Francesco Giambertone per il "Corriere della Sera"
CORONAVIRUS SPAGNA
Sono sempre di più le limitazioni alla libertà di movimento in Europa, il continente al centro della «seconda ondata» del coronavirus, che inizia a far paura non solo per l'aumento dei casi, ma anche per il numero di ospedalizzati, di ricoveri in terapia intensiva e (soprattutto in Francia e in Spagna) anche di decessi.
La Spagna rimane il Paese più in crisi: nelle ultime due settimane qui sono morte 825 persone, in media 60 al giorno, e i reparti di rianimazione ospitano già 1331 dei 10 mila ricoverati per Covid. Va male soprattutto nell'area di Madrid: ieri la presidente della Comunità Isabel Díaz Ayuso ha annunciato in una conferenza stampa drammatica l'entrata in vigore di nuove pesanti misure, «perché dobbiamo evitare a tutti i costi un nuovo lockdown totale e il disastro economico».
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Il governo regionale ha creato così 37 zone rosse dove il tasso di infetti ha superato i mille ogni 100 mila abitanti (in Italia, per fare un confronto, è di 33), e che colpirà 850 mila persone, molte delle quali nelle aree più povere della capitale. Da lì non si entra e non si esce, se non per motivi di lavoro o di estrema necessità; gli incontri di gruppo sono limitati a 6 persone, i parchi resteranno chiusi, e la capienza di tutte le attività commerciali sarà limitata al 50%. Non è ancora un vero lockdown, ma alcuni esperti temono che «presto sarà necessario», perché il Paese non è stato in grado di tracciare con efficacia i contagi e di rispettare alcune regole.
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E le conseguenze si vedono già negli ospedali: a Madrid ci sono oltre 400 persone in terapia intensiva, i reparti sono al 64% della capienza ed è tornata una fila di tende d'emergenza fuori dall'ospedale da campo madrileno. Non esclude una nuova chiusura totale nemmeno il Regno Unito, dove i casi sono schizzati a quasi 5 mila al giorno (+32% dalla settimana scorsa), e giovedì era stata ridotta la mobilità di 10 milioni di persone: il ministro della Sanità Matt Hancock ha detto ieri a Sky News che «questa è l'ultima linea di difesa» prima di richiudere tutti in casa, un'ipotesi «che dobbiamo scongiurare tutti insieme, ma che saremo pronti ad attuare se sarà necessario».
coronavirus comunita' ultraortodosse israele 6
Come ha già fatto Israele alla vigilia delle festività ebraiche. Anche in Francia (122 mila casi nelle ultime due settimane e 409 morti), la situazione si è aggravata: giovedì il record di nuovi positivi da inizio pandemia, oltre 10.600, e ora «un aumento dei decessi», raddoppiati dalla settimana precedente. Ad annunciare la propria positività ieri anche il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire con un tweet: resterà in isolamento per 7 giorni.
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Il più importante istituto di Sanità francese ha approvato l'uso dei test salivari per chi presenta dei sintomi, e a Nizza sono entrate in vigore le restrizioni già applicate a Marsiglia e Bordeaux. Preoccupano anche la Repubblica Ceca, la Danimarca, l'Olanda: quest' ultima, ha detto il premier Mark Rutte, studia «misure regionali» dopo i quasi 2 mila casi di giovedì, molti dei quali nelle città più grandi. Anche la Grecia è pronta a una stretta su Atene.
coronavirus obbligo di mascherina a biarritz, in francia
Record di 13.215 nuovi casi in Francia, dove si registra anche una cifra di decessi mai toccata dalla primavera scorsa, 123 morti nell’ultima giornata. Lo ha reso noto Sante’ Publique. La progressione del contagio è negli ultimi giorni vertiginosa: ieri i nuovi malati erano stati oltre 10.000 e 50 i decessi. La stessa Sante’ Publique a corredo delle cifre, precisa che il numero delle vittime e quello dei ricoveri sono dovuti a cartelle di ingresso in ospedale e in rianimazione arretrate da parte di un ospedale della regione di Parigi.
coronavirus francia – con la mascherina davanti alla torre eiffel
Questa operazione di «recupero dati» riguarda - spiega Sante’ Publique France - 237 dossier di ricoveri e 76 decessi. Tra i contagiati c’è anche il ministro dell’economia Bruno Le Maire che, secondo quanto scritto dal diretto interessato su twitter, si è messo immediatamente in isolamento.
Proprio a causa di questo boom le amministrazioni locali stanno adottando misure di restringimento: l’Ile-de-France - la regione di Parigi - «sconsiglia» le riunioni familiari o di amici oltre le 10 persone. L’impennata di casi nella capitale ha fatto anche una «vittima» illustre: la celebre scuola Sciences Po, dove si forma la classe dirigente del Paese, ha deciso di chiudere i battenti fino al 4 ottobre dopo che tra i suoi frequentatori sono stati riscontrati 40 casi di positività. Stretta alla vita all’aria aperta anche a Nizza, dove sono da oggi proibiti gli aperitivi in spiaggia dopo le 20 e i pic nic con oltre 10 partecipanti.
BRUNO LE MAIRE
L’Authority della Sanità ha dato il suo atteso via libera ai test con la saliva, anche se soltanto per le persone che presentano sintomi del Covid-19. «Un numero significativo di focolai epidemici - spiega un comunicato congiunto di Sanità e Prefettura - ha origine nell’ambito familiare o degli amici. Spetta a tutti proteggere i propri cari rivedendo l’organizzazione delle riunioni private quando superano i 10 partecipanti». Feste o riunioni all’aperto non possono superare questo limite senza autorizzazione della prefettura.
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manifestazione anti mascherine parigi
I test con la saliva hanno intanto ricevuto luce verde dalle autorità, un responso particolarmente atteso vista la pioggia di critiche sui tempi di attesa per i tamponi tradizionali. Per l’Authority, i test con la saliva potranno essere usati soltanto su chi presenta sintomi ma «non sono raccomandati» per chi è asintomatico poiché «oltre il 75%» dei positivi non risulterebbero tali, ha spiegato il presidente del collegio medico che guida l’Authority, Dominique Le Guludec.
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