Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”
Se a 26 anni non studi, fai la bella vita con gli amici, non lavori né hai mai lavorato e te ne guardi bene dal cercare un impiego, come puoi pretendere che tuo padre, che per giunta fa l' operaio, continui a mantenerti? Se non c' è limite alla vergogna qualcuno deve pur mettere un freno al fancazzismo militante. E quel qualcuno, stavolta, è stato il giudice di Pordenone che ha stabilito che tra un anno la signorina in questione dovrà dire addio all' assegno di mantenimento del genitore che si era rivolto al tribunale perché non tollerava più di dover sborsare 200 euro al mese alla figlia fannullona.
tribunale
Certo, non si tratta di una grande cifra, ma si dà il caso che il papà, come detto, non abbia un lavoro particolarmente remunerativo. Se poi aggiungiamo che il padre, separato dalla moglie, sgancia la somma da dieci anni all' ex consorte per il sostentamento della ragazza, be', il totale supera i 20 mila euro.
La sentenza, dunque, tra dodici mesi metterà fine a un vero e proprio salasso. E dire che in questi casi i magistrati si sono spesso schierati dalla parte dei figli secondo il principio per cui la prole va mantenuta fino al raggiungimento dell' indipendenza economica: l' orientamento però, come vedremo, negli ultimi anni è cambiato.
Nel caso specifico il giudice non ha potuto ignorare le centinaia di foto che la ragazza, la quale peraltro ha abbandonato la scuola non ancora maggiorenne, ha pubblicato nel tempo sul proprio profilo Facebook, scatti che la ritraggono quasi sempre mentre fa festa con gli amici, compra vestiti nuovi e si dà alla pazzia gioia in vacanza.
ASSEGNO DI MANTENIMENTO DEI FIGLI
Alla caccia a un impiego molti ormai preferiscono la caccia ai "mi piace", i tempi purtroppo sono questi. «Si voleva far capire al tribunale che la giovane non si dà da fare per cercare un lavoro, questa situazione non poteva durare all' infinito» spiega l' avvocato del papà. «Se la ragazza non è autosufficiente è colpa della sua inerzia. Il padre è contento», continua il legale, «è convinto che sia una sentenza educativa e che alla figlia sia stata data una lezione di vita». Già.
La controparte invece sperava che il giudice tenesse conto di un' altra sentenza, emessa un anno fa sempre dal tribunale di Pordenone, in base a cui un padre è stato obbligato a versare 350 euro al mese alla figlia, anche lei 26 enne, perché non aveva raggiunto l'indipendenza economica. Il padre si era reso disponibile a farsene carico soltanto in caso di bisogno, ma non era più disposto a scucire la somma solo perché la ragazza non voleva trovarsi un lavoro dopo aver scelto di abbandonare l' università. Il giudice ha deciso diversamente.
assegno mantenimento alimenti
E però di recente la Cassazione, in più occasioni, ha stabilito lo stop all'assegno di mantenimento dei figli maggiorenni nei casi in cui l'indipendenza economica non sia stata raggiunta per un atteggiamento di inerzia o per un ingiustificato rifiuto di occasioni di lavoro.
C'è stato il caso del figlio di 30 anni che pretendeva ancora la "paghetta" dal papà nonostante il lungo periodo trascorso a bighellonare all' università e quello della signora di 33 che dopo aver conseguito la laurea in medicina e aver ottenuto l' abilitazione per fare l' odontoiatra chiedeva ancora i soldi al padre perché non aveva voglia di cominciare a lavorare. E ancora, una 36 enne laureata in architettura, pur non avendo uno straccio di lavoro e vivendo ancora con la madre, ha rifiutato un impiego offertole dal padre nel settore dell' edilizia: anche lei voleva continuare a scroccare, ma le è andata male e la cosa non ci dispiace neanche un po'.