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    IL TURISMO VA IN BIANCO A NATALE – TRA CANCELLAZIONI, NUOVE RESTRIZIONI E PAURA DI OMICRON, NELLE STRUTTURE ALBERGHIERE ITALIANE SONO VUOTE SEI CAMERE SU DIECI – DOPO IL BOOM DELL’ESTATE E L’AUTUNNO CHE HA RETTO, ORA È UN DISASTRO: NEL NORD EST L’OCCUPAZIONE MEDIA È AL 39,8%. IL SUD E LE ISOLE SOFFRONO ANCORA DI PIÙ…


     
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    Giacomo Galeazzi per www.lastampa.it

     

    david di michelangelo con la mascherina david di michelangelo con la mascherina

    Effetto-incertezza sulle vacanze di Natale. Vuote sei camere su dieci. «Tra cancellazioni e rallentamento delle prenotazioni, tutti i comparti, dalle agenzie di viaggio agli alberghi, dai servizi turistici alle guide, stanno tornando in sofferenza: sarà necessario intervenire, rinnovando e prolungando i sostegni alle imprese e le tutele per i lavoratori», afferma Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti.

     

    vittorio messina assoturismo confesercenti vittorio messina assoturismo confesercenti

    La scure dell’incertezza sul turismo, dunque. L'occupazione media delle strutture alberghiere del Nord Ovest è stimata al 42,9%, mentre per il Nord Est si ferma al 39,8%. Un certo dinamismo del mercato è atteso per le strutture del Centro, per le quali si stima una saturazione media del 41,7%, a differenza delle strutture ricettive del Sud-Isole che invece soffrono di più e resterebbero al 30,1% di camere occupate.

     

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    «Dopo un'estate e un autunno positivi, l'inverno ha portato purtroppo una netta inversione di tendenza- sottolinea Messina-. La ripresa dei contagi in Europa, specie nei mercati tradizionalmente forti dell'Italia, ha avuto un impatto pesantissimo sulla domanda estera, cancellando circa un milione di pernottamenti. E l'ombra delle restrizioni sta rallentando anche la domanda italiana, nonostante il nostro Paese sia, allo stato attuale, una delle mete più sicure del mondo».

     

    Freno al turismo

    turismo covid turismo covid

    L'incertezza frena il turismo delle feste, e lascia vuote 6 camere su 10. Le criticità emerse nell'ultimo periodo, a partire dalla ripresa dei contagi, si fanno sentire sull'industria turistica italiana. E se per ora il fenomeno delle cancellazioni appare circoscritto, si segnala un forte rallentamento delle nuove richieste di servizi, soprattutto da parte della domanda straniera.

     

    Tanto che, ad oggi, nel periodo delle festività le strutture ricettive dovrebbero registrare un tasso di occupazione medio delle camere pari solo al 40%. A rivelarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo Confesercenti, su un campione di 1.332 imprenditori del comparto alberghiero.

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    Complessivamente per le imprese del turismo le festività natalizie 2021/2022 saranno meno drammatiche delle precedenti, condizionate da restrizioni e lockdown di Capodanno, ma appaiono comunque deludenti rispetto alle attese iniziali. In base alle informazioni raccolte, si stima che saranno circa 14,6 milioni i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane durante il periodo delle festività, contro i quasi 17 milioni che si registravano prima della pandemia. Italiani e stranieri.

     

    Turisti in patria

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    Ad essere ampiamente maggioritaria sarà la domanda italiana (85%), mentre le presenze degli stranieri rimangono al palo, con un totale di circa 2,2 milioni di pernottamenti, concentrati soprattutto nelle città d'arte e in montagna, in particolare nelle strutture alberghiere a 4/5 stelle. Il flusso nei giorni del Natale sarà il 25% di quello dell'intero periodo; tra Capodanno e l'Epifania si registrerà il rimanente 75%.

     

    Un trend sostanzialmente analogo e' previsto per le strutture alberghiere ed extralberghiere, per le quali si stima un tasso di occupazione camere rispettivamente del 40,6% e del 39,4%. Gli andamenti, però, sono fortemente differenziati per tipologia di destinazione ed area geografica. Sono proprio le aree di montagna ad avere le prospettive migliori: i tassi di occupazione delle località montane dovrebbero attestarsi al 60%, circa 20 punti sopra la media nazionale.

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    Anche per le città d'arte e per le aree termali i tassi di occupazione dovrebbero registrare valori al di sopra della media italiana, rispettivamente il 49,6% e il 46%. Relativamente bene anche località dei laghi, con una saturazione delle camere disponibili stimata al 40,6%.

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