conte ilva
DAGONEWS
Da una settimana è in corso una trattativa, tanto serrata quanto riservata, tra Palazzo Chigi e Arcelor-Mittal. Il premier Conte si è convinto, a ragione, che un'eventuale svolta nel dossier Ilva sarebbe fondamentale per la sua immagine. Sarebbe la prima vittoria davvero ''sua'', visto che dovrà passare attraverso una sconfitta del Movimento 5 Stelle che lo ha piazzato al governo.
giuseppe conte contratto ilva
Nel negoziato è imprescindibile il ripristino dello scudo penale, mentre è in discussione il numero degli esuberi: dai 6500 chiesti da Mittal si dovrebbe scendere a 2.000, con il colpo che andrà attutito con ammortizzatori sociali a spese dello Stato. In ballo c'è comunque anche la revisione del contratto di affitto che la società aveva stipulato con i commissari durante il governo Gentiloni.
L'azione delle procure di Taranto e Milano sarebbe invece una mossa per avere un'arma in più sul tavolo delle trattative. Un pizzino piuttosto chiaro verso i manager di Arcelor-Mittal, per convincerli a ragionare in modo più ''accomodante'' davanti alla minaccia di fascicoli che non a caso al momento risultano contro ignoti. Pronti a diventare più ''noti'' se il gruppo dovesse davvero chiudere l'azienda.
lakshmi narayan mittal 5
Inutile ricordare come il governo sia stato cieco davanti all'arrivo di Lucia Morselli, allieva di Tatò, che avrebbe dovuto suonare un campanellone d'allarme su esuberi e tagli lacrime e sangue; e sordo davanti ai vari annunci di Arcelor-Mittal sulla fuga in caso di rimozione dello scudo penale.
Mittal ha un record di chiusure di stabilimenti e oggi c'è chi dice che l'Italia avrebbe dovuto puntare sulla cordata che aveva al centro Jindal. Anche se Calenda, il ministro che gestì il dossier, oggi dice che la gara era stata vinta dall'indiano, e se avesse dovuto riaprire i termini per i cinesi che avevano poi offerto 50 milioni in più, lo avrebbero accusato di danno erariale (tenere ferma l'azienda in attesa di una nuova aggiudicazione sarebbe costato molto di più).
Bignami su #ILVA. Contro le baggianate dei tuttologi. Diffondete cortesemente. pic.twitter.com/FSTet30QnW
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 17, 2019
british steel acciaio
In effetti oggi nel governo non pochi spingono per l'intervento dei cinesi, ma Jindal è un gruppo nettamente più piccolo e per l'acciaieria inglese British Steel ha pagato peanuts, 70 milioni di sterline. Cifre che a Taranto sono acqua fresca. Fonti diplomatiche hanno sondato gli umori nella terra del Dragone, ma da quelle parti non sono così entusiasti di finire nel ginepraio pugliese, dopo aver visto cosa è successo al rivale che ha spalle ben più larghe.
Insomma, Conte tiene tantissimo a essere ricordato come colui che salvò l'Ilva (dai disastri dei suoi governi, ma questo è un dettaglio). Ci sono molti parlamentari 5 Stelle che non intendono votare il ripristino dell'immunità penale, ma questo non sarebbe un problema insormontabile: carfagnani ''responsabili'' e i leghisti paraculi sono pronti a dare il loro supporto in Senato. Ma questo aprirebbe un problema esistenziale nella maggioranza, che non esisterebbe più.
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Per questo, davanti alla proposta di ripristinare lo scudo, Di Maio imporrebbe un voto di fiducia palese, per costringere i riottosi ad allinearsi o andarsene. Nel recente passato, a parte casi eclatanti, alla fine ha vinto la linea governista. Ma basterebbero pochissime defezioni per rendere i giallo-rossi minoranza a Palazzo Madama.
In questo contesto, non pochi osservatori hanno bollato come ''irrituale'' ma molto significativa la convocazione dei sindacati da parte di Mattarella: i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil saliranno al Quirinale alle 19.30. Significa che è partita la più autorevole delle moral suasion per risolvere il problema.
Basta questo intervento per far galoppare il cavaliere bianco della Cdp? Le fondazioni bancarie hanno detto espressamente di ''no'': se anche la Cassa prendesse un 10%, a comandare sarebbe sempre Mittal…
Mattarella con Giuseppe Conte