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    TAXI AMARI - IL TRIBUNALE DI MILANO HA CONDANNATO 5 TASSISTI A VERSARE 3MILA EURO A TESTA A BENEDETTA ARESE LUCINI, EX RESPONSABILE IN ITALIA DI "UBER" CHE ERA STATA RICOPERTA DI INSULTI NEL 2015, NEI MOMENTI PIÙ ACCESI DELLO SCONTRO ATTORNO ALL'INTRODUZIONE DELL'APPLICAZIONE IN ITALIA - ALCUNI DI LORO AVEVANO POSTATO SU FACEBOOK FOTO CHE LA ASSOCIAVANO "A UNA BALENA E A UNA SCROFA" - I TASSISTI SI DIFENDONO DICENDO CHE...


     
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    BENEDETTA ARESE LUCINI BENEDETTA ARESE LUCINI

    Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per www.corriere.it

     

    I commenti e le foto su Facebook che alcuni taxisti milanesi riservarono nel 2014-2015 all’allora responsabile in Italia di «Uber» Benedetta Arese Lucini, nel momento più incandescente dello scontro attorno all’applicazione che li sostituiva […] tracimarono in «insulti gratuiti» alla manager, «associata pubblicamente ad una balena ed a una scrofa» con «offese connotate anche da un indirizzo di spregio tipicamente sessista».

     

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    E siccome «nessuno, malgrado il tempo trascorso, ha ritenuto di esprimere un gesto di ristoro alla persona offesa» patrocinata dall’avvocato Monica Bonessa, e anzi alcuni imputati in aula «hanno rivendicato la correttezza del proprio operato», il Tribunale, oltre a condannare cinque taxisti a 600 o 400 euro di pena pecuniaria per diffamazione di Lucini, ha condizionato il beneficio della sospensione condizionale della pena al risarcimento di una provvisionale […] di ben 3.000 euro a testa.

     

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    A giudizio erano finiti cinque dei taxisti che su una pagina Facebook («Uber Verità», aperta a inizio 2014 con un centinaio di iscritti) avevano ad esempio postato una fotografia che ritraeva la manager al supermercato, con sotto un commento secondo il quale «la balena» comprava cibo perché aveva bisogno di mangiare di più per far aumentare il suo sedere; altri post additavano «è aperta la caccia alle scrofe», o indicavano «nella foto la Lucini e i suoi autisti abusivi», sotto la foto appunto di «una scrofa che allattava i cuccioli».

     

    Gli imputati, difesi dall’avvocato Marco Giustiniani, si difendevano contestualizzando i loro messaggi Facebook nel tentativo all’epoca di «far emergere una strategia aziendale piuttosto spregiudicata di Uber su scala internazionale», e sostenendo che l’evocazione della balena derivasse dal fatto che la società veniva così descritta in vari contesti informativi che evidenziavano la capacità del «pesce grosso» di annientare i «pesci piccoli» sul mercato.

     

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    […] Ma la giudice monocratica Elisabetta Canevini osserva che «le frasi e le offese rivolte a Benedetta Arese Lucini hanno assunto un connotato sessista che poco può trovare attinenza con lo svolgimento della sua attività professionale», […]

     

    E che sia così, argomenta la giudice, lo dimostra il fatto […] «che nessuno dei soggetti successivamente incaricati di ricoprire il medesimo ruolo in Uber hanno subìto lo stesso trattamento, pur essendo ancora attiva la problematica sull’inserimento di Uber nel mercato italiano: se nemmeno lui ha colto il collegamento tra la “balena” e la società Uber, forse si trattava di un collegamento non così evidente o esplicito nei suoi pretesi significati». Neppure può valere, per la giudice, la scriminante della reazione a una provocazione[…]

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