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    “QUANDO SEI IN DIFFICOLTÀ E QUALCUNO SEMBRA VOLERTI TENDERE UNA MANO PRESTANDOTI DEI SOLDI, FERMATI: È SOLO L’INIZIO DELL’INCUBO” – IL TITOLARE DI UN BAR ROSTICCERIA DI ROMA, GIÀ VITTIMA DI USURA, RACCONTA LA SUA DRAMMATICA ESPERIENZA: “SONO CADUTO IN UNA TRAPPOLA MICIDIALE. CI HO RIMESSO TANTI SOLDI, NON RIUSCIVO PIÙ A PAGARE IL PERSONALE, I FORNITORI O LE UTENZE DEL LOCALE. E AVEVO GENTE INTORNO CHE MI PERSEGUITAVA, CI HO RIMESSO ANCHE DI SALUTE. ORA, CON LA GUERRA ARRIVATA DOPO IL COVID, SONO DI NUOVO IN CRISI, MA…”


     
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    Lorena Loiacono per www.leggo.it

     

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    Gli girano intorno come avvoltoi, gli “strozzini”, e lui purtroppo sa bene quanto è alto il rischio. È già caduto una volta in quella rete che ti avvolge fino a toglierti ogni speranza di futuro: era quasi riuscito a uscirne ma adesso, dopo il Covid e con la guerra voluta da Putin che ha fatto schizzare alle stelle ogni spesa, li rivede avvicinarsi.

     

    «Quando sei in difficoltà e qualcuno sembra volerti tendere una mano prestandoti dei soldi, fermati: perché quello è solo l’inizio dell’incubo».

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    L’incubo si chiama usura, che sta prendendo sempre piu spazio a Roma. Lui si chiama Giulio (nome di fantasia per tutelarne l’incolumità): ha un bar rosticceria ma, con i tempi poco felici che corrono, rischia di chiudere.

     

    Perché?

    «Non ce la faccio ad andare avanti. È ovvio che le persone, se non arrivano a fine mese, non vengono a spendere soldi al bar per un aperitivo. E qui purtroppo i conti non tornano».

     

    Qualcuno le ha teso una mano?

    «Per carità, ho imparato sulla mia pelle a diffidare di chi appare e ti offre aiuto: è meglio starne alla larga. Sto rivedendo intorno a me vecchie dinamiche che già una volta, prima ancora del Covid, mi hanno messo in ginocchio».

     

    In che modo?

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    «Ti vengono incontro degli sconosciuti, ti prestano i soldi e poi diventano sempre più pressanti per riaverli. Tu non puoi sanare il debito e, senza che te ne accorgi, arrivano intorno a te altre persone che ti offrono denaro per ripagare i debiti che già hai. In un attimo ti ritrovi strozzato, a vivere nella paura».

     

    Quindi lei è rimasto vittima di più gruppi organizzati?

    «Sì, sono caduto in una trappola micidiale. Ci ho rimesso tanti soldi, non riuscivo più a pagare il personale, i fornitori o le utenze del locale. E avevo gente intorno che mi perseguitava, ci ho rimesso anche di salute: un incubo».

     

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    Come ne è uscito, all’epoca?

    «Denunciando, mi sono rivolto all’ambulatorio anti usura di Confcommercio Roma e mi hanno dato assistenza. Ora ci sono le indagini in corso, nel frattempo ho avuto accesso ai fondi regionali e statali anti usura e mi ero ripreso».

     

    Ma adesso è di nuovo in crisi...

    «Purtroppo sì, la prima volta ho fatto fatica a rialzarmi ma c’ero riuscito. Adesso però, con la guerra arrivata subito dopo la crisi dovuta al Covid, sono di nuovo in crisi: ma non mi metterò certo nelle mani sbagliate. Temo che sarò costretto a chiudere».

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