1 - ILVA: SEQUESTRO BENI PER 8,1 MLD A TARANTO E MILANO
(ANSA) - Militari della guardia di finanza stanno eseguendo a Taranto e Milano un sequestro di beni mobili e immobili e disponibilità economiche per 8,1 miliardi di euro nei confronti della famiglia Riva. I sequestri riguardano sia l'Ilva sia la Rivafire spa. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Taranto.
L'accusa ipotizzata dai magistrati di Taranto è associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali plurimi. Solo due giorni fa la procura di Milano aveva disposto il sequestro preventivo di circa 1,2 miliardi a carico di Emilio e Adriano Riva per truffa allo stato.
EMILIO RIVA2 - NON SI FERMA L'ATTIVITA' DELL'AZIENDA
AGI - I sequestri cominciati oggi sono lo sviluppo dell'indagine tarantina e non hanno nulla a che fare con quelli effettuati dalla Procura di Milano l'altro giorno, sempre nei confronti dei Riva, per reati fiscali.
A Taranto Finanza e Procura stanno agendo in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilita' giuridica delle imprese. Il sequestro non blocca la produzione dell'Ilva di Taranto, ne' mette a rischio posti di lavoro e stipendi. Il sequestro sara' fatto per equivalente, ovvero sino a raggiungere l'ammontare della somma ritenuta necessaria ad effettuare le opere di bonifica ambientale della fabbrica e dell'area di Taranto. Si ipotizza una cifra di circa 8 miliardi di euro.
3 - ILVA: SEQUESTRO BENI RIVA LEGATO A DANNI AMBIENTALI
(ANSA) - Il provvedimento di sequestro di beni per 8,1 miliardi di euro nei confronti della famiglia Riva, in corso da questa mattina a Taranto e Milano, è un sequestro 'per equivalente' legato alla quantificazione dei danni ambientali prodotti dall'Ilva alla città di Taranto.
La quantificazione dei danni è stata elaborata dai custodi giudiziari degli impianti dell'area a caldo del siderurgico tarantino sotto sequestro dal 26 luglio 2012. Il provvedimento è stato firmato dal gip Patrizia Todisco su richiesta del pool della procura che si occupa dell'inchiesta sull'Ilva, coordinata dal procuratore Franco Sebastio. I sequestri non incidono sull'attività produttiva dello stabilimento tarantino.