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    INFERMIERI CON L'ELMETTO – AL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE “SANTOBONO” DI NAPOLI UN’INFERMIERA È STATA AGGREDITA DAI GENITORI DI UN 14ENNE CHE NON ERANO D'ACCORDO CON IL FARMACO SOMMINISTRATO AL FIGLIO – LA MADRE È ARRIVATA A MINACCIARE DI MORTE LA SANITARIA: “TI SPARO”. È DOVUTA INTERVENIRE LA POLIZIA – DI FRONTE ALL’IRA DEI GENITORI IL RAGAZZO IN LACRIME IMPLORAVA DI SMETTERLA… – VIDEO


     
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    Fabrizio Geremicca per https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/

     

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    «Il figlio in lacrime implorava sua madre e suo padre di tranquillizzarsi e cessare di minacciare il personale sanitario, ma quelli imperterriti continuavano». È il racconto di una infermiera in servizio al Pronto Soccorso del Santobono di Napoli nella sera del 14 novembre, la quale ha scritto all’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate per denunciare il caso. Ricostruisce: «Ieri sera intorno alle 21.30 circa la mia collega di nome C. , di turno al triage, accoglie un ragazzo di 12 anni che riferisce dolore toracico e tachicardia, la quale però alla valutazione non era presente». Prosegue il racconto: «Dopo avere registrato il ragazzo, valutato i parametri vitali, palpato ed ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega dà al ragazzo Ibuprofene per via orale ed informa i genitori sul tipo di medicinale somministrato».

     

    Le minacce

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    A questo punto, secondo il racconto dell’infermiera, i genitori del paziente iniziano ad urlare e minacciare perché sostengono che il medicinale avrebbe potuto avere effetti negativi sul figlio e perché l’infermiera aveva omesso di domandare se fosse asmatico. «La somministrazione di Ibuprofene», sostiene l’operatrice sanitaria, «non incide sulla presenza di una eventuale patologia asmatica. Sta di fatto che la situazione trascende. La mia collega», va avanti l’infermiera del Santobono, «è minacciata con un estintore e poi con una bombola di ossigeno. Arriva la polizia e si interrompe ogni attività assistenziale nel Pronto Soccorso, ma i genitori del dodicenne insistono. 

    «La madre - sostiene la dipendente dell’ospedale - arriva a dire che avrebbe sparato alla mia collega con una delle pistole della polizia». La vittima delle minacce è allontanata dai colleghi e dalle forze dell’ordine e condotta in una delle stanze in dotazione agli infermieri.

     

    La coppia denunciata

    Gli agenti di Polizia, con il supporto delle pattuglie dell’ufficio Prevenzione generale, sono riusciti a riportare la situazione alla calma identificando i coniugi per un41enne ed una 43enne, napoletani con precedenti di polizia, e li hanno denunciati per interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità.

     

    Medici e infermieri: intollerabile

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    E all’indomani della vicenda medici e infermieri intervengono sul punto: «Non è più tollerabile che un intero reparto di pronto soccorso pediatrico, indispensabile per la città, si blocchi e viva una notte di paura, di terrore e di aggressioni d’ogni genere a causa di incivili e barbare manifestazione di violenza», hanno dichiarato Teresa Rea e Bruno Zuccarelli, rispettivamente presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche e presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, annunciando «prossime iniziative comuni per arginare il fenomeno e salvaguardare l’incolumità e la dignità professionale dei propri iscritti». 

     

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    «Infermieri e medici», si legge ancora nella nota, «ritengono non più procrastinabile il ritorno di presidi permanenti di forze dell’ordine nei luoghi di cura sensibili, un adeguato rafforzamento della polizia privata, il riconoscimento legislativo di pubblico ufficiale per medici e infermieri, campagne mirate di informazione. Ogni ritardo su questi essenziali presidi sarà giudicato irresponsabile».

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