dybala
Matteo Dalla Vite per la Gazzetta dello Sport
Non è tanto quel che ha fatto. E' che ne ha fatta... un' altra. E questo secondo fuoriprogramma in pochi giorni alla Juventus non è piaciuto. Tu chiamala, se vuoi, intemperanza, esondazione caratteriale o nervosismo pulsante, ma non c' è dubbio che il presente di Paulo Dybala sia senza sorriso. Senza Joya.
MULTA NO, DISCORSO Sì Dicevamo: non è tanto l' aver tirato i parastinchi una volta sedutosi in panchina dopo un' altra sostituzione. No, quanti calciatori lo hanno fatto. E' l' aver attirato l' attenzione con un gesto di stizza che sbatte contro il codice della Juve, «ricettario» di comportamento che l' anno scorso venne messo a dura prova più volte. Ieri Paulo ha trascorso il post-Lisbona a casa, in famiglia, col fratello Mariano e mamma Alicia, parlando della contemporaneità dei compleanni di Palermo e Juve, twittando gli auguri prima all' uno e poi all' altra suscitando irritazioni social per le tempistiche.
dybala
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Nessun caso. La Juventus, invece, ha passato un po' della propria giornata a riflettere su quel lancio figlio della frustrazione («Non gli riesce nulla», ha detto Allegri) che segue la frase pronunciata a Udine nel momento del cambio. E dalla riflessione è filtrata una seccatura, un fastidio da parte del club bianconero, che se ha dimostrato di saper chiudere un occhio per l' espressione della Dacia Arena, beh, adesso cercherà di raddrizzare un po' la situazione perché il momento giusto è questo.
Come? La sostanza è che Dybala non verrà multato, ma un bel discorsetto lo dovrà non solo ascoltare ma... sentire, farlo proprio, per rientrare nei binari della solita Joya, quella sorridente e trascinante. Tradotto: diamoci un taglio a qualsiasi esternazione equivocabile.
NUMERI Sta di fatto che la Joya vera al momento non c' è. La gara di Lisbona, il Diez della Juve l' ha vissuta con un giocatore appiccicato alle calcagna (Battaglia) e con addosso il tipico «vorrei ma non riesco», situazione che aumenta il nervosismo e quindi la percentuale di fallibilità.
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Dybala (confermato da Sampaoli per l' Albiceleste) vive un momento doppiamente ruvido: fuori dal campo è parzialmente «preso» dal sistemare situazioni legate all' ex procuratore; calcisticamente, invece, non riesce a spezzare l' incantesimo. Il suo presente parla di un solo gol (alla Spal) nelle ultime 8 partite, due rigori sbagliati e un digiuno in Champions League che ha ormai oltrepassato i 200 giorni, visto che l' ultima esultanza (una doppietta) è datata 11 aprile 2017 contro quel Barça che dopo la sosta arriverà all' Allianz Stadium.
LA MAGLIA Dybala in sosta coatta quindi, dentro un parcheggio momentaneamente senza uscita: ma lasciarsi andare a un' altra esternazione no, non è il caso. Tanto più vestendo la maglia-simbolo del club, un totem che secondo la società non ammette (da sempre) messaggi sbagliati o sceneggiate.
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«Dobbiamo mettere i giocatori nelle condizioni migliori per rendere in campo - aveva detto l' ad Beppe Marotta prima del match vinto contro il Milan riferendosi a Paulo - e dobbiamo supportarli anche nelle attività extracalcistiche (...) Stiamo cercando un Dybala che possa rappresentare la nostra storia». L' operazione recupero... joya comincia oggi, una caccia al tesoro che non ammette più fermate. Fuoriprogramma.