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    IL VENTENNIO DECADENTE DEGLI ACCULTURATI SU WIKIPEDIA - "LIBERO": “IL VERO DRAMMA DI WIKIPEDIA È CHE CI HA DATO LA CONVINZIONE DI SAPERE, LASCIANDOCI IN REALTÀ CONOSCITORI DI NULLA. GRAZIE A QUESTA ENCICLOPEDIA SIAMO DIVENTATI TUTTOLOGI DEL NIENTE E NIENTOLOGI DEL TUTTO. PER COLPA DI QUESTO SERBATOIO UNIVERSALE DI VOCI CI SI DOCUMENTA MENO SUI LIBRI E SI ATTINGE MENO A FONTI AUTOREVOLI…”


     
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    Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

     

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    Per scrivere questo pezzo su Wikipedia abbiamo consultato Wikipedia. E già questo cortocircuito testimonia quanto la ricerca di fonti affidabili sia stata sostituita, anche per via di questa enciclopedia online, da un' erudizione dozzinale di massa. Ci tocca ammetterlo, da giornalisti: Wikipedia ha reso molto più rapido il processo di documentazione su fatti e persone e ha agevolato, almeno nei tempi, il nostro lavoro. Parimenti però lo ha reso molto più sciatto e meno verificato.

    Lo scadimento attuale della qualità dell' informazione passa anche da lì.

     

    jimmy wales wikipedia jimmy wales wikipedia

    Ecco perché, in occasione dei 20 anni dalla nascita di Wikipedia che cadono oggi, è giusto raccontare l' opportunità che essa ci ha offerto di sviluppare una fast culture, versione culturale del fast food, munendoci di un Bignami in rete sempre consultabile; e così favorendo un' apparente competenza universale e gratis, una preparazione in estensione e senza costi. Allo stesso tempo però Wikipedia, fondata il 15 gennaio 2001 da Jimmy Wales e Larry Sanger, è stata anche tra le responsabili di un ventennio sfascista per la nostra istruzione, che ci ha reso più ignoranti in profondità.

     

    Per colpa di questo serbatoio universale di voci (55 milioni in tutto il mondo, di cui 1 milione e 666mila solo in Italia), ci si documenta meno sui libri e si attinge meno a fonti autorevoli. Ci si fida piuttosto, proprio perché di facile accesso, a una fonte che è, per auto-ammissione, inaffidabile. Le pagine di Wikipedia possono essere scritte da chiunque, senza che gli autori siano esperti nel settore di cui scrivono. I loro contributi non vengono vigilati, vagliati e, se inesatti, cassati. No, restano lì, generando un miscuglio di storie vere e false notizie, spesso indistinguibili le une dalle altre.

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    E la cui responsabilità, in ogni caso, non può essere fatta ricadere su colui che scrive. «Wikipedia NON PUÒ garantire, in alcun modo, la validità delle informazioni pubblicate», si legge nelle avvertenze generali dell' enciclopedia. «Nessuno degli autori può essere ritenuto responsabile per la presenza di qualsiasi informazione inaccurata, diffamatoria o lesiva». In tal modo si lascia libero spazio alla produzione di bufale, che a fatica potranno essere smascherate e smentite, specie se su contenuti molto specifici. E si rischia di diffamare qualcuno, senza che chi lo fa ne paghi poi le conseguenze.

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    Ma il vero dramma di Wikipedia è che ci ha dato la convinzione di sapere, lasciandoci in realtà conoscitori di nulla. Grazie a questa enciclopedia siamo diventati tuttologi del Niente e nientologi del Tutto. Essa ha avuto lo stesso ruolo che aveva, per Platone, la scrittura rispetto alla conoscenza tramandata oralmente. «Della sapienza», rispondeva nel Fedro il re Theuth al dio Thamus che magnificava la scrittura, «tu procuri ai tuoi discepoli l' apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo per tuo mezzo uditori di molte cose senza insegnamento, crederanno di essere conoscitori di molte cose, mentre in realtà non le sapranno».

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    Così facendo, Wikipedia ha anche impoverito il processo mnemonico, delegando il nobile compito della memoria alla consultazione di una pagina online. Non si tiene più a mente e non si riporta al cuore (ri-cordare): quando ci sfugge la data di un evento o il nome di un personaggio, basta cercare su Wikipedia In più essa ha depauperato lo sforzo creativo, la fatica di scrivere frasi ed esprimere concetti originali: quando non sappiamo che dire, basta attingere a Wikipedia, magari senza citare la fonte.

     

    In senso lato, il limite della ventenne enciclopedia è avere promosso l' idea di una cultura partecipativa prodotta da un' intelligenza collettiva.

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    La stesura di un testo smette di essere un faticoso esercizio individuale e diventa un lavoro di squadra, un' opera corale in cui ciascuno apporta il proprio pezzo, che spesso contraddice quello dell' altro. Viene meno così il discrimine tra un autore (autorevole, appunto) e una platea di fruitori. Ma tutti sono al contempo autori e fruitori in uno scambio di ruoli che comporta un livellamento generale.

     

    La cultura si allarga ma al contempo si abbassa.

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    Del resto, l' unica vera grande opera collettiva (e perlopiù anonima), prima di Wikipedia, resta la Bibbia. Ma quella, almeno, era scritta da dio. In tutti i sensi.

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