• Dagospia

    ILDA LA ROSSA, MEJO DI PALAMARA! - NON SOLO L’AMOUR FOU CON FALCONE – LA BOCCASSINI SI TOGLIE MACIGNI DAI MOCASSINI: LE PRESSIONI DEL CAPO DELLA POLIZIA GIANNI DE GENNARO PER NON ACCUSARE BERLUSCONI – ‘’GRATTERI CREAVA TENSIONE CON IL SUO VANTARSI DI UNA CONOSCENZA DELLA 'NDRANGHETA A SUO DIRE UNICA DA RICAVARNE UN SENSO DI SUPERIORITÀ NEI NOSTRI CONFRONTI’’ - CRITICA INGROIA E DI MATTEO PER LE SCELTE INVESTIGATIVE E GLI ERRORI SULLA TRATTATIVA - DI SCARPINATO SCRIVE: “NON HO MAI APPREZZATO IL SUO STILE DA NARCISO SICILIANO PERFETTAMENTE RAPPRESENTATO DALLA SUA ACCONCIATURA ALLA D'ARTAGNAN” – E SULL’EX AMICO FRANCESCO GRECO…


     
    Guarda la fotogallery

    Ilda Boccassini Ilda Boccassini

    Gianluca Di Feo per “la Repubblica” - ESTRATTO

     

    ……………………………..

    10 novembre 2000. Gianni De Gennaro la chiama a Roma. Tra loro c'è stato «un rapporto intenso: gli volevo bene, lo stimavo». Ma quel giorno si trova davanti una persona diversa: «Senza preamboli e con il suo tono ruvido, il capo della polizia mi chiese cosa stessi "combinando a Milano", aggiungendo che in tutti quei mesi aveva faticato a tenere a bada Berlusconi e i suoi, che si era speso per "evitarmi il peggio".

     

    ILDA BOCCASSINI LA STANZA NUMERO 30 ILDA BOCCASSINI LA STANZA NUMERO 30

    Rimasi sbalordita, spiazzata da quel discorso così diretto che nemmeno mi venne in mente di collegare quella rampogna alla contestazione suppletiva (proprio contro Berlusconi ndr ) che avrei depositato pochi giorni dopo al processo Sme-Toghe sporche.  Invece era proprio quella scadenza imminente - anzi, il tentativo di neutralizzarla - che rendeva De Gennaro tanto aggressivo». Boccassini se ne va sbattendo la porta.

     

    In altri capitoli contesta «i cattivi maestri, capaci solo di infiammare le coscienze dei giovani con messaggi falsi e fuorvianti, discorsi piagnucolosi sulla fatica di vivere scortati». Dedica un cameo ruvido a Nicola Gratteri, «che creava tensione con il suo vantarsi di una conoscenza della 'ndrangheta talmente approfondita e a suo dire unica da ricavarne bizzarramente (poiché era il solo a esserne convinto) un senso di superiorità nei nostri confronti».

    GIANNI DE GENNARO GIANNI DE GENNARO

     

    Critica Antonio Ingroia e Nino Di Matteo per le scelte investigative e gli errori sulla Trattativa. E di Roberto Scarpinato scrive: «Non ho mai apprezzato il suo stile da narciso siciliano perfettamente rappresentato dalla sua acconciatura alla D'Artagnan ».

     

    Molto negativo il giudizio sul procuratore di Milano Francesco Greco, un altro amico da cui si è sentita tradita. «La situazione in cui mi trovavo si faceva ogni giorno più incresciosa, ma non volevo lamentarmene con i colleghi. Ne parlavo soltanto con Paolo Storari, pur sapendo che molti altri magistrati erano indignati per il prolungarsi delle non-scelte di Greco.

     

    ilda boccassini giovanni falcone ilda boccassini giovanni falcone

    I mesi trascorrevano lenti, mentre cominciava a prendere forma il progetto organizzativo del nuovo procuratore, tanto favorevolmente accolto dai membri della commissione che ne aveva deciso la nomina, a cominciare da Paola Balducci, convinta sostenitrice di Greco, oltre che indiscussa rappresentante della logica spartitoria, come sarebbe emerso dalle chat di Luca Palamara».

     

    FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

    Valutazioni destinate ad avere un riflesso nelle indagini sul caso Amara, che hanno spezzato la procura di Milano, mettendo Greco e Storari l'uno contro l'altro. E prosegue: «Quanto alla vicenda che, a partire dal cellulare di Palamara, ha terremotato il Csm, il dato sconfortante che emerge, oggi ancora più che in passato, è la ricerca spasmodica di fette di potere da parte di troppi magistrati, la svendita della propria funzione per pochi spiccioli, un regalo, un favore, una poltrona per sé, una spintarella per un parente».

     

    antonio ingroia antonio ingroia

    Boccassini è spietata verso il Csm, l'Associazione magistrati e le correnti, diventate volano di un sistema contaminato. «Sono ancora troppi i comportamenti opachi, forse non penalmente rilevabili, ma senza dubbio deontologicamente censurabili. Se Cosa nostra in Sicilia ha potuto vivere e prosperare per decenni, lo si deve anche - non solo, ovviamente, ma anche - all'inerzia di una magistratura pigra, pavida, in alcuni casi collusa.

    ilda boccassini ilda boccassini

     

    E se la corruzione ha potuto minare le fondamenta dello Stato, lo si deve anche a pezzi di magistratura che hanno volutamente distolto lo sguardo, oppure non hanno capito o si sono lasciati corrompere». Boccassini sa che la sua ostinazione le ha stroncato la carriera - è andata in pensione come semplice pm - e le ha complicato la vita.

    antonio ingroia 8 antonio ingroia 8 ilda boccassini ilda boccassini ilda boccassini ilda boccassini antonio ingroia antonio ingroia ILDA BOCCASSINI ILDA BOCCASSINI francesco greco francesco greco ILDA BOCCASSINI ILDA BOCCASSINI CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ILDA BOCCASSINI BORRELLI GHERARDO COLOMBO FRANCESCO GRECO CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ILDA BOCCASSINI BORRELLI GHERARDO COLOMBO FRANCESCO GRECO

     

    francesco greco francesco greco ILDA BOCCASSINI ILDA BOCCASSINI Francesco Greco - Francesco Saverio Borrelli - Gherardo Colombo e Ilda Boccassini Francesco Greco - Francesco Saverio Borrelli - Gherardo Colombo e Ilda Boccassini FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ILDA BOCCASSINI FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ILDA BOCCASSINI UNA GIOVANE ILDA BOCCASSINI UNA GIOVANE ILDA BOCCASSINI

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport