SALVINI MELONI BERLUSCONI 66
Dagoreport
Pezzo dopo pezzo, scazzo dopo scazzo, il puzzle delle caselle di potere si sta componendo.
Tra veti, compensazioni, crisi isteriche e “manuali Cencelli”, il centrodestra si avvicina a un accordo.
ANTONIO D'AMATO
MISE
Giorgia Meloni aspetta il sì di Antonio D’Amato, considerato l’ultimo presidente di Confindustria che ha avuto la capacità di incidere.
Il retropensiero che aleggia su D’Amato, e crea un po’ di scetticismo, è la grande influenza che esercita su di lui la moglie, Maria Luisa Faraone Mennella (in passato subì un sequestro di beni da 5,5 milioni per una presunta evasione fiscale in un’inchiesta per false fatture).
Al posto dell’ex presidente di Confindustria potrebbe ascendere il consigliori Guido Crosetto, che spinge per portare sotto l’ombrello del Mise anche il dicastero della Transizione ecologica guidato dal vanitoso Roberto Cingolani e quello dell'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, dove troneggiava l'inutile Vittorio Colao.
crosetto meloni
ESTERI
Il candidato più accreditato, che ha anche l’ok di Mattarella, è Antonio Tajani. L’ex presidente dell’Europarlamento, dall’alto della sua ambizione, non vede l’ora di gonfiare il petto e trotterellare per il globo con la sua corte adorante di feluche.
licia ronzulli antonio tajani
Eppure il prestigioso incarico, sotto sotto, lo spaventa: teme che una volta entrato alla Farnesina, lo scorrazzare in giro per il mondo finisca per tenerlo troppo lontano dalla stanza dei bottoni di Forza Italia.
Il partito finirebbe, senza grandi ostacoli, nelle grinfie di Licia Ronzulli, che già lo controlla al 50 per cento. Ecco perché Tajani valuta di infilarsi in un ministero che lo tenga più vicino a Roma. Al suo posto è pronto l’ex capo del Dis, l’ambasciatore Giampiero Massolo.
GIUSTIZIA
giulia bongiorno matteo salvini
Il nome caldo per Salvini, Giulia Bongiorno, non piace a Giorgia Meloni che vorrebbe Carlo Nordio. L’ex magistrato, a sua volta, sconta il veto di Salvini e Berlusconi. Il Cav, affezionato a chi maneggia cavilli e leggi (anche ad personam), preferirebbe la presidente uscente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, o il suo avvocato turbo-garantista Francesco Paolo Sisto.
Quel che conta davvero però è trovare un nome che non aizzi il vero contropotere d’Italia: la magistratura. Quando si risvegliano le procure, iniziano a volare supposte a testata multipla difficili da schivare, anche per chi siede a palazzo Chigi.
SILVIO BERLUSCONI E MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI
ECONOMIA
Nel fine settimana Meloni avrà un incontro con l’economista nel comitato esecutivo della Bce, Fabio Panetta. Non sarà l’ennesimo tentativo di convincerlo a fare il ministro dell’Economia (il suo no è stato netto) ma una richiesta di consigli.
il banchiere fabio panetta
La leader di Fratelli d’Italia chiederà una terna di nomi papabili per via XX settembre. L’ipotesi Giorgetti s’è complicata prima ancora di prendere corpo: Salvini lo ha delegittimato e lui stesso, che ha un coraggio al semolino, ha fatto subito dietrofront dicendo di non sentirsi all’altezza.
domenico siniscalco
L’ipotesi Siniscalco non dispiace, vista la sua precedente esperienza nel ruolo (direttore generale del Tesoro, ministro dell’Economia nel governo Berlusconi tra il 2004 e il 2005). Sul suo nome però gravita l’antipatia del neo-eletto deputato di Fratelli d’Italia Giulio Tremonti.
Il professore di diritto tributario, che fu costretto a lasciare la poltrona del Mef proprio a Siniscalco dopo le pressioni di Gianfranco Fini che aveva parlato di “conti truccati”, ha sempre sospettato che dietro l’avvicendamento ci fosse lo zampino del suo successore. Della serie: ha tramato per farmi fuori.
Meloni Tremonti
Per gli “addetti ai livori”, una ipotesi per il Mef porta a Luigi Buttiglione, che fu compagno di stanza di Mario Draghi ai tempi di Bankitalia. Uscito da Palazzo Koch, con un curriculum eccesionale, è stato tirato in ballo lo scorso luglio da un articolo de l’Espresso secondo cui era “considerato dal mondo della finanza internazionale un punto di contatto con Fratelli d’Italia”.
SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI
Seguì una smentita piccatissima di Giorgia Meloni: “Leggo su L’Espresso che l’uomo chiave di Fratelli d’Italia, soprattutto per il contatto con il mondo della finanza, sarebbe un tal economista Luigi Buttiglione. Purtroppo né io né i vertici di Fdi sappiamo chi sia. Chiedo la cortesia al direttore dell’Espresso Abbate di mandarmi il numero di telefono di questo Buttiglione in modo da poter parlare con chi ha in mano le sorti del partito che presiedo”.
luigi buttiglione
All’articolo, Buttiglione si limitò a precisare che il suo unico contatto con Fratelli d’Italia “è stato un incontro con l’Onorevole Meloni alcuni anni orsono insieme ad altri colleghi della istituzione finanziaria per cui lavoravo, così come di routine con leader politici non solo italiani”.
CEO e fondatore della società di consulenza finanziaria LB Macro con sede a Lugano, Buttiglione è piuttosto conosciuto nel mondo degli investitori ma sconta il “peccato” di non essere ben introdotto nel Sistema di potere interno al ministero. E senza il supporto del deep state anche il miglior tecnico finirebbe fuori giri.
MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI
In ogni caso, chiunque andrà al Mef si ritroverà il responsabile economico di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, come viceministro (per quanto apprezzato dal partito e da Giorgia Meloni, a Leo manca lo spessore internazionale per rassicurare i mercati che invece Siniscalco porta in dote).
Il futuro ministro avrà una rogna aggiuntiva, oltre alla gestione dei conti e della cassa: dovrà tenere sotto controllo il ministero delle Infrastrutture nell’eventualità che ad occuparlo sia Matteo Salvini - a cui Giorgia non può dire di no dopo la strada sbarrata per il Viminale. E’ il dicastero che avrà la fetta più importante dei fondi del Pnrr e con il Capitone in pieno impeto post-elettorale, sarà necessario un occhiuto monitoraggio dal Mef per evitare papocchi. Comunque, la premier in pectore si consulterà con Mattarella per il dicastero più nevralgico dell'esecutivo.
matteo piantedosi
INTERNO
Il candidato numero uno è il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Il suo nome non dispiace al Colle anche se, negli ultimi giorni, è riemersa la spiacevole vicenda legata alla morte di Marco Biagi, ucciso dalle Br il 19 marzo 2002.
gabrielli salvini piantedosi
Nell’estate del 2001 il giuslavorista (dopo le molte minacce ricevute) chiese all’allora capo di Gabinetto della Prefettura di Bologna, Piantedosi, che non gli venisse tolta la scorta anche a Bologna (a Roma era già stata revocata). Purtroppo la sua richiesta non fu accolta: nell’autunno 2001 la scorta gli fu tolta e pochi mesi dopo venne assassinato. Rimane in ballo il nome dell’ex prefetto Giuseppe Pecoraro.
adolfo urso verso kiev
DIFESA
A raccogliere l’eredità di Lorenzo Guerini dovrebbe essere Adolfo Urso. La seconda scelta potrebbe essere Antonio Tajani se non va agli Esteri. Per il Copasir, la cui guida va all’opposizione, sono in corsa Enrico Borghi e Guerini, entrambi del Pd.
salvini giorgetti
Per i Beni Culturali c'è il nome di Giampaolo Rossi (prendere il posto di Fuortes non conviene visto che il mandato in Rai scade fra un anno e mezzo). Per l’Istruzione è in pole Anna Maria Bernini con le sue parrucche variabili, all’Agricoltura il favorito è il leghista Gian Marco Centinaio che s’avvantaggerebbe del no secco di Salvini a Garavaglia, giudicato troppo vicino a Giorgetti.
Posto quasi certo a Palazzo Chigi, come sottosegretario, per l’ideologo di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari (ma non si esclude un super tecnico perché la Meloni ha bisogno di Fazzolari h24).
anna maria bernini foto di bacco
IL NODO RONZULLI
La Meloni, con Berlusconi survoltato dalle punturine, non riuscità a tenerla fuori dal governo rifilandole un dicastero di fascia zeta. Sa bene che alla fine sarà Mattarella a decidere e la Mummia Sicula ha molti dubbi sul curriculum dell'ex infermiera/segretaria di Berlusconi.
A quel punto, piuttosto che finire in un ministero senza portafoglio, la diabolica rasputin in gonnella potrebbe preferire di fare il capogruppo al Senato di Forza Italia continuando a rosicchiare potere a Tajani nel partito e posizionando al tavolo dei ministri un suo fedelissimo.
licia ronzulli 10
GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI MASSIMO GARAVAGLIA.
giuseppe pecoraro
licia ronzulli 12
centinaio salvini e calderoli cercano il mes ADOLFO URSO