso l’ospedale di Cuneo, Pronto Soccorso, dei soggetti qualificatisi come dipendenti Juventus.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    I primi due ad arrivare in ospedale quel giorno, prim’ancora che Bucci venga dichiarato morto, sono Stefano Merulla, responsabile della biglietteria della Juventus, e lui, l’uomo vicino a Ronaldo, Alessandro D’Angelo, il capo della sicurezza. Con loro si presenta una non meglio precisata amica di Bucci e chiede che le vengano consegnati il telefono e tutti suoi effetti personali. É l’avvocato Maria Turco, dello studio Chiusano che da sempre difende gli interessi della Juve e della famiglia Agnelli.

     

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    FEDERICO RUFFO

    Avvocato mi perdoni… É l’avvocato Turco?

     

    MARIA TURCO – STUDIO LEGALE CHIUSANO

    Sì.

     

    FEDERICO RUFFO

    L’avevo cercata perché in realtà c’erano un paio di cose all’interno del fascicolo che la riguardavano direttamente. Quindi volevo capire…

     

    MARIA TURCO – STUDIO LEGALE CHIUSANO

    Non parlo con i giornalisti. Io su questa situazione, detta tra di noi, l’ho già patita abbastanza. Detto questo, io quello che dovevo fare è stato accompagnare delle persone che non erano in grado di guidare vista la notizia.

     

    FEDERICO RUFFO

    Avevo trovato singolare questa anomalia nell’andare a chiedere il cellulare di Raffaello.

     

     

    MARIA TURCO – STUDIO LEGALE CHIUSANO

    Io non ho mai chiesto il cellulare a nessuno. Mi faccia avere l’annotazione.

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    FEDERICO RUFFO

    Cioè le mi sta dicendo che questi signori si sono inventati di sana pianta questa roba?

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Noi il verbale all’avvocato Turco lo abbiamo inviato, ma lei, essendo stato riaperto il fascicolo sulla morte di Bucci, per ora preferisce non commentare.

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Non riesco a capire questo tipo di comportamento tenuto dalla collega Turco anche perché non avrebbe avuto alcun titolo per farsi consegnare questo materiale.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

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    E non è chiaro neanche a quale titolo il responsabile della biglietteria della Juve Stefano Merulla, abbia concordato con Bucci la versione da dare ai magistrati. Lo dichiara lui stesso all’ex compagna a distanza di un anno.

     

    STEFANO MERULLA – TICKETING MANAGER JUVENTUS F.C.

    Quella sera io mi ricordo che lui era seduto sul divano e facevamo – anche un po’ scherzando – le domande che avrebbe potuto fare il pm visto che delle cose le aveva chieste anche a me. E quindi facevamo, diciamo, domanda e risposta: “qui puoi dire così, qui puoi dire cosà, qui puoi non andare nello specifico”. E facevamo un…non un gioco, ma un modo per sdrammatizzare quello che sarebbe successo.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Peccato che Merulla nella sua deposizione ai magistrati si sia dimenticato di raccontare questo episodio. Poi c’è l’auto della Juventus, in leasing. La stradale scatta subito delle foto per repertare gli oggetti al suo interno. Quasi nulla, ma quando giorni dopo D’Angelo riconsegna alla ex compagna di Bucci gli effetti personali, all’improvviso compaiono le chiavi di casa e il borsello in cui teneva i documenti importanti. Secondo la squadra mobile di Torino sull’auto di Bucci, dopo il suicidio, hanno messo mano tre dipendenti della Juventus. Il primo a perquisirla è Matteo Stasi, autista di Andrea Agnelli e dice di non aver trovato nulla. Poi tocca a Daniele Boggione: è lui che dice di aver trovato chiavi e borsello, nell’auto sulla pedana del passeggero.

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    AL TELEFONO FEDERICO RUFFO

    Volevo farle qualche domanda circa gli oggetti che lei ha ritrovato in auto.

     

    AL TELEFONO DANIELE BOGGIONE – DIPENDENTE JUVENTUS F.C. 

    Eh, al momento non riesco.

     

    FEDERICO RUFFO AL TELEFONO

    Ma guardi, se vuole possiamo anche vederci più… pronto?

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Peccato, perché Boggione avrebbe potuto spiegarci il mistero del ritrovamento delle chiavi della casa dove aveva dormito Bucci e il borsello. Anche perché nella foto scattata dagli inquirenti il giorno del suicidio, nel posto da lui indicato – lo vedete - non c’erano.

     

     

     

    JACOPO RICCA – LA REPUBBLICA

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    Diciamo che questa è la più grande anomalia di tutta la vicenda. Questo quindi ci fa pensare che né le chiavi della casa di Beinette né il borsello, fossero con lui al momento del suicidio.

     

    FEDERICO RUFFO

    Tecnicamente chiunque era in possesso di chiavi e borsello è la persona... è qualcuno che ha incontrato Bucci poco prima che si togliesse la vita nelle ore precedenti.

     

    JACOPO RICCA – LA REPUBBLICA

    Diciamo che l’ipotesi più forte è che sia la persona che ha incontrato Bucci subito prima di morire.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

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    Di certo c’è che a riconsegnare gli oggetti è il capo della security Alessandro D’Angelo che è anche il protagonista di una telefonata intercettata mezz’ora dopo la morte di Bucci. Chiama l’ex direttore commerciale della Juventus, Francesco Calvo, squalificato per un anno dalla giustizia sportiva per aver agevolato la vendita irregolare dei biglietti agli ultrà. Calvo all’epoca lavorava per il Barcellona.

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    É morto!

     

    AL TELEFONO FRANCESCO CALVO – EX DIR. COMMERCIALE JUVENTUS F.C.

    Lo so, ho saputo.

     

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    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Non ci credo… lo ha ammazzato!

     

    AL TELEFONO FRANCESCO CALVO – EX DIR. COMMERCIALE JUVENTUS F.C.

    Minchia! non ci posso credere! Se penso che lo abbiamo portato io e te alla Juve…

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Si, ma non era un motivo per ammazzarsi. Non doveva aver paura!

     

    AL TELEFONO FRANCESCO CALVO – EX DIR. COMMERCIALE JUVENTUS F.C.

    No, no di certo.

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Era terrorizzato ieri.

     

    AL TELEFONO FRANCESCO CALVO – EX DIR. COMMERCIALE JUVENTUS F.C.

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    Era terrorizzato?

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Era terrorizzato! Era terrorizzato! Sembrava che lo dovessero ammazzare da un momento all’altro perché ha parlato coi pm.

    M’ha detto no no no io non posso parlare io l’ho fatta grossa, io sono un coglione, è tutta colpa mia ho gestito male le informazioni. Lui non ho capito cosa farfugliava ma m’ha detto mi sono fidato di uno sbagliato.

     

     

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Al momento non risulta che né D’Angelo né Calvo siano stati ascoltati dalla procura di Cuneo su queste dichiarazioni.

     

    FEDERICO RUFFO

    Direttore ci perdoni, siamo di Report, Raitre. Volevamo farle una domanda perché stiamo lavorando sulla morte di Raffaello Bucci, il vostro vecchio dipendente.

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    CLAUDIO ALBANESE – DIRETTORE COMUNICAZIONE JUVENTUS

    Guarda adesso non parliamo con nessuno.

     

    FEDERICO RUFFO

    Non so se sapete che ci sono queste intercettazioni in cui due dei vostri sostengono che lo hanno ammazzato. Direttore… Direttore era un vostro dipendente non vi interessa questa cosa? Direttore… Direttore è morta una persona, non volete neanche parlarne?

     

    VIDEO AMATORIALE - RAFFAELLO BUCCI

    I soldi sono qua, non me ne vado a trans …

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Anche il telefono di Bucci era sotto controllo, per due lunghi anni, con un solo buco: proprio le tre ore durante le quali Bucci avrebbe deciso di uccidersi. I server della Procura di Torino non hanno registrato un solo secondo a causa di uno sbalzo di corrente.

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    É un peccato perché proprio in quelle ore forse si nascondeva il segreto sulla morte di Raffaello Bucci. Ma il telefono lo hanno sequestrato e lì un segreto c’era, il più grande di tutti. Lo scopriranno grazie agli sms rimasti in memoria. L’ex capo ultrà, scriveva a un numero intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’identità è stata secretata dai pm. Di lui c’è soltanto un nome in codice: Gestore. É il nome di copertura di un agente dei servizi di sicurezza. Raffaello Bucci era un informatore dei servizi.

    L’ultimo messaggio tra l’agente e Raffaello è 48 ore prima di uccidersi. Bucci lo invia dopo l’ennesima notte in bianco: “Sono nella merda, sono certo che la mia posizione è bruciata”. Il giorno dopo deve essere ascoltato dai magistrati sui rapporti tra Juve, ultrà e ‘ndrangheta.

     

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    AL TELEFONO FEDERICO RUFFO

    “La mia posizione è bruciata” è un termine tecnico per dire “io lavoro ancora per voi e mi hanno scoperto”. Non avete…

     

    AL TELEFONO GESTORE – AGENTE AISE

    Attacca.

     

    SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

    Quello che l’agente non può rivelarci è che Bucci aveva passato informazioni sull’eversione di destra che si era infiltrata nella curva. Aveva dato anche informazioni sulla presenza dei calabresi. Secondo la sua testimonianza ai magistrati, era stato collaboratore dal 2010 al 2015, ma l’sms che abbiamo trovato sul suo telefonino - “la mia posizione è bruciata” - fa pensare che Bucci avesse collaborato fino all’ultimo con l’agente dei servizi di sicurezza. Tanto è vero che lo incontra il 3 luglio, pochi giorni prima di morire, e parlano dell’inchiesta sui calabresi.

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    Ma Bucci era anche un informatore della Digos. Abbiamo trovato un altro sms nel quale si chiedono informazioni in merito a un tentativo da parte dei No Tav di acquistare esplosivo all’interno dei gruppi ultrà della curva. Ecco, anomalie e segreti ne accadono tante in quelle ore, prima e dopo la morte di Bucci. Chi ha preso il borsello dove conteneva informazioni? Chi le chiavi di casa dove ha dormito Bucci la sera prima di uccidersi?

    Poi quello che è certo è che c’è un’attività frenetica dei dirigenti della Juventus. Stefano Merulla, responsabile della biglietteria, ha confidato solo un anno dopo alla ex compagna di aver passato la sera prima con Bucci concordando, cercando di concordare la versione da dare ai magistrati. Ecco, questo è un particolare che Stefano Merulla non ha confidato, non ha detto ai magistrati antimafia della Procura di Torino. Ha detto di aver passato la sera precedente con lui, ma non di aver concordato, seppur con scherzo, scherzando, la versione da dare ai magistrati. A che titolo l’ha fatto? E a che titolo l’avvocato Turco, che è una specchiata professionista -ha difeso anche noi di Report-, che appartiene allo studio legale Chiappero-Chiusano che tutela gli interessi della Juventus, a che titolo ha chiesto, secondo quello che c’è scritto in verbale, gli oggetti personali e il telefono di Bucci dopo la sua morte? Ecco, quegli oggetti e quei telefoni che invece ci vengono consegnati a noi di Report, dopo una telefonata, dalla ex compagna di Bucci.

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    AL TELEFONO GABRIELLA BERNARDIS - EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Volevo dirti che ho trovato la scatola che mi hanno riconsegnato a Torino con tutte le cose che avevano sequestrato a casa di Raffaello e vorrei che gli dessi un’occhiata, perché ci sono delle cose che forse vi possono interessare.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    C’è un po’ di tutto tra le cose lasciate da Raffaello. Quattro telefoni cellulari, diverse schede… ma ci interessano soprattutto queste: ricevute di giocate al Lotto; tutte vincenti. Migliaia di euro nell’arco della stessa giornata a volte a distanza di pochi minuti. E ancora: centinaia di Gratta&Vinci, di SuperEnalotto; tutte vincenti. In un caso, nel giro di poche ore, avrebbe giocato 20 volte lo stesso numero, il 74, vincendo sempre. Tutte hanno lo stesso codice ricevitoria: un tabaccaio di Cuneo. Il sospetto è che Bucci avrebbe riciclato proventi del bagarinaggio dei biglietti della Juventus ricorrendo ad un metodo brevettato dalla ‘ndrangheta: grazie ad una ricevitoria compiacente, quando qualcuno vince, non viene pagato dalla ricevitoria, ma liquidato in contanti da chi deve riciclare i soldi, che a quel punto entra in possesso della schedina vincente, diventa l’intestatario e la incassa a proprio nome. Un bonifico da una concessionaria dello Stato che nessuno potrà più contestare. Soldi puliti.

     

    TABACCAIO

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    Io se la Procura ha qualcosa da chiedermi, mi chiama la Procura. Ma io a lei non posso dire niente, mi capisce?

     

    FEDERICO RUFFO

    Cioè non può dirmi se queste vincite non erano del signor Bucci ed erano di altri e sono state usate per lavare i soldi?

     

    TABACCAIO

    Lei però…io cosa…?

     

    FEDERICO RUFFO

    Mi dica questo: erano tutte vincite regolari queste?

     

    TABACCAIO

    E certo che erano vincite regolari!

     

    FEDERICO RUFFO

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    Quindi Raffaello ha vinto 3 volte 2111 euro nell’arco della stessa giornata… Era l’uomo più fortunato d’Italia. E ha vinto 200mila euro in 4 anni?

     

    TABACCAIO

    Penso… Penso di sì.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    In totale Bucci dai bonifici dalle vincite, vere o presunte, ha incassato circa 100 mila euro dal Lotto e altrettanti dai Gratta&Vinci e questo solo sul conto corrente a lui intestato sul quale salta all’occhio un altro dettaglio: nei sette giorni precedenti la sua morte c’è un’improvvisa impennata: in meno di due giorni incassa 14 vincite per un totale di 25mila euro. E potrebbe aver nascosto altro denaro.  

     

    FEDERICO RUFFO

    Nel giorno in cui Raffaello si toglie la vita lei è in Puglia. Perché l’aveva mandata in Puglia?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Perché mi aveva detto che dovevo andare ad avvisare i suoi fratelli che ci sarebbe stata un’indagine della Guardia di Finanza e che dovevano trovare il barattolo e non la marmellata.

                        

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    FEDERICO RUFFO

    Come se ci fossero dei soldi…

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Da far sparire.

     

    FEDERICO RUFFO

    Da far sparire. Non le aveva spiegato di che soldi erano, dove erano….

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA BUCCI

    No, non so niente di tutta questa storia io.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Con l’inchiesta Alto Piemonte che avanzava, probabilmente Bucci tentava di nascondere il suo denaro. Ma di quei soldi cosa sapevano gli ultras del suo gruppo? L’uomo che state per ascoltare è un ex membro dei Drughi. Uno dei collaboratori più stretti di Raffaello.

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    ULTRAS DRUGHI JUVENTUS

    Io sono incazzato nero.

     

    FEDERICO RUFFO

    E perché saresti arrabbiato?

     

    ULTRAS DRUGHI JUVENTUS

    Perché secondo me non s’è suicidato.

     

    FEDERICO RUFFO

    Capisci però che se sai qualcosa per noi è fondamentale che tu ce lo dica.  

     

    ULTRAS DRUGHI JUVENTUS

    Ciccio è stato uno stupido. Non aveva bisogno di soldi, ok? E sapeva benissimo con la merda con cui aveva a che fare. I soldi fanno comodo a tutto a tutti e va bene. Abbiamo tutti i figli, anch’io ci arrangiavo qualcosa, però un conto è arrangiare qualcosa e ognuno a casa sua e un conto è avere determinati contatti, stretti come li aveva lui, che comunque creavano anche un vincolo. Lì si è spinto troppo oltre.

                                                                                                                              

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

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    Un vincolo con i Drughi, il più potente gruppo ultras di Torino, dei quali aveva gestito le casse e con il loro leader da oltre 40 anni, Dino Mocciola. Un capo tanto discreto quanto temuto. Non usa il telefono, non usa internet, l’unica foto pubblica risale al 1989: quella scattata dopo l’arresto per aver rapinato un portavalori e partecipato con i suoi complici all’omicidio di un appuntato dei carabinieri che li aveva fermati per caso. Dal carcere Mocciola nomina Bucci ministro delle Finanze, ma quando esce si riprende tutto. É lui l’interlocutore privilegiato della ‘ndrangheta interessata agli affari della curva. É lui l’interlocutore della famiglia Dominello. Ma i rapporti tra Mocciola e Bucci erano peggiorati. Era noto, tanto che il giorno dei funerali…

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Ero ferma al casello di San Severo, stavo aspettando che arrivasse il feretro e si ferma questa macchina nera tedesca. E scendono delle persone.

     

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    FEDERICO RUFFO    

    Che vengono a parlare con voi?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Sì.

     

    FEDERICO RUFFO

    É questa la persona che le ha detto queste cose?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Questo, sì.

     

    FEDERICO RUFFO

    E si ricorda che cosa le ha detto?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Preferisco non dirlo.

     

    FEDERICO RUFFO

    Posso chiederle perché?

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Perché è una cosa che mi inquieta un po’.

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    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    L’uomo nelle foto è Salvatore Cava, il braccio destro di Mocciola. E quello che Gabriella non vuole ripetere, è nei verbali della polizia. Cava le avrebbe detto: “Vengo dalla Germania, ero con Dino. Ti manda a dire che lui, con la morte di Raffaello, non c’entra nulla!”. Secondo un rapporto della Digos nel 2014 Mocciola aveva già picchiato Bucci: una lite violenta, talmente violenta da convincere Raffaello a fuggire.

     

    GABRIELLA BERNARDIS – EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Piangendo mi aveva detto che doveva sparire per un bel po’ di tempo perché altrimenti sarebbe finito male.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Dino Mocciola è un capo molto rispettato, perfino da alcuni calciatori. Leonardo Bonucci, quando è squalificato, va in mezzo ai Drughi a vedere la partita, in curva. É in rapporti confidenziali con loro. Questo è un sms di Bonucci contenuto nel cellulare di Bucci: “Come ha detto Dino (Mocciola), noi senza di voi non saremmo nessuno. Lo dico sempre anche agli altri che dicono che sono amico dei tifosi”. Dal momento dell’arresto dei Dominello, Saverio, boss indiscusso della ‘ndrangheta nell’alto Piemonte e di suo figlio ed erede al trono Rocco, l’uomo infiltratosi tra gli ultras della Juventus, secondo la Squadra Mobile, Mocciola si è defilato. Ma è il suo braccio destro, Salvatore Cava che tiene in riga i Drughi.

    inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve 29 inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve 29

     

    INTERCETTAZIONE DEL 01/09/2016, ORE 14.50

    SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Te lo sto dicendo anche a te! Se anche tu hai la coscienza a posto, che non è successo niente e non avete detto niente, siete tutti a posto! Altrimenti a sto giro qua vi faccio spaccare il culo a uno per uno! A partire da te!

     

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Non è stato massacrato nessuno e non è stato percosso nessuno. Anche ci fossero dei soldi ma di che soldi stiamo parlando?

     

    FEDERICO RUFFO

    Di proventi del bagarinaggio.

     

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve 22 inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve 22

    Bagarinaggio noi non ne facciamo.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Bucci non è mai stato picchiato e bagarinaggio, i Drughi, non ne fanno. Queste intercettazioni però sembrano smentirlo.

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Quanto glielo gonfiavi il biglietto?

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    AL TELEFONO ROBERTO MAFFEI– ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Bah… ma massimo 40! Ma forse 40 son tanti…

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Vogliam fare 70, lo mettiamo a 120? Ci dobbiam stare dentro eh…

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS

    AL TELEFONO ROBERTO MAFFEI– ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Sì, sì, sì, sì…

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Ok?

     

    INTERCETTAZIONE DEL 26/08/2016, ORE 13.50

    AL TELEFONO ROBERTO MAFFEI– ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Sì, sì ci sta, giusto! Giusto!

     

    INTERCETTAZIONE DEL 12/09/2016, ORE 16.37

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    I biglietti che tu dovresti dare a quelli là che se ne vanno per cazzi loro, no?

     

    INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS

    INTERCETTAZIONE DEL 12/09/2016, ORE 16.37

    AL TELEFONO MATTIA LOTTI – ULTRAS JUVENTUS

    Sì…

     

    INTERCETTAZIONE DEL 12/09/2016, ORE 16.37

    AL TELEFONO SALVATORE CAVA – ULTRAS “DRUGHI” JUVENTUS

    Glieli dai a 85 euro! Al posto di 55!

     

    INTERCETTAZIONE DEL 12/09/2016, ORE 16.37

    AL TELEFONO MATTIA LOTTI – ULTRAS JUVENTUS

    Ma come mai a 85? É tanto, eh! L’altra volta mi hai detto 55 e gliel’ho già detto! Ora che dico 85 mi mandano a cagare, tutto qua!

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS - PLACIDO BARRESI INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS - PLACIDO BARRESI

    Oltre alle intercettazioni anche le informazioni trovate sui cellulari di Bucci sembrano contraddire Cava: con le foto, ci sono anche i conteggi del bagarinaggio, partita per partita. Migliaia di tagliandi divisi tra i capi ultras che li richiedevano, tra cui Corona, il nome d’arte di Cava, e la ‘ndrangheta: Rocco Dominello, il figlio del boss Saverio. Ecco la loro quota. E in fondo alla pagina il conteggio finale degli incassi: decine di migliaia di euro 2, anche 3 volte alla settimana.

     

    DAL PROCESSO CACCIA – 29/03/2017

    MASSIMILIANO UNGARO – COLLABORATORE DI GIUSTIZIA

    Sono stato associato con la ‘ndrangheta, con la famiglia Crea, nella primavera 2014 fino a dicembre 2015.

     

    DAL PROCESSO CACCIA – 29/03/2017

    PUBBLICO MINISTERO

    Cosimo Crea si è mai occupato dei proventi del bagarinaggio e dei biglietti?

     

    DAL PROCESSO CACCIA – 29/03/2017

    MASSIMILIANO UNGARO – COLLABORATORE DI GIUSTIZIA

    In un’occasione, per la finale di Champions League, tra Juventus e Barcellona. Che io sappia i biglietti erano stati presi dalla società, ma non son stati mai pagati, per cui ritengo che siano proventi illeciti.

     

    MARCO DI LELLO – COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

    Alla ‘ndrangheta interessa mantenere il controllo delle curve perché da lì, come è emerso poi anche dal dibattimento, si lucravano risorse importanti. Poi sono i gruppi ultras a tenere più o meno sotto ricatto, comunque ad avere interlocuzione direttamente con la società.

     

    INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS - PLACIDO BARRESI INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS - PLACIDO BARRESI

    FEDERICO RUFFO

    Siete riusciti a stimare, in un anno, quanto ogni singolo gruppo ultras riusciva a lucrare sul bagarinaggio?

     

    MARCO DI LELLO – COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

    Per quanto ci abbiamo provato, la ricostruzione è inevitabilmente lacunosa anche perché la società ha cercato di limitare in ogni modo almeno nelle sue dichiarazioni, il fenomeno.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Ogni gruppo ultras a Torino ha un leader pluripregiudicato e, secondo la Digos, legato alla criminalità organizzata. Uno di questi è Andrea Puntorno.

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    sigfrido ranucci sigfrido ranucci

    Dipende! Trenta, quaranta, venticinque…

     

    FEDERICO RUFFO

    …mila euro?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì.

     

    FEDERICO RUFFO

    Fa impressione…

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Perché fa impressione?

     

    FEDERICO RUFFO

    Beh, insomma. Sono tanti!

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì, sono tanti.

     

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    FEDERICO RUFFO

    Parliamo comunque dell’incasso di una settimana?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Il business c’è, non è che non c’è: c’è. Io mi sono comprato due case, mi sono comprato un panificio, mia moglie stava bene. Io non lo nego, perché non è un reato che io ho fatto.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    41 anni, siciliano, considerato vicino alla cosca dei Li Vecchi e uomo di fiducia del clan calabrese dei Macrì, quando lo incontriamo Puntorno ha l’obbligo di dimora ad Agrigento, dove sta finendo di scontare una condanna a 6 anni e mezzo per traffico internazionale di stupefacenti. Puntorno da 20 anni guida il gruppo ultras “Bravi Ragazzi”. Per la prima volta racconta il meccanismo a un giornalista.

     

    FEDERICO RUFFO

    Devi ammettere che il nome “Bravi Ragazzi” può suonare un po’ equivoco…

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì…

     

    FEDERICO RUFFO

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    Come lo avete scelto?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Così, Bravi Ragazzi. Abbiamo scelto, è venuto, eravamo in 3… abbiamo tirato alla storia del film, che c’è i Bravi Ragazzi; ci è piaciuto…

     

    FEDERICO RUFFO

    Quante persone fanno parte del gruppo?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    600-700 persone… non tutte di Torino.

     

    FEDERICO RUFFO

    Che non sono poche. Siete voi a occuparvi di rifornire dei biglietti tutte queste 600 persone?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì certo.       

     

    FEDERICO RUFFO

    Si sa che i gruppi ultras lucrano su quei biglietti. Tecnicamente si chiama bagarinaggio. Voi fate del bagarinaggio in qualche modo?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

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    Io personalmente no, però c’era chi per me lavorava.

     

    FEDERICO RUFFO

    Come funziona? Da dove arrivano i biglietti?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Vabbè i biglietti lo sapete da dove arrivano! Non è che te lo devo dire io…

     

    FEDERICO RUFFO

    Dalla Juventus?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Ma è normale, no? Ma è stato sempre così!

     

    FEDERICO RUFFO

    Cioè, la Juve ha sempre dato delle quote di biglietti agli ultras…

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì, sempre!

     

    FEDERICO RUFFO

    E in che modo venivano stabilite queste quote?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Dipende: tra di noi ce la gestivamo senza problemi; chi ne aveva bisogno magari di 300, chi ne aveva bisogno di 500, ‘sta settimana a te… C’era il “quieto vivere”.

     

    FEDERICO RUFFO

    Quanto ricaricavate sopra?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Di 100, di 200, dipende dalla partita.

     

    FEDERICO RUFFO

    Dici, una partita molto importante si potevano ricaricare anche di 200 euro?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Juve Real Madrid 200, 300, dipende. Io mi sono comprato la casa con lo stadio, mi compravo l’Audi, giravo.

     

    FEDERICO RUFFO

    Voi avevate dei rapporti con D’Angelo e Merulla?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    E certo! Io li avevo!

     

    FEDERICO RUFFO

    Si sono mai creati attriti per questioni economiche?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Magari gli chiedevi 300 biglietti e te ne davano 250, te ne davano 200 capito? perché…  

     

    FEDERICO RUFFO

    E in quel caso come ci si comportava con loro?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Dovevamo fare lo sciopero in curva, dovevamo fare qualche bomba, magari gli facevamo prendere un verbale, magari - capito? - facciamo qualche scaramuccia…

     

    FEDERICO RUFFO

    Voi facevate in modo che loro potessero essere multati…

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Bravo…      

     

    FEDERICO RUFFO

    È quindi il danno economico diventava tale che gli conveniva di più dare i biglietti che non stare a questionare.

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Bravo. Ma questa è sempre stata una cosa degli ultras.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Alla fine della stagione la torta da spartire è circa un milione e mezzo. E così la ‘ndrangheta e gli ultras giungono ad uno storico accordo. E a renderlo possibile sarebbe stata la mediazione di un solo uomo.

     

    DAL PROCESSO CACCIA – 24/11/2016

    PLACIDO BARRESI

    Placido Barresi, nato a Messina il 2/12/52. Ho fatto sempre il bandito nella vita.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Braccio armato del boss Domenico Belfiore, reo confesso di quattro omicidi, sospettato di almeno dieci, condannato all’ergastolo, Placido Barresi viene ricordato nei libri di storia criminale come uno dei re di Torino per quasi un trentennio: avrebbe messo tutti d’accordo dal carcere. Dopo aver scontato quasi trent’ anni, oggi beneficia del permesso diurno per lavorare.

     

    FEDERICO RUFFO

    Son venuti da lei a chiederle se poteva fare da paciere perché stavano litigando per i biglietti e si volevano ammazzare fra di loro per i biglietti? Quindi è segno che comunque ci guadagnavano, non erano pochi soldi.

     

    PLACIDO BARRESI – MEMBRO CLAN BELFIORE

    E beh, guardi che a un certo punto mica entrano solo i Dominello, lì: entra tutta la Calabria unita, eh.

     

    FEDERICO RUFFO

    Negli atti non c’è.

     

    PLACIDO BARRESI – MEMBRO CLAN BELFIORE

    E non c’è, però se facessero un po’ più di attenzione.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Prima di congedarci, Barresi ci racconta la sua teoria sulla morte di Bucci: si sarebbe ucciso, ma sotto ricatto.

     

    PLACIDO BARRESI – MEMBRO CLAN BELFIORE

    Volevano i soldi indietro. Se hanno scoperto i soldi…

     

    FEDERICO RUFFO

    Se gli hanno solo menato, è perché volevano indietro i soldi?

     

    PLACIDO BARRESI – MEMBRO CLAN BELFIORE

    E la minaccia al figlio. “Guarda che ti prendiamo tuo figlio”.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    È il suo punto di vista, ma coincide perfettamente con quello del manager della security Alessandro D’Angelo; Bucci è morto da meno di mezz’ora. E lui telefona a un ultrà.

     

    AL TELEFONO GIUSEPPE FRANZO – ULTRAS JUVENTUS

    M… che dramma.

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Aveva paura di essere ammazzato, Beppe, continuava a dirci che era un uomo morto. Non capivamo cosa c… dicesse. Ieri continuava a dirci: “Sono un uomo morto!”. Per paura che gli ammazzassero il figlio si è ammazzato lui.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    E l’idea che Bucci temesse per la vita del figlio, D’Angelo la ripete più volte in quei minuti concitati, anche al telefono con Francesco Calvo.

     

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Lui aveva paura che lo ammazzassero, se non era lui, era il figlio. Quindi ha deciso di provvedere lui prima che andassero a toccare suo figlio.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Poco dopo chiama anche uno dei leader della squadra: Bonucci.

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Leo?

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO LEONARDO BONUCCI – CALCIATORE JUVENTUS F.C.

    Sì…

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Ho un problema: Ciccio s’è ucciso… s’è suicidato Ciccio!

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO LEONARDO BONUCCI – CALCIATORE JUVENTUS F.C.

    Non ci credo!

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Non sono riuscito a fermarlo! Si è suicidato stamattina, si è lanciato da un ponte. Aveva paura di qualcosa. Era terrorizzato.

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO LEONARDO BONUCCI – CALCIATORE JUVENTUS F.C.

    Quando era andato? L’altro ieri mattina?

     

    INTERCETTAZIONE DEL 07/07/2016

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    È andato ieri mattina lui! È andato ieri mattina a parlare al Palazzo di Giustizia, è uscito sconvolto. Ha avuto paura, si vergognava di me, gli dicevo: “Ma non ti preoccupare, me l’hai messa nel c…, la risolvo, non ti preoccupare!”. Mi ha detto: “No, no, perdonatemi, perdonatemi, perdonatemi”. Non aveva paura di noi, io son convinto che non avesse paura di noi.

     

    SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

    Era terrorizzato Bucci. E che cosa voleva farsi perdonare dal capo della security D’Angelo? Il fatto che aveva testimoniato ai magistrati che Rocco Dominello era una figura importante per il mantenimento dell’ordine pubblico all’interno delle curve. E questo particolare, dice Bucci ai magistrati, gli era stato confidato proprio da D’Angelo. Ecco, Rocco Dominello, che è il figlio di un boss, Saverio, condannato nel ’96 per mafia (e nel 2012 vengono arrestati con la stessa accusa anche i due fratelli), lui invece, Rocco, era pulito, era nullatenente e andava in giro con una Jaguar. E grazie alla sua amicizia con Fabio Germani, un altro ultrà, condannato anche lui poi dopo per associazione e per concorso esterno alla mafia, e a capo di una fondazione, l’Italia Bianconera, amico di Moggi, amico di Lapo Elkann, era riuscito attraverso Germani a tessere una ragnatela: avvolgere i giocatori e i dirigenti finanche ad arrivare allo scranno più alto.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Il direttore sportivo della Juve, Beppe Marotta, nell’ottobre del 2013, in occasione di Juve - Real Madrid, lascia cinque biglietti della sua riserva personale a Rocco Dominello, figlio del boss. Questo è lo scambio di messaggi con un intermediario, con tanto di preghiera finale: “Massima riservatezza mi raccomando”.

    Qualche mese dopo, ancora Marotta incontra in un bar Dominello che gli chiede di far sostenere un provino per le giovanili a un ragazzo: si tratta del figlio di Umberto Bellocco, esponente di spicco del clan di Rosarno. Il provino lo farà, ma poi verrà scartato.

     

    GIORNALISTA

    Agnelli è il grande presidente?

     

    LAPO ELKANN

    Mio cugino ha fatto un lavoro della madonna come tutti i suoi, tutti gli uomini intorno a lui, tutte le persone che lavorano nella Juve: dal raccattapalle, allo chef, all’allenatore, al giocatore, tutti.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Nel giorno della vittoria del primo scudetto del nuovo ciclo, Lapo riconosce al cugino Andrea i meriti per il lavoro fatto; ma nel 2009 aveva puntato lui allo scranno più alto della società. Lapo secondo quanto raccontato da Dominello ai magistrati, avrebbe incontrato nella primavera del 2009 il figlio del boss, prima della comunione della figlia di Fabio Germani, ultrà presidente della fondazione Italia Bianconera e molto vicino ai dirigenti della Juve. In quell’occasione, gli avrebbe espresso il desiderio di vedere esposti degli striscioni in curva con su scritto “Lapo Presidente”.

     

    LAPO ELKANN

    Una goduria.

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Senti una cosa, ma il tuo amico Lapo che fine ha fatto?

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    L’ho sentito stamattina, è in Svizzera,

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Lo fissiamo ‘sto appuntamento?

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    No, questo periodo non esiste.

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Perché?

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Eh, perché domani parte va in America…

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    “Vabbuò, fissa un appuntamento. Se vuole un appoggio, fissa un appuntamento, sennò andate a f… tu, lui, la Juve… tutti quanti!”.

     

    INTERCETTAZIONE

    ABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Ma tu lo sai che lui l’appoggio lo vuole?

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Lui mi deve dire “sì, sono veramente intenzionato…” e io faccio fare gli striscioni sia da una parte che dall’altra, tutti per lui. Però allora mi devi dire quanto veramente ci tiene. Perché io ti giuro che sia di qua che di là facciamo fare tutto quello che lui vuole.

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Ho parlato con Lapo fino a un’ora fa.

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Ah eri con Lapo e non mi hai chiamato, bravo… bravo.

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Si è scaricato il telefono! Martedì, cosa fai martedì?

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Martedì niente, perché?

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Se vuoi andiamo in barca da Lapo.

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Ma dove?

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    A Saint Tropez.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    La gita poi è saltata. E lo striscione non fu mai esposto. Ma chiunque avesse un problema, chiedeva aiuto ai Dominello. Anche Fabio Cannavaro, capitano della nazionale e Pallone d’Oro, dopo la parentesi al Real Madrid, dove era andato dopo lo scandalo Calciopoli, torna alla Juve e viene contestato. Secondo quanto sostenuto da Germani in questa telefonata, avrebbe chiesto aiuto a Dominello per fermare la contestazione.

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Te l’ho detto. Lo vedo stasera Cannavaro. Abbiamo parlato di te anche. Dice: “ Fabio, io lo so che gli unici siete tu e Rocco, che la Juve sta facendo dei casini, che tu non ne vuoi sapere della Juve”. E lui mi ha detto: “io non voglio mettere in mezzo la Juve” lui Cannavaro. E poi mi ha spiegato un bel po’ di cose. Io lunedì sera dovrei mangiare con De Ceglie. Se vuoi venire…

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Vabbè intanto ci vediamo, ci organizziamo.

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Va bene dai. Ok ciao ciao. 

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Vincenzo Iaquinta. Per lui i magistrati antimafia di Bologna, hanno chiesto sei anni di carcere per reati connessi alle armi con l’aggravante mafiosa, 19 anni per il padre. Iaquinta era anche il centravanti della nazionale

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Scandaloso! Vabbè da una parte è anche buono così Iaquinta rientra!

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Sì è giusto così. Un’ Italia che gioca così è giusto che va fuori

     

    INTERCETTAZIONE

    ROCCO DOMINELLO – ULTRAS JUVENTUS

    Dai quando rientra andiamo a mangiare, dai…

     

    INTERCETTAZIONE

    FABIO GERMANI – PRESIDENTE “ITALIA BIANCONERA”

    Va bene.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Alessandro D’Angelo, il security manager, nell’estate del 2012 raggiunge in ferie Rocco Dominello a Tropea. Insomma, erano amici: al punto che D’Angelo, al telefono, ammette di conoscere cosa fanno gli ultras e i calabresi con i biglietti.

     

    INTERCETTAZIONE

    AL TELEFONO ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Il tuo gruppo probabilmente è composto da 300 persone, quindi io ti permetto di fare, purtroppo a malincuore, business. Ma questo lo faccio non perché mi sei simpatico, semplicemente perché voglio la tranquillità. È inutile che ci nascondiamo: io voglio che voi stiate tranquilli e che noi stiamo tranquilli e che viaggiamo insieme.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    E insieme erano andati anche, secondo quanto riferito dal figlio del Boss ai magistrati, da Andrea Agnelli: e più volte. Ma Agnelli, che va detto non è mai stato indagato alla Procura, ha fornito risposte diverse in momenti diversi. Prima ha negato, poi ha detto di non ricordare e poi che potrebbe averlo incontrato, ma senza sapere chi fosse Rocco Dominello.

     

    MARCO DI LELLO – COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA (LUGLIO 2013-MARZO 2018)

    Il presidente Agnelli ha dichiarato di non averne ricordo, ma da una serie di risultanze pare abbastanza chiaro che il Dominello avesse accesso anche agli uffici anche privati della società.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Agnelli e il suo responsabile della security D’Angelo, hanno dichiarato di non aver mai avuto contezza dello spessore criminale di Rocco Dominello. Uno dei leader dei Viking, la colonna milanese della curva bianconera, ci racconta di un episodio avvenuto tre anni prima degli arresti dell’indagine Alto Piemonte; l’inchiesta era appena partita e in teoria doveva essere segreta.

     

    ULTRAS “VIKING”

    A noi Alessandro D’Angelo, nel lontano 2013, ci dice che c’è un’indagine dei carabinieri in curva per la storia dei calabresi. Ci dice a me, Grancini e un altro ragazzo…

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Ma anche Raffaello Bucci, braccio destro dello slo della Juve, era a conoscenza da tempo dell’inchiesta sui calabresi.

     

    PAOLO VERRA – LEGALE EX COMPAGNA RAFFAELLO BUCCI

    Un anno prima lui mi aveva detto testuali parole: “Io so per certo che alla fine di questo campionato” – ovvero a giugno – “scoppierà la bomba. E quindi io come tanti altri all’interno della curva, ci stiamo organizzando.”

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Se Bucci sapeva e se anche il capo della Security della Juve sapeva delle indagini sui calabresi, come facevano in società a non sapere che Rocco Dominello fosse il figlio del boss? Forse erano rassicurati dal fatto che Rocco Dominello venisse ricevuto perfino dalle istituzioni.

                         

    ULTRAS “VIKING”

    Rocco Dominello veniva a parlare per conto dei Drughi in questura. Cioè, non in un bar, nascosti sotto ad un portico: in questura.

     

    FEDERICO RUFFO

    Possibile che il figlio di un boss di quella caratura entrasse in questura a partecipare alle riunioni sulla sicurezza e nessuno sapesse chi era?

     

    MARCO DI LELLO – COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA (LUGLIO 2013 – MARZO 2018)

    Sul fatto che nessuno sapesse noi abbiamo avanzato più di un dubbio. Stiamo parlando di un signore ufficialmente nullatenente e disoccupato, che andava in giro con una Jaguar e con un tenore di vita decisamente alto. Ma certo, per molti anni la sensazione è che si è fatto finta di non vedere e di non capire.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Altri capi ultras con rapporti con la malavita organizzata incontrano Agnelli. Ad esempio Loris Grancini, leader dei Viking, secondo la procura vicino al clan mafioso dei Rappocciolo; ultimo domicilio conosciuto, il carcere di Opera dove sconta una condanna a 13 anni e 11 mesi per tentato omicidio.

     

    Da fanpage.it – 30/03/2017

    LORIS GRANCINI – CAPO VIKING

    È vero, sono molto vicino alla cosca dei Rappocciolo. È la mamma di mia moglie, non ha nessun fratello uomo in vita, l’ultimo è morto otto anni fa.

     

    RAFFAELLA FANELLI

    Hai mai incontrato Andrea Agnelli?

     

    LORIS GRANCINI – CAPO VIKING

    In occasione dell’inizio dell’anno per parlare di nuovo anno, tifoseria, mi ha detto di coreografie, farci i complimenti.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    È il 5 maggio del 2018, la Juventus ospita il Bologna. A distanza di due anni dall’arresto dei Dominello, i Drughi li troviamo al loro posto a fare affari come sempre. E c’è chi fa bagarinaggio. 

     

    COMPONENTE DRUGHI?

    C’erano dei ragazzi siciliani che me li hanno ordinati, non sono potuti venire e li ho dati a loro; mi hanno telefonato loro.

     

    FEDERICO RUFFO

    Non è bagarinaggio secondo voi questo?

     

    COMPONENTE DRUGHI?

    No, quello non è bagarinaggio. Non è che loro…

     

    FEDERICO RUFFO

    Cioè non l’hanno pagato di più?

     

    COMPONENTE DRUGHI?

    No, no.

     

    FEDERICO RUFFO

    Quindi voi non vendete mai i biglietti a una cifra…

     

    COMPONENTE DRUGHI?

    No, a prescindere che non ce li abbiamo biglietti…

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Loro i biglietti neanche li hanno. Guardate che succede ora. Arriva un altro ultrà alle spalle e - vedete? – gli ha passato una tessera del tifoso. È con quella che cambiano i nomi sui biglietti appena rivenduti. E il tutto avviene davanti agli occhi degli addetti alla sicurezza dello Juventus Stadium.

     

    ADDETTO ALLA SICUREZZA

    Hanno la bancarella fuori in curva Sud. Sono gli unici autorizzati. Vai a sapere come mai sono gli unici!

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    La bancarella dei Drughi si trova subito fuori la recinzione dello Stadium. La competenza è del Comune che però in quel punto non rilascia licenze per ragioni di sicurezza. Eppure i Drughi fino alla fine della passata stagione erano lì a vendere. 

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Tutto lì si fa, tutto allo stadio si fa.

     

    FEDERICO RUFFO

    Cioè lì a quella bancarella i Drughi vendono anche…

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    No, ma in tutto davanti il piazzale. Il piazzale è nostro.

     

    FEDERICO RUFFO

    Quello della curva?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Già. Siamo noi che lo gestiamo! Noi avevamo dentro.

     

    FEDERICO RUFFO

    Dentro lo stadio?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Sì. Dentro lo stadio.

     

    FEDERICO RUFFO

    E lì come funziona? C’è un accordo, c’è una licenza? C’è un accordo?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    No, non c’è niente. Abusivamente. Ma è una cosa normale per lo stadio, capito? Io il 28 sono libero. Me ne vado di nuovo su per andare a metter lo striscione.

     

    FEDERICO RUFFO

    Perché attualmente lo striscione dei “Bravi Ragazzi” non c’è?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Non c’è. Perché hanno fatto diffida a me e allo striscione capito? Senza che ce l’ho intestato io lo striscione. È questa la cosa…

     

    FEDERICO RUFFO

    E quindi ora come pensi di fare per ripristinare lo striscione?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Dovrò andare a parlare alla Juventus.

     

    FEDERICO RUFFO

    E credi che ti riceveranno?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Eh?

     

    FEDERICO RUFFO

    Credi che ti riceveranno?

     

    ANDREA PUNTORNO – LEADER “BRAVI RAGAZZI”

    Certo.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Bryan Herdocia detto “Lo squalo”: 12 anni di Daspo, un arresto nel 2015 dopo una rissa coi tifosi della Fiorentina, una perquisizione nella quale gli vengono sequestrate due pistole, una mazza da baseball, un coltello e 80 carte d’identità false. Servivano per intestare i biglietti per lo stadio a gente inesistente ed erano fatte così bene che lo squalo è stato uno dei più importanti bagarini dello stadio; e lo è ancora oggi: nonostante il Daspo gestisce tutto direttamente da casa sua

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Ad esempio ti faccio vedere questa cosa qua se riesci a vederla. Questo è un biglietto della finale di Berlino.

     

    FEDERICO RUFFO

    Sì, Juve - Barça.

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Bravissimo, questo biglietto ad origine veniva 220 euro. 1500 euro a biglietto.

     

    FEDERICO RUFFO

    1500 a biglietto?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Solo io da solo ne ho piazzati 13.

     

    FEDERICO RUFFO

    Tu i biglietti per Juve Barcellona che si giocava a Berlino, quindi non nello stadio della Juve, da chi li hai presi?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Allora io i biglietti ti dico li ho reperiti direttamente dalla curva

     

    FEDERICO RUFFO

    Di questa vicenda della ‘ndrangheta, dei Dominello, di Rocco, voi quanto sapevate? Cioè si sapeva chi era Rocco?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Io so che quando ho piazzato i biglietti nel 2015 fuori dal Bernabéu, ho piazzato dei biglietti per loro, perché quando Pippo che mi dava i biglietti era nervoso perché un aereo è arrivato in ritardo e la gente non arrivava e servivano subito i soldi, era andato in tilt perché mi diceva: “Tu lo sai di chi sono questi biglietti? Ma tu lo sai questi soldi a chi vanno? Ma se questi non arrivano in tempo e non pagano poi qua finisco male…”

     

    FEDERICO RUFFO

    Qua io finisco male ti ha detto?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Sì, ma sì, perché questo aveva paura.

     

    FEDERICO RUFFO

    Raffaello Bucci di tutto questo cosa sapeva?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Raffaello sapeva tutto.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Lo Squalo ci mostra una chat dello scorso marzo con il braccio destro di Mocciola, Salvatore Cava, in occasione di Tottenham - Juventus, ottavi di finale di Champions League. Hanno venduto 250 sterline l’uno biglietti che ne costavano 35.

     

    FEDERICO RUFFO

    Fino allo scorso anno, alla fine della stagione dello scorso anno, comunque i Drughi continuavano a fare bagarinaggio?

     

    Bryan Herdocia – EX ULTRAS JUVENTUS

    Certo

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Secondo quanti ci riferisce, lo squalo avrebbe piazzato biglietti anche fino a pochi giorni fa, questa e’ una chat dello scorso 18 settembre, il giorno di Valencia – Juve, Champions League. questo il prezziario dei biglietti da piazzare: 95 euro. Questi i biglietti per Juve-Lazio, il 25 agosto. 

     

    SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

    Lo “squalo” fa bagarinaggio da casa colpito da Daspo, cioè non può andare allo stadio, ma lo fa per i Drughi, cioè per quel gruppo che fa riferimento al pregiudicato Dino Mocciola e anche a Rocco Dominello, almeno fino a prima che lo arrestassero. Ecco, ma da dove arrivano i biglietti? Non lo sappiamo. Abbiamo segnalato alla Juventus il fatto che abbiamo raccolto testimonianze che il bagarinaggio continua anche dopo l’inchiesta giudiziaria; e abbiamo anche chiesto se fosse vero che il suo capo della security avesse confidato ad un ultrà l’esistenza di un’indagine anni prima, un’indagine sui calabresi.

    Ecco, hanno preferito tutelarsi dietro il riserbo. E che cosa ha detto il presidente Agnelli in tema di sicurezza? Ha detto che la gestione avveniva attraverso una triangolazione: la Juventus parla con gli ultrà e le forze dell’ordine, gli ultrà parlano con la Juventus e le forze dell’ordine e le forze dell’ordine parlano con ultrà e Juventus. Tutto vero: poi però c’è la sentenza della giustizia penale. Le motivazioni dei giudici della Corte d’Appello sono uscite pochi giorni fa e scrivono, riconoscono la sussistenza del metodo mafioso anche nei confronti della Juventus, seppure con modalità non apertamente intimidatorie perché non ve n’era bisogno”; la Juventus, scrivono, “era ben disposta, come emerso da testimonianze e intercettazioni, a fornire agli ultrà cospicue quote di biglietti e abbonamenti perché li rivendessero e ne traessero benefici, utili, ottenendo come contropartita l’impegno a non commettere azioni violente”.  

    Ecco, insomma, la Juve, secondo i magistrati non è parte lesa, né si è costituita parte civile. Ma è questa l’idea di legalità? Che lo stadio e la sicurezza viene gestita dai capi ultrà pregiudicati? Insomma, da una parte organizziamo ronde per fermare i “vucumprà” che vendono merce abusiva, dall’altra lasciamo che lo stadio sia una zona franca, dove ci sono pregiudicati che incassano milioni di euro in nero, dove c’è gente che risulta nullatenente e va in giro con Jaguar e magari ce la ritroveremo tra coloro che percepiranno il reddito di cittadinanza, se non facciamo attenzione. Di tutto questo ha colpa anche la politica, che nelle curve trova linfa elettorale. Il reato di bagarinaggio è un semplice reato amministrativo, e c’è una riforma, ma è ferma da anni in un cassetto. Poi sarebbe anche vietato e punibile con l’arresto fino a un anno chi introduce striscioni con frasi ingiuriose…

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Febbraio 2014, durante un derby col Torino, i tifosi espongono due striscioni che inneggiano alla tragedia di Superga. La condanna e unanime e rievocano il dolore di chi come Sandro Mazzola, ha perso il padre Valentino.

     

    SANDRO MAZZOLA

    C’è qualcuno che allo stadio porta certi striscioni, ma non c’entra la dirigenza di quella società che son persone eccezionali. Ma quello stadio va chiuso. Per un anno chiuso!

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Anche Andrea Agnelli esprime il suo sdegno; lo fa con un tweet: “No agli striscioni canaglia”.

    Ma dalle intercettazioni emerge che fu proprio il responsabile della sicurezza D’Angelo insieme a Raffaello Bucci – all’epoca un semplice ultrà – a trattare e fare entrare quegli striscioni.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Come ti posso aiutare domenica?

     

    INTERCETTAZIONE RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Eh, mi devi aiutare fratello, perché io ho fatto il lavoro… però mi devi aiutare.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Eh dimmi come: gli striscionisti immagino.

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Eh no, devi capire Ale.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Eh aiutami… Ah, ho capito.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Per non scioperare, gli ultras vogliono che il capo della security D’Angelo, trovi il modo di far entrare gli striscioni vietati. La Juve dovrà pagare una multa per questo, tuttavia lui è disposto sia ad aiutarli che a pagare la multa. Tutto, pur di accontentare i Drughi.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Tanta roba?

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Quanta multa vuoi prendere?

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Io fino a 50 mila.

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Non ce la fai, non ce la fai compa’!

                                     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    No ti prego, non Superga…

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    E invece, Superga sì. D’Angelo è così sotto scacco che non può trattare. Il responsabile della sicurezza deve solo trovare il modo di aggirarla, la sicurezza. 

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Arrivo già armato, pronto.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Minchia, ma in zaini ce l’hai?

                            

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    E dove cazzo li metto?

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Eh appunto, quanti zaini?

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Ma saranno due zaini.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Va bene, va bene, ok.       

                       

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Gli unici furgoni a non essere controllati, sono quelli di panini e bibite: e li usano come cavallo di Troia per far passare gli zaini con dentro 20 metri di striscioni che inneggiano alla morte di 31 persone innocenti. Per questo contatta il direttore dei ristoranti dello stadio.

     

    FEDERICO RUFFO

    Le hanno dato questo zaino e le hanno detto “mi porti dentro questa roba domani”?

     

    ROBERTO PASQUETTAZ – RESP. CATERING JUVENTUS STADIUM

    In realtà mi pare di ricordare fosse proprio il giorno stesso. Questo non è avvenuto neanche attraverso me, ma è avvenuto attraverso uno dei miei uomini.

     

    FEDERICO RUFFO

    Anche Agnelli sapeva che il suo manager della sicurezza il giorno del derby stava trattando con Ciccio Bucci, il pluripregiudicato Dino Mocciola e Rocco Dominello per evitare lo sciopero. 

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Andrea..

     

    INTERCETTAZIONE

    ANDREA AGNELLI - PRESIDENTE JUVENTUS F.C.

    Ohi.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Due ore fa è venuto poi Ciccio a dirmi: “So che ti incazzerai. Ho parlato con Dino che ha parlato con quelli di Milano. Non cantano al primo tempo, cantano al secondo”. Io gli ho detto: “No, gli accordi erano diversi, io non mi esponevo come ho fatto, sto per fare una figura di merda che non avrei mai voluto fare, ma è l’ultima che faccio per voi”.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Ma il giorno dopo la partita, D’Angelo viene convocato in fretta e furia da Agnelli.

     

    INTERCETTAZIONE

    ANDREA AGNELLI - PRESIDENTE JUVENTUS F.C.

    No, ma infatti so quella solo, son gli zaini, entrano gli striscioni, cioè… È l’unica.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Eccomi.

     

    INTERCETTAZIONE

    ANDREA AGNELLI - PRESIDENTE JUVENTUS F.C.

    Dove sei? Quando hai finito vieni da me.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Sì sì, sto finendo e arrivo.

     

    FEDERICO RUFFO FUORI CAMPO

    Nell’ufficio di Andrea Agnelli, D’Angelo scopre di essere stato ripreso dalle telecamere. Tutti sanno che è stato lui.

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Ti devo fare una confessione, te la dico, cerca di capirmi: mi hanno beccato domenica, eh!

     

    INTERCETTAZIONE RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS F.C.

    L’han beccato?

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Mi hanno. Lo zaino.

     

    INTERCETTAZIONE

    RAFFAELLO BUCCI – ULTRAS JUVENTUS

    Sì?

     

    INTERCETTAZIONE

    ALESSANDRO D’ANGELO – SECURITY MANAGER JUVENTUS F.C.

    Sì, ma ho riso perché sono arrivato su dal Presidente, erano andati dal Presidente. Mi ha detto: “Ale sei un ciucco, ti hanno beccato!” Gli ho detto: “Non avevo dubbi che il sistema funzionasse di telecamere”. L’ho detto, a chi dovevo dirlo. C’era il direttore dello stadio e gli ho detto: “Francesco, non te la prendere”. Lui mi ha detto: “No, ma a me va benissimo, tu puoi fare il c… che vuoi, se me lo dici ti aiuto!”. Gli ho detto: “Io non volevo coinvolgere nessuno, visto che è una porcheria assurda che ho fatto”.

     

    SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

    Su questo siamo tutti d’accordo. Dalle intercettazioni è emerso che il presidente Andrea Agnelli, pur conoscendo la trattativa in essere con i tifosi, non era a conoscenza che era stato proprio il suo capo della security a far entrare lo striscione controverso, insomma così, che aveva creato tante polemiche. Lo scopre il giorno dopo. Tuttavia non denuncia. Anzi, qualche mese dopo viene assunto anche Raffaello Bucci, l’altro autore dello striscione, come uomo che teneva rapporti tra ultrà, dirigenza e forze dell’ordine. Ecco, tutto questo è emerso grazie alle intercettazioni dei magistrati antimafia. La Juventus ha rischiato seriamente di essere infiltrata dalla ‘ndrangheta; se questo non è avvenuto è perché ha degli anticorpi forti, più forti di altri.

    Però un suo uomo comunque ha perso la vita per quel contesto che abbiamo raccontato, che è un contesto, attenzione, che non riguarda solo la Juventus; riguarda molte altre squadre. La commissione parlamentare ha fatto un dossier, questo, dal quale emerge, sono 100 pagine circa, dal quale emerge che il calcio è infiltrato dalla mafia. Attraverso i rapporti con gli ultrà, attraverso i finanziamenti e l’acquisizione di quote societarie o attraverso il rapporto diretto con i calciatori e la gestione del calcio scommesse. E poi gli stadi sono diventati megafono di chi è al 41 bis, al carcere duro, che riesce a comunicare all’esterno grazie agli striscioni.

    Ecco, ma il ministro dell’Interno, il sottosegretario Giorgetti con delega allo sport, il ministro della Giustizia, il Coni, la Figc, gli organi di controllo, questo dossier l’hanno letto? Perché è anche una questione di democrazia: controllare una squadra di calcio significa controllare il consenso. Questa è la maglia che indossava Bucci, la maglia ufficiale: ce l’ha regalata durante la nostra inchiesta il figlio, che è ancora innamorato della sua squadra. Se vogliamo che il calcio continui ad essere l’arte dell’impensabile, dell’imprevedibile, che quando meno te l’aspetti un nano dia una lezione di calcio a un gigante, come scriveva Galeano nel suo libro “Splendori e miserie del calcio”, dobbiamo rimboccarci le maniche tutti: politici, forze dell’ordine, dirigenti del calcio e anche noi giornalisti che abbiamo privilegiato in questi anni il racconto dell’epica o della tragedia sportiva, meno quello del fango. Se vogliamo continuare a raccontare il calcio, altrimenti rischieremo di raccontare un calcio dove neanche più l’erba è vera, la dipingono di verde per non rovinare lo spettacolo. E a proposito di erba…

     

     

     

     

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