Federica Angeli per “la Repubblica”
cerciello rega
Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega non aveva con sé la pistola quando è intervenuto in via Cossa, nel quartiere Prati, alle 3 e 13 del 26 luglio scorso, all' appuntamento con i due americani per recuperare un borsello per cui era stata fatta una richiesta estortiva al legittimo proprietario. L' aveva lasciata nel suo armadietto, in caserma «e solo lui può sapere perché lo ha fatto», dice il generale Francesco Gargaro, comandante provinciale di Roma nel corso di una lunghissima ricostruzione dell' accaduto.
IN BORGHESE E SENZA DIFESE
La notizia arriva a quattro giorni dalla tragica morte del vicebrigadiere e lascia tutti, per un attimo, senza parole. Una delle primissime domande fatte per ricostruire il momento in cui i due americani hanno aggredito la pattuglia in borghese della stazione Piazza Farnese - il vicebrigadiere Cerciello e il suo collega Andrea Varriale - all' indomani dell'accoltellamento, è stata proprio quella.
mario cerciello rega
Avevano un'arma? Erano in borghese, d'accordo, ma con una pistola? La risposta del comando provinciale è stata sempre una: sì, erano armati. «Intervenire in abiti civili non significa essere sprovvisti della pistola». Eppure ieri, e soltanto ieri, si è saputo che Cerciello la sua arma l' aveva dimenticata, o comunque lasciata nell' armadietto in caserma. Non era un elemento che avrebbe potuto inquinare le indagini. Eppure la verità è stata tenuta nascosta fino a ieri.
UN MINUTO PER UCCIDERE
gabe natale copia
Uno dei punti chiave della ricostruzione è il perché i due militari non si siano difesi, nel caso anche sparando. Cerciello non aveva la pistola «ma solo le manette», specificano gli inquirenti. E se anche l'avesse avuta, spiega il generale Gargaro, «non ci sarebbe stata, come in effetti non c' è stata, la possibilità di usarla». Non appena sono arrivati all'appuntamento con i due californiani, i militari «sono stati sopraffatti. Varriale è stato buttato a terra e Cerciello Rega è stato cinto e poi pugnalato ». Tutto si sarebbe consumato in un minuto.
E se Varriale avesse sparato? Andrea Varriale la pistola la aveva. Lui sì. Ma non l' ha estratta. Neanche per esplodere un colpo a scopo intimidatorio. Perché? «Varriale non poteva sparare a un soggetto in fuga, altrimenti oggi sarebbe lui indagato per un reato grave. I colpi in aria a scopo intimidatorio non sono previsti dal nostro ordinamento ». E comunque «si è preoccupato di soccorrere il collega a terra, insanguinato, cercando di fermare l'emorragia con un panno, fino a quando non sono arrivati i soccorsi ».
finnegan lee elder copia
Quattro pattuglie di copertura Varriale e Cerciello non erano soli e allo sbaraglio per quell'intervento, sottolineano gli inquirenti. «C'erano quattro pattuglie nella zona a loro copertura». Nei giorni precedenti era stato detto che erano due, ieri sono diventate quattro. Il problema è che, non potendo essere visibili, per non inficiare l' operazione, non hanno neanche potuto vedere che cosa stava accadendo e dunque non hanno assistito all' accoltellamento del vicebrigadiere. Nessuno, dunque, è potuto intervenire per bloccare i due assassini in fuga.
I MAGREBINI FANTASMA
GABE NATALE
L'unico ad assistere all' omicidio è Sergio Brugiatelli, l'uomo che all' una di notte (due ore prima dell' accoltellamento) aveva denunciato in strada, a Trastevere, proprio a Varriale e a Cerciello di essere stato derubato del borsello e poi alle 2 aveva chiamato il 112 per denunciare l' estorsione. Alle 3 e 13, dopo l' accoltellamento, Brugiatelli si avvicina a una pattuglia e descrive gli assassini come due nordafricani. Perché ha mentito? «Ha avuto timore di svelare che conosceva gli autori dell' omicidio. Non voleva essere associato al fatto». Poi ha cambiato la sua versione, conclude il generale Gargaro.
L'INTERVENTO ANTIDROGA
omicidio Cerciello - uno degli interrogati e rilievi
Brugiatelli conosce i due americani alle 23.30 in piazza Trilussa. Loro gli chiedono della cocaina e lui si offre di accompagnarli da un suo amico pusher, Italo Pompei. Quando arrivano dallo spacciatore, quattro carabinieri liberi dal servizio si accorgono dello smercio di droga e intervengono. Gli acquirenti scappano e il maresciallo Pasquale Sansone, chiama il suo sottoposto Varriale invitandolo ad andare lì. È normale che non si passi dalla sala operativa e che si chiami sul cellulare militari in servizio per intervenire? «Sì lo è», replica Gargaro.
mario cerciello rega
«E non è certo biasimevole ma apprezzabile che dei carabinieri liberi dal servizio si preoccupino di individuare spacciatori e ladri nei loro quartieri o in quelli limitrofi. Si è carabinieri anche quando si è liberi dal servizio».
LA CACCIA AGLI ASSASSINI
Grazie alle telecamere gli inquirenti risalgono all'identità dei due americani e li rintracciano in hotel. Alle 11 di venerdì vengono portati nella caserma di via In Selci dove alle 17 arriverà il pubblico ministero per interrogarli. In quelle ore la foto choc dell' americano bendato e ammanettato fa il giro delle chat interne all' Arma. Sulla questione, chiosa il procuratore Michele Prestipino, «stiamo facendo piena luce».
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DALL' INCREDULITÀ ALLE LACRIME
«Quando gli abbiamo detto che un carabiniere era rimasto ucciso, Christian Gabriel Natale Hjorth ha chiesto più volte conferma: "Ma è proprio morto? È morto davvero?"» ricorda la procuratrice aggiunta Nunzia D'Elia. «Finnegan Lee Elder invece, quando ha saputo, ha versato qualche lacrima».
TUTTO CHIARITO, ANZI NO
«Esprimo il disappunto e il dispiacere mio e di tutti i carabinieri di Roma per le ombre e i presunti misteri sollevati e diffusi in merito a questa vicenda in questi giorni, laddove una ricostruzione attenta e scrupolosa dell' intervento dei carabinieri ha dimostrato la sua correttezza e regolarità», sottolinea il generale Gargaro. Di diverso avviso il procuratore Prestipino: «Le indagini andranno avanti per chiarire ancora tutto, ci sono ancora punti oscuri». Compresi i tabulati di tutti i protagonisti di questa storia.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevere