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    ZINGA CANTA VITTORIA, MA CHE FARÀ ADESSO? METTERA' LE GANASCE ALLO STRAPOTERE DI CONTE? CONVINCERÀ I GRILLINI A INGOIARE IL BOCCONE AMARO DEL MES? E I DECRETI SICUREZZA? - LA VITTORIA DEL PD IN PUGLIA E TOSCANA COSTRINGE A UN RIEQUILIBRIO DEI PESI ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA, MA PER ORA IL SEGRETARIO DEM SE LA GODE CON HAMBURGER E BIRRA INSIEME ALLO STAFF E SI TOCCA GUARDANDO IL FILMATO DEGLI “AMICI E AMICHE DI NICOLA” CON IL SOTTOFONDO DI VASCO ROSSI – VIDEO


     
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    il video con zingaretti nelle chat dei parlamentari pd dopo le regionali 2 il video con zingaretti nelle chat dei parlamentari pd dopo le regionali 2

     

    Nicola Zingaretti "festeggia" la vittoria del Pd alle regionali con una birra al centro di Roma

    Marco Esposito per www.leggo.it

     

    Serata di festa, più che meritata, per Nicola Zingaretti. Il governatore della Regione Lazio e segretario del Pd, infatti, dopo una giornata di tensione in attesa dei risultati elettorali, poi rivelatisi più che positivi per il centrosinistra, si è goduto un po' di meritato relax con il suo staff.

     

    Uscito dal Nazareno, dove ha seguito in tempo reale lo scrutinio delle varie regioni, Zingaretti ha scelto il T-Bone Station di Via Crispi per gustarsi un hamburger e una birra per brindare con il suo giovane team al buon risultato elettorale. Poi verso le 22,30, stanco ma soddisfato, si è diretto verso casa.     

     

    Elezioni regionali: Nicola Zingaretti, l'uomo forte

    Gabriella Cerami per www.huffingtonpost.it

     

    Di chat in chat in queste ore rimbalza un video. Nicola Zingaretti in camicia bianca, su un palco, con davanti a sé la folla di un comizio. In sottofondo la mitica canzone di Vasco Rossi: “Eh già, io sono ancora qua”. Firmato: Gli amici e le amiche di Nicola. Insomma “sembrava la fine del mondo”, dice il verso precedente della canzone, che nel video non si sente ma appare quanto mai azzeccato.

    il video con zingaretti nelle chat dei parlamentari pd dopo le regionali il video con zingaretti nelle chat dei parlamentari pd dopo le regionali

     

    Il tre a tre alle Regionali per il Partito Democratico è la messa in sicurezza della segreteria Zingaretti: “Se avessimo perso la Puglia o la Toscana, o peggio ancora entrambe, si sarebbe dovuto dimettere”, dicono molti parlamentari dem. Il risultato non era affatto scontato e la tensione negli ultimi giorni era alle stelle.

     

    E invece nel partito, oggi, si sale sul carro del vincitore che ha centrato l’obiettivo di conservare la Toscana, Campania e Puglia. Un risultato che, per Dario Franceschini, è tutto del segretario: “Grazie a Zingaretti che in mezzo a pressioni e pessimismi di ogni tipo ha tenuto il timone del partito nella direzione giusta, sia sul referendum che sulle regionali”, scrive il ministro su Twitter.

     

    Ed ecco il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, corso a Firenze per festeggiare il candidato di centrosinistra Eugenio Giani: “Io ho sempre detto che immaginare di chiedere un congresso mentre il paese si appresta ad andare a discutere della vera scommessa che abbiamo davanti, ovvero il Recovery fund, vorrebbe dire essere da psicoanalisi, non persone normali”. Anche lui scaccia lo spettro di un congresso anticipato.

     

    ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

    Oggi è festa per Zingaretti. Ha ottenuto un buon risultato in una situazione difficile, con il Partito Democratico a doversela vedere, oltre che con la destra, anche con i suoi stessi alleati - M5s e Italia Viva - in virtù dei tentativi di alleanze fallite sui territori. E quindi il segretario allo scoccare della fine della campagna elettorale si lascia andare a dichiarazioni liberatorie togliendosi soprattutto qualche sassolino dalla scarpa: “Dai dati emerge che se i nostri alleati ci avessero dato retta di più, l’alleanza di governo avrebbe vinto in quasi tutte le regioni italiane”. Leggasi Marche. In Liguria invece, unica regione dove Pd e M5s hanno corso insieme, l’intesa è stata fallimentare. Il Veneto non era proprio in partita.

     

    STEFANO BONACCINI EUGENIO GIANI STEFANO BONACCINI EUGENIO GIANI

    Nella sede del Pd si riuniscono i dirigenti dem, ma anche una folta schiera di ministri, da Gualtieri a Franceschini, da Provenzano ad Amendola, tutti attorno al segretario, protagonista della giornata. Al momento, nessuno parla ufficialmente di rimpasto o di nuovi ingressi, magari con la creazione di nuove deleghe ad oggi assenti. “Ora non ricado nel tranello del rimpasto dei nomi, incalzeremo il Governo sul Recovery Fund, se perdiamo questa sfida, allora si è finita qualsiasi ipotesi di cambiamento”, dice il segretario di fronte alle telecamere. Soprattutto è il momento di puntare sul Meccanismo europeo di stabilità: “Nelle alleanze bisogna ottenere risultati, non dare ultimatum che servono solo ai titoli di giornali. Il Mes è una linea di credito vantaggiosa. Chiederemo che nel pacchetto per la rinascita sia compreso anche l’investimento nella sanità attraverso il Mes”. E poi ancora, Zingaretti detta la sua agenda: “Sui decreti Salvini, che io non chiamo sicurezza, c’è un accordo. Ora vanno assolutamente approvati” con le modifiche accordate su cui “c’è stato un duro lavoro, di cesello politico, di confronto. Penso che ora sia giunto il momento e che si possa fare”.

    davide desario becca zingaretti a cena con lo staff dopo le regionali davide desario becca zingaretti a cena con lo staff dopo le regionali

     

    Di fatto, il peso specifico del Pd è cresciuto rispetto a quello degli alleati. “Credo che sull’assetto del governo deciderà Conte”, dice non a caso il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, a chi gli chiede se sia all’orizzonte un rimpasto. In tanti infatti nel partito ragionano in tal senso ma affinché un rimpasto di governo diventi qualcosa di più concreto dovrà passare ancora del tempo. Per adesso Zingaretti, dato per spacciato, rivendica di essere più forte che mai e, come canta Vasco, “ancora qua”.

     

    Ora i dem presentano il conto: sì al Mes, via i decreti sicurezza

    Alberto Gentili per “il Messaggero”

     

    (…) Quando lo spoglio per le elezioni regionali è ancora in corso, Zingaretti - raggiunto al telefono da Giuseppe Conte: «Complimenti per la vittoria» - fa trapelare la sua «soddisfazione» per l'esito del referendum: «E' stata confermata la validità della scelta del Pd. Ora avanti con le riforme, rappresenteremo anche le preoccupazioni di chi ha votato no».

    Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

     

    (…) Zingaretti, che osserva con malcelata soddisfazione la «debacle» di Matteo Renzi e Carlo Calenda, chiede ora ai 5Stelle di rispettare i patti sulla legge elettorale e sulle modifiche costituzionali necessarie per accompagnare la sforbiciata al numero dei parlamentari. E quello sulle riforme non è l'unico conto che il leader dem presenta ai grillini che, Liguria a parte, hanno messo in pista candidati contro. «Come nemici, non come alleati». Atteggiamento che Zingaretti stigmatizza: se i 5Stelle «ci avessero dato retta, l'alleanza di governo avrebbe vinto ovunque tranne che in Veneto. Lo dico dal primo giorno: alleati non avversari».

     

     Linea che non cambia: «Bisogna lavorare a un'alleanza più forte e governare bene». Per governare bene, secondo Zingaretti, «occorre avere identità di vedute». Dunque i 5Stelle «si rassegnino» e avanti con l'adesione al Mes, il meccanismo europeo di stabilità che potrebbe portare all'Italia 36 miliardi con cui rafforzare il sistema sanitario nazionale: «Bisogna passare dalle parole ai fatti». Come è necessario andare avanti con la riscrittura dei decreti sicurezza: «C'è un accordo, le modifiche fanno fatte». Segue chiosa: «Dicevano che eravamo subalterni ai 5Stelle, poi gli italiani votano e si scopre che siamo il primo partito».

     

    IL NO AL RIMPASTO

    orlando zingaretti orlando zingaretti

     Zingaretti non è intenzionato invece a chiedere un riequilibrio della squadra di governo, in ragione dei nuovi rapporti di forza che vedono i grillini collassare in tutta Italia: «Ma quale rimpasto, non cado in questo tranello. Incalzeremo piuttosto il governo su come spendere bene i miliardi» del Recovery Fund. E Orlando, che aveva chiesto a gran voce un «tagliando» per l'esecutivo: «Rimpasto? Non lo so, l'importante è avviare una fase nuova».

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