Stefano Mancini per "la Stampa"
tokyo 2020
Gli anglosassoni la chiamano l'undicesima ora, per noi è semplicemente l'ultima. È il tempo della decisione in extremis, quella che Toshiro Muto, numero uno di Tokyo 2020, non esclude di dover prendere. Una settimana fa, il presidente del Cio, Thomas Bach, era stato drastico: «Fermare i Giochi non è mai stata un'ipotesi, anche se sarebbe stato facile incassare i soldi dell'assicurazione e rivederci nel 2024».
Ieri ha avuto dichiarazioni più morbide, ha parlato di «sfida senza precedenti» e di «coraggio eroico». Ma la situazione evolve troppo in fretta e il coraggio non è detto che sia sufficiente. Domani l'imperatore Naruhito riceverà Bach alla vigilia della cerimonia di inaugurazione della 32ª Olimpiade, la prima posticipata di un anno causa pandemia.
giapponesi contrari alle olimpiadi
Per ora l'organizzazione va avanti, per il futuro valgono le parole di Muto: «Dipenderà dall'evolversi della situazione». Che cosa può succedere in 24 ore lo sa il cielo. Ma intanto le gare cominciano e il virus le sta condizionando. Il torneo di calcio ha in programma domani la sfida tra il Giappone padrone di casa e un Sud Africa che faticherà a trovare undici giocatori immuni al Covid-19. Da Comitato organizzatore e Cio dipende lo svolgimento o meno di un evento planetario.
tokyo 2020.
L'unanimità è fondamentale. Se Muto ha preso in considerazione la scelta più drastica, deve avere in testa un punto di non ritorno: un numero massimo di contagiati che l'evento può sostenere senza creare una situazione di pericolo per la popolazione e per gli ospiti di duecento squadre nazionali. Con l'arrivo delle delegazioni, la situazione è subito cambiata in peggio. Il Giappone non si aspettava che così tanti casi sfuggissero ai controlli in partenza (tutti i passeggeri si sono sottoposti a tampone molecolare 72 ore prima della partenza) e all'arrivo in Giappone (altro test, quello salivare, ancora più accurato e attendibile).
tokyo giochi
Una sessantina sono i casi di positività rilevati fino a ieri. «Sono pochi in termini assoluti, però gli esperti locali temono un'ondata a fine manifestazione. La bolla sanitaria ha attutito l'urto, senza tuttavia annullarlo, e il timore che il villaggio olimpico divenga un focolaio di infezione non è più così remoto. Adesso restano quarantotto ore per decidere se è il caso di rischiare.
tokyo 2020. thomas bach thomas bach 7 tokyo 2020.