Estratto da "Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)" (ed. RaiLibri - Mondadori), di Bruno Vespa, pubblicato da "La Stampa"
BRUNO VESPA
«È ora di dirlo a voce alta: il virus che sta dietro la pandemia del Covid-19 non se ne è andato. Sars-CoV-2 non può essere eradicato, visto che sta crescendo in più di una dozzina di specie animali. Tra gli uomini, l’immunità di gregge, una volta lanciata come l’unica soluzione, è irraggiungibile. Molti Paesi semplicemente non hanno vaccini sufficienti, e anche tra i pochi fortunati che ne hanno in abbondanza, troppa gente sta rifiutando di farsi la puntura.
GIORGIO PALU AIFA
Il risultato? Il mondo non sarà immunizzato prima dell’attacco di varianti più contagiose, più resistenti ai vaccini e perfino in grado di sfuggire ai normali test diagnostici. Cosi queste supervarianti potranno riportarci alla prima casella del gioco dell’oca. Potremmo tornare al 2020: punto e a capo. L’esplosione delle varianti ha dimostrato la vulnerabilità del vaccino in alcuni Paesi. Il virus c’è e ha intenzione di restare. Che cosa possiamo fare per rassicurarci?».
GIORGIO PALU
Questo quadro poco tranquillizzante è l’attacco di un ampio saggio apparso sul numero di luglio-agosto 2021 di «Foreign Affairs», la più prestigiosa rivista di analisi politica nel mondo, sotto il titolo Virus per sempre. Strategia per una lunga battaglia contro il Covid-19.
Lo firmano sei scienziati di grandi università e fondazioni americane ed è dedicato alla formidabile e imprevista resilienza del virus. (...) «Certamente il Covid-19 rimarrà con noi» mi dice Giorgio Palù.
CORONAVIRUS CINA
«È il destino di tutti i virus pandemici. Come rimarrà? Non lo sappiamo con certezza, molto probabilmente in forma endemica. L’unico confronto possibile è con le pandemie da virus respiratori del passato: nel secolo scorso, quando avemmo le tre pandemie di influenza (la spagnola nel 1918, l’asiatica nel 1957, la Hong Kong nel 1968), il mondo era abitato, rispettivamente, da 1,7, 2,5 e 4 miliardi di persone. Oggi siamo a 8.
Ma allora il virus non raggiungeva nicchie di popolazione isolate. Oggi il Covid è arrivato in Antartide. Un miliardo e mezzo di persone abita in India, dove è vaccinato il 2 per cento della popolazione. Un altro miliardo e mezzo sta in Cina, che ancora non ci dice nulla su quello che è successo a Wuhan, non ci fornisce dati, ma ha vaccinato centinaia di milioni di persone con vaccini poco efficaci e non ci sta dicendo come evolve l’epidemia. E questo è inaccettabile».
palù
Palù è uno dei più autorevoli virologi europei. Ha fondato la Società italiana di virologia e ha presieduto quella europea. È presidente del consiglio d’amministrazione dell’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) e membro del Comitato tecnico scientifico, che assiste il governo nella gestione della pandemia. (...)
L’immunità di gregge è un’illusione?, gli chiedo. «Non è possibile in un mondo globalizzato, con l’Africa non vaccinata e i casi che continueranno a crescere. Potremmo inoltre assistere a un ping pong tra uomo e animali. Il Coronavirus è il virus più diffuso tra gli animali e sono almeno dieci le specie in cui può insediarsi il Sars-CoV-2. I danesi hanno sterminato 20 milioni di visoni, ma non è sufficiente. Con il morbillo e la poliomielite, bastava vaccinare il 90 per cento della popolazione per avere l’immunità di gregge nei Paesi colpiti. Oggi, con il Covid e circa 2 miliardi di persone vaccinate e due terzi di mondo che non lo sono, la missione è impossibile, perché non ce la faremo mai a vaccinare il 90 per cento di una popolazione che viaggia da un continente all’altro».
GIORGIO PALU OSPITE DI TV7
“Escono le cure, ma con il virus dovremo convivere”
Se il vaccino è indispensabile per evitare che l’infezione sia causa di malattia grave e per bloccare la pandemia, Palù è ottimista sulla cura. «Usciranno farmaci antivirali, come è capitato per l’Aids e per l’epatite C, la prima malattia da virus che stiamo “eradicando” con i farmaci. La fine del 2021 vede la validazione dei primi quattro farmaci di nuova generazione. La virologia ci ha fatto conoscere la struttura del bersaglio molecolare: gli enzimi del virus, l’Rna polimerasi e le proteasi che servono a modellare e replicare il virus».
Vaccini
E i famosi farmaci monoclonali che fine hanno fatto? «Sono efficacissimi, ma vengono usati poco per ragioni logistiche, perché, come tutti gli antivirali, andrebbero somministrati entro le 48-72 ore dall’esordio dei sintomi, mentre di solito sono prescritti dal medico dopo altre cure meno efficaci e vengono utilizzati solo in ospedale e per endovena. È tuttavia imminente l’uscita di farmaci monoclonali che si somministrano sottocute o intramuscolo».
Vaccini
Perché tanti medici non si vaccinano? «Il medico ha tralasciato molte basi scientifiche del suo sapere e perso in autorevolezza. Ha un senso di presunzione nei confronti del male che dovrebbe curare. Basti dire che contro l’influenza si vaccina il 20 per cento di medici e infermieri rispetto al 50 per cento della popolazione a rischio». (...)
Con i vaccini riusciremo a eradicare l’infezione, facendo scomparire il germe del virus? «No. Questo è avvenuto soltanto con il vaiolo (l’ultimo caso si è verificato in Somalia nel 1977) e con la peste bovina (2011), ma non si è ancora verificato né con la rosolia e nemmeno con il morbillo. Perfino la poliomielite fa registrare ancora 400-500 casi all’anno in Pakistan e Afghanistan».
centro vaccini
Molti dicono che se è vero che il vaccino non ci protegge completamente dal virus, è inutile farlo. «E invece no, perché la cosa più importante è bloccare la circolazione del virus e proteggerci dalle conseguenze gravi del contagio, in attesa della terza dose e dei farmaci per la cura del Covid-19. La storia della virologia ci fa pensare che il Sars-CoV-2 diventerà endemico, come il virus del raffreddore che ci aggredisce ogni anno. Dobbiamo cominciare a conviverci».
Laboratorio di Wuhan
Faremo, dunque, un’iniezione annuale come per l’influenza? «Moderna, Pfizer e altre multinazionali stanno lavorando sulle varianti con questo obiettivo. È impressionante come Moderna sia riuscita ad allestire il vaccino per il Covid-19 poco dopo l’annuncio dell’esistenza del virus e una settimana dopo il deposito della sequenza del suo genoma».
Laboratorio di Wuhan
A due anni dalle prime infezioni, non sappiamo ancora con certezza chi abbia diffuso il virus. «L’allarme – è noto – fu dato dai cinesi in ritardo» ricorda Palù. «La Cina non ha mai chiarito fino in fondo le cause dell’origine del virus. Personalmente credo che si sia trattato di un incidente di laboratorio a Wuhan. Era già successo in altri laboratori cinesi con virus e batteri altamente contagiosi, cosi come negli Stati Uniti e in altri posti. E, intanto, noi dobbiamo imparare a convivere con il Covid».