Francesco Grignetti Paolo Russo per "La Stampa"
GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI
Produrre vaccini in Italia attraverso un Polo nazionale, cooperazione pubblico-privato, adeguati finanziamenti dello Stato e normativa specifica, con stabilimenti produttivi e centri di ricerca. È alta l'ambizione del ministro Giancarlo Giorgetti, che si vede parte integrante dell'Europa, a differenza di Matteo Salvini che non perde occasione per esprimere il suo euroscetticismo.
Anche ieri, incontrando il governo di San Marino, Salvini ha insistito: «Fanno bene quei Paesi europei come l'Austria che si stanno muovendo a 360 gradi». Giorgetti insiste invece nel voler portare l'Italia dentro il network industriale a cui sta lavorando la Commissione europea.
GIANCARLO GIORGETTI
Seconda riunione, ieri, al ministero per lo Sviluppo economico per creare la filiera del vaccino. Erano presenti i vertici di Farmindustria e dell'Aifa, il nuovo commissario straordinario Paolo Figliuolo, e pure Franco Gabrielli, il supervisore sui servizi segreti, giusto per sottolineare la delicatezza del tema.
Spiega il ministro in Parlamento: «Si sta procedendo a individuare le aziende che dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico potrebbero essere in grado, in un ristretto arco temporale, di produrre vaccini in Italia, anche sulla base di accordi con le multinazionali detentrici dei brevetti».
GIANCARLO GIORGETTI
I tempi non saranno brevissimi. Si parla di almeno 12 mesi, tra autorizzazioni e riconversione di stabilimenti. Per creare linee nuove di produzione, occorrono materie prime non usuali, e macchinari complicati che si chiamano bioreattori. Poi viene la fase finale: l'infialamento. Ci si può lavorare sulla base di licenze altrui, oppure credere in prodotti nuovi. Tra l'altro il governo precedente ha investito milioni di euro, attraverso Invitalia, in un vaccino tricolore che si chiama Reithera.
GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO
Ma l'ambizione, appunto, è alta. E si possono utilizzare i miliardi del Recovery. «La pandemia - scandisce Giorgetti - deve diventare quell'evento straordinario che, se affrontato con visione prospettica e una ferma volontà di iniziativa, può essere l'innesco per una ricrescita del Paese e un'occasione di sviluppo di aree tecnologicamente strategiche per le nuove generazioni».
AIFA AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Ne va di un pezzo di futuro. «L'Italia non può essere assente da questo scenario, pena l'impoverimento sociale e la fuga all'estero dei nostri giovani per cercare nuove opportunità di impiego e ricerca in realtà più progredite».
ASTRAZENECA
Nell'immediato, però, si deve spingere sul Piano vaccinale. A ieri erano 4 milioni 650 mila le prime somministrazioni; 1 milione e mezzo i vaccinati. Non è abbastanza con le varianti che stanno dilagando nel Paese. Perciò il commissario Figliuolo e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, cercano di rimettere ordine nella logistica e la babele regionale delle priorità, mentre il ministero della Salute dà il via libera alla dose unica per chi per chi si è infettato al massimo sei mesi fa e a non più di 3 mesi di distanza dall'infezione.
vaccino astrazeneca
Il governo preme per utilizzare su più larga scala il vaccino AstraZeneca, di cui sono attese 3 milioni e 840mila dosi tra marzo e aprile, più altre 10 milioni di dosi nel secondo quadrimestre. Numeri ai quali va aggiunto il milione e 230mila di dosi già consegnate ma bloccate nei frigoriferi, per scorta ma anche perché in molte Regioni tardano gli accordi con i medici di famiglia.
vaccino astrazeneca
Attualmente, AstraZeneca può essere somministrato soltanto agli under 65. Presto potrebbe essere esteso anche alla fascia 65-79. In questo senso c'è un pressing del governo sull'Aifa, e nel giro di qualche giorno potrebbe arrivare un via libera per l'utilizzo anche per questi anziani, tra i quali molti fragili, oggi in attesa.
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Se si guarda alle statistiche, sono appena 156.469 i vaccinati nella classe tra 70-79 anni. Ovvio: sono stati esclusi dal vaccino AstraZeneca, ma non hanno avuto ancora accesso a Pfizer e Moderna, utilizzati per gli over 80, i sanitari, più gli operatori e gli ospiti delle Rsa.
vaccino astrazeneca
Con il vaccino britannico si potrebbe procedere spediti senza dover accumulare scorte dato che il ministero della Salute ha deciso di spostare a tre mesi la seconda dose. Un passo che si farà ancora più spedito a fine marzo. Dopo il via libera dell'Ema, atteso per l'11 marzo, arriveranno le prime dosi del ritrovato di Johnson&Johnson, per il quale non serve proprio fare il richiamo.
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