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    “GUERRA TOTALE IN MEDIO ORIENTE? DIPENDE DA ISRAELE, NOI SIAMO PRONTI” - IL VICE DI HEZBOLLAH, NAIM QASSEM: “LO SCONTRO NON SI MISURA SOLO IN FORZA MILITARE. C’È ANCHE LA MOTIVAZIONE - NOI ABBIAMO SIA LA FORZA MILITARE SIA I SOLDATI PER CREARE GRAVI PERDITE A ISRAELE: ABBIAMO GLI ARSENALI PIENI - IL PIANO DI HAMAS ERA DI SCATENARE UNA GUERRA REGIONALE? È UN PROGETTO PALESTINESE - DALL’INIZIO ISRAELE È UNA POTENZA OCCUPANTE: PER NOI LA PACE CI SARÀ QUANDO LA TERRA VERRÀ RESTITUITA AI LEGITTIMI PROPRIETARI: I PALESTINESI


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

     

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    Hezbollah, il Partito di Dio libanese, è cambiato. È nel governo di Beirut, ha accettato di far esplorare i giacimenti petroliferi off shore a società occidentali, non perquisisce neppure i giornalisti di El Mundo e del Corriere che vanno a intervistare il suo numero due. Non sarebbe mai successo anni fa. Quel che resta immutabile è il rifiuto a riconoscere Israele.

     

    «Continuate a domandarvi come mai gli arabi non riconoscano il diritto di Israele a esistere, noi invece ci chiediamo come mai Israele e l’Occidente non riconoscano il diritto dei palestinesi a stare sulla propria terra […]».

     

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    Chimico e teologo, lo sceicco Naim Qassem è da 32 anni l’ombra, il suggeritore, il vice di Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah. […] Nei suoi libri difende l’hijab (che non è solo un foulard, ma la «riservatezza che impreziosisce le donne»), la «resistenza» (contro l’occupante) e il «sacrificio» inteso come virtù del buon sciita che prende ad esempio la morte in battaglia di Hussein, nipote del Profeta.

     

    […] Farete guerra aperta per aiutare Hamas?

    «Se mi sta chiedendo se abbiamo paura, la risposta è no. Se la domanda è se ci difenderemo? Sì, con tutta la nostra potenza. Ma se mi chiede se ci sarà guerra totale, rispondo: dipende da quel che succede a Gaza e da quel che farà Israele. Netanyahu vuole la guerra? Non lo sappiamo».

     

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    Il ministro della difesa israeliano ha detto che può ridurre Beirut come Gaza. Avete sistemi anti aerei?

    «Lo scontro non si misura solo in forza militare. C’è anche la motivazione. Ciò detto, noi abbiamo sia la forza militare sia i soldati per creare gravi perdite a Israele. L’esperienza del 2006 dimostra la nostra capacità di vincere anche senza un apparato militare superiore. Adesso siamo più armati e meglio organizzati di allora. Israele farebbe bene a pensare le sue mosse». […] «[…] Abbiamo gli arsenali pieni e dobbiamo costruire sempre altri depositi».

     

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    […] Il «Washington Post» ha sostenuto che il piano di Hamas era di scatenare una guerra regionale, magari d’intesa con l’Asse della Resistenza con Iran, milizie irachene, siriane, yemenite e voi di Hezbollah. I piani sono cambiati vedendo arrivare le portaerei Usa?

    «L’operazione “diluvio Al Aqsa” è un progetto esclusivamente palestinese. Ogni illazione che sia stata una decisione dell’Asse della Resistenza è disinformazione dei servizi segreti. […]».

     

    Per lei il 7 ottobre è stato un atto di terrorismo?

    «E lei può calcolare quanti massacri hanno compiuto gli israeliani in 75 anni? Centinaia di migliaia di palestinesi sono stati uccisi, feriti e imprigionati solo perché erano proprietari della terra dove abitavano[…]».

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    Una delle cause della guerra è il mancato riconoscimento di Israele da parte di Hamas. Neanche voi riconoscete Israele.

    «Israele non ha bisogno di scuse per commettere massacri, sin dall’inizio è potenza occupante. Ma se Israele e l’Occidente vogliono imporre la sua presenza con la forza non succederà né oggi ne fra 100 anni».

     

    La Lega Araba parla di «scelta strategica della pace per risolvere il problema palestinese». Persino l’Iran ha firmato.

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    «Non siamo interessati a quel che scrivono. Per noi la pace ci sarà quando la terra verrà restituita ai legittimi proprietari: i palestinesi».

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