Francesco Perugini per “Libero quotidiano”
Fosse per lui, il Coronavirus lo marcherebbe a uomo.
vierchowod borgonovo
L' epidemia invece ha regalato a Pietro Vierchowod molte preoccupazioni per il compleanno n°61 che festeggia oggi a Como col pensiero ai figli: «Una abita qui vicino, una a Londra e il maschio in Francia. Avrei preferito averli in Italia dove la sanità è migliore, soprattutto rispetto all' Inghilterra».
Vierchowod, da bergamasco fa male pensare che Atalanta-Valencia possa essere stata una delle cause?
«Fa male sentire i dati sui contagi e sui morti. La forza dei bergamaschi è sempre stata quella di non fermarsi mai, ma non serve prendersela con il calcio, il virus circolava già prima. L' Atalanta dopo le prime tre partite di Champions sembrava fuori, poi ha rimesso le cose a posto. Speriamo che questa situazione si risolva per vedere cosa l' aspetta ancora, ma il percorso fatto finora è già un grande risultato».
Ha senso parlare di ritorno in campo e di finire la stagione anche a estate inoltrata? C' è chi dice che sia irrispettoso per i morti...
«Se per una volta i calciatori dovessero lavorare a giugno invece di andare in vacanza, non sarebbe la fine del mondo. E sarebbe in un momento importante per il nostro Paese. Quando il governo dirà che la situazione è risolta, spero che le società abbasseranno i prezzi. Ci aspetta un futuro difficile, con pochi soldi e le famiglie in difficoltà. I club possono dare il buon esempio, il pubblico in più compenserà le perdite».
I giocatori dovranno tagliarsi lo stipendio?
«È giusto in un momento simile, in cui i lavoratori non sanno se avranno lo stipendio e quando, che facciano un sacrificio. Anche perché le società non stanno incassando. La Juventus ha fatto una mossa giusta e sono stati intelligenti i bianconeri ad accettare».
vierchowod
Il suo nome evoca un calcio lontano 20 anni, quelli passati dal suo addio. C' era un altro Ronaldo in campo...
«Cristiano Ronaldo non si discute, ma gode di un calcio molto diverso. Il Ronaldo di allora non oso immaginare quanti gol avrebbe segnato con le difese attuali. Ma penso anche a Zico, che in Italia ha segnato tantissimo nonostante l' età e i difensori attaccati a un metro e non a 10 come oggi».
All' epoca confessò che l' attaccante più cattivo da affrontare era Bettega. Chi le piace oggi tra gli azzurri?
«Tirava delle gomitate (ride, ndr). Senza nulla togliere a Immobile, ai miei tempi se avesse fatto 10 gol sarebbe stato da applausi. Il problema nella Serie A non sono i centravanti o i trequartisti, ma i difensori. A parte un paio di nomi, c' è davvero poca scelta: Chiellini è molto bravo, Bonucci meno ma eccelle nell' impostazione. Una volta, però, la Nazionale poteva contare una decina di bravi difensori tra cui scegliere».
vierchowod ravanelli
Sono guai che toccano al suo ex compagno, il ct Mancini. Pensava potesse dare questa scossa alla Nazionale?
«Fa piacere vederlo lì, insieme anche a Vialli. Ha permesso alla nazione di ritrovare la fiducia in una Nazionale che è sempre stato il nostro orgoglio.Abbiamo fatto un buon girone di qualificazione, ma le partite difficili arriveranno tra un anno. Almeno avrà la fortuna di poter recuperare Zaniolo».
Il Milan è rimasto nel suo cuore, anche se in campo fu protagonista di una stagione complicata come le ultime. Si aspettava l' addio improvviso del suo compagno di allora, Zvonimir Boban?
«Zvone è fatto così, dice in faccia la verità. Ha detto quello che penso anche io che vado sempre a vedere il Milan a San Siro. Negli ultimi 3 anni i dirigenti rossoneri hanno speso male, prendendo giocatori non all' altezza. Danno il massimo, ma non sono campioni. Ai tempi di Sacchi c' erano i fenomeni e poi uno o due come Colombo. Oggi c' è Ibra in mezzo a un gruppo di nomi modesti».
A proposito di campioni senza età, chi non molla è Gigi Buffon. L' ha stupita?
«Sono contento. Se è ancora lì vuol dire che si è sempre comportato in modo corretto, ha fatto bene. È un esempio».
Per un calciatore così longevo, come lei che smise a 41, è ancor più difficile costruirsi un futuro? Viene subito in mente Totti...
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«Per uno come Totti dovrebbe essere più facile, visto quello che ha guadagnato e l' amore della città. Uno sa che a una certa età deve smettere, il guaio è come ci si arriva. Il suo problema è stato che negli ultimi 2 anni di carriera è stato messo da parte dalla società, ha bisticciato con i tecnici. E questo è stato deleterio per lui e il club».
Nel futuro di Vierchowod cosa c' è? Campo o politica?
«No, basta politica (ride, ndr). Nel 2012 ho provato a dare una mano alla città dove vivo da tanti anni con una lista civica, senza partiti o pretese. Aspetto una squadra da allenare perché vorrei insegnare a difendere. Le marcature di oggi sono un insulto al calcio. I difensori non sanno leggere l' azione, i movimenti della palla. A uno come Romagnoli insegnerei cose molto diverse...»
L' ultima avventura poteva portarla in Albania...
«Mi contattò il Kamza, ma non mi permettevano di portare il mio staff e rifiutai. Penso di averci visto giusto: a marzo dell' anno scorso i dirigenti hanno picchiato l' arbitro alla fine di una partita e sono stati retrocessi in 3ª divisione». Non hai perso il tempismo, caro Zar.
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