Claudio Antonelli - Alessandro da Rold per la Verità
DANIELE FRANCO
Tra big e mini, quest' anno vanno in scadenza 41 cda di controllate pubbliche. A cui si aggiunge uno degli incarichi più delicati per il governo: quello del Ragioniere generale dello Stato. Daniele Franco, nominato da Enrico Letta, scade a maggio e per il successore si fa il nome di Biagio Mazzotta oggi a capo dell' ispettorato generale del bilancio.
In tempi di manovra il parere della Ragioneria è fondamentale e il governo entrante dovrà ben valutare. Così ne consegue che l' infornata di nomine sarà ampia e complessa. Ampia perché ogni consiglio porta con sé una media di dieci incarichi. E i conti sono presto fatti. Complessa perché se immaginiamo un governo che dovrà mediare tra Lega, M5s e una dose di Forza Italia la sintesi sarà impegnativa.
SALVINI MELONI GIORGETTI 1
Si va da Cassa depositi e prestiti, fino alle controllate Rai, passando per Sogei, Simest, Telespazio, Invimit e il Gestore elettrico. Mentre per la nomina dei vertici di Agcom - tanto cari a Silvio Berlusconi - c' è da attendere la primavera del 2019. E da scommettere che se il leader di Fi vorrà avere voce in capitolo sul successore di Marcello Cardani dovrà accettare di aver poca voce in capitolo sul resto.
antonio guglielmi
Se nella Lega a tirare le fila da tempo è il vicesegretario Giancarlo Giorgetti, ora impegnato nella partita di governo, per capire il M5s bisogna partire da Mediobanca. Da giorni nel capoluogo lombardo circola l' indiscrezione che piazzetta Cuccia spinga Luigi Di Maio, sia perché da sempre l' ex banca di sistema corre in soccorso dei vincitori (Roberta Furcolo, moglie dell' amministratore delegato Alberto Nagel firmò un appello pro Matteo Renzi negli anni passati) sia perché a Londra i grillini possono contare su uomo di fiducia, ovvero Antonio Guglielmi, capo equity market di Mediobanca.
Non solo. C' è una cabina di regia sulle nomine nelle partecipate statali all' interno del Movimento 5 stelle. È una sorta di comitato, composto da quattro persone fedelissime al candidato premier Di Maio, di cui una in particolare viene considerata il braccio operativo, un grillino che ha buoni contatto con la Lega di Matteo Salvini. È Stefano Buffagni, ex consigliere regionale lombardo ora eletto con i pentastellati.
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA
Lombardo di Bresso, dottore commercialista, l' ex consigliere regionale grillino è persona pratica che ha condotto in questi anni un lavoro molto ravvicinato con la Lega. In particolare sul referendum per l' autonomia Lombarda come sul voto elettronico, dove i 5 stelle hanno votato insieme alla maggioranza di centrodestra del Consiglio della Lombardia.
Secondo gli spifferi del Pirellone, sarebbe dovuto essere Buffagni il vero candidato 5 stelle per le regionali, ma alla fine ha preferito seguire il leader Di Maio a Roma. Buffagni è considerato l' eminenza grigia del Movimento, ha lavorato su Expo, conosce bene il tessuto economico politico del Nord Italia e soprattutto ha un rapporto di fiducia con Davide Casaleggio, patron della Casaleggio associati.
luca lanzalone
Insieme con Buffagni, oltre a Di Maio, nel comitato siedono Laura Castelli, torinese, laurea in economia aziendale, nonché ex membro della commissione Bilancio nella precedente legislatura, ma soprattutto Luca Alfredo Lanzalone, avvocato di Genova, attuale presidente di Acea, la partecipata del Comune di Roma. Stando a quanto filtra dalle maglie grilline, è Lanzalone, noto per la mediazione con gli americani sullo stadio della Roma, il nome che i pentastellati potrebbero proporre per la presidenza di Cassa depositi e prestiti, al posto di Claudio Costamagna.
Stefano Donnarumma
Un altro nome di peso della classe dirigente M5s è Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Acea, che però punterebbe alla poltrona di Francesco Starace in Enel. È probabile che il comitato possa farsi sentire anche sui prossimi rinnovi di Saipem, la partecipata Eni dove il nome di Francesco Caio, è considerato dai grillini come il vecchio establishment.
davide casaleggio francesco micheli
Per questo avanza il nome dell' attuale direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via visto da tutti come elemento «tecnico». Infine non vanno trascurati i rapporti del sindaco di Torino, Chiara Appendino con il presidente di Crt, Giovanni Quaglia: la nomina di Quaglia fu un' operazione sponsorizzata l' anno scorso da Fabrizio Palenzona, ex vice presidente di Unicredit. Del resto, che i grillini abbiano capito come gira il potere in Italia lo dimostra la visita di Casaleggio alla casa di Francesco Micheli in piazza Castello, a Milano, nelle scorse settimane. Il finanziere pochi giorni prima delle elezioni aveva organizzato una festa in onore di Matteo Renzi non immaginando che si potesse trasformare così velocemente in un addio.