Da www.ansa.it
ILVA DI TARANTO
E' stata rinviata al 6 marzo l'udienza sul caso ArcelorMittal-ex Ilva. Lo ha deciso il giudice civile Claudio Marangoni, titolare del procedimento che riguarda l'ipotesi di addio avanzata lo scorso 4 novembre dal gruppo franco-indiano. Il giudice ha concesso di differire l'udienza su richiesta concorde delle parti, nel presupposto che entro febbraio si arrivi a un accordo.
lucia morselli 1
Se ciò avverrà, come annunciato stamane, i due contendenti revocheranno i rispettivi atti con cui hanno dato il via al contenzioso e la causa verrà di fatto cancellata dopo il passaggio formale in aula. Se dovesse saltare l'accordo, invece, non ci sarà alcuna proroga e si andrà alla discussione.
OPERAIO ILVA
L'udienza di oggi è durata solo una decina di minuti in tutto. "Abbiamo mantenuto l'impegno a continuare la produzione", ha spiegato l'avvocato Bonsignore con a fianco l'ad Morselli. "In queste settimane - ha aggiunto con riferimento alla fase del negoziato coi commissari dell'ex Ilva - abbiamo fatto un lavoro importante e molto costruttivo, un bene perché ci consente di passare alla fase legale per la messa a punto della fase contrattuale".
Ossia, le modifiche al contratto di affitto e acquisizione degli stabilimenti, concordate tra le parti, che dovrebbero essere effettuate dopo l'accordo definitivo. Accordo che le due parti vorrebbero trovare entro febbraio, prima della prossima udienza del 6 marzo.
STEFANO PATUANELLI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI CON LAKSHMI E ADITYA MITTAL GIUSEPPE CONTE CON LAKSHMI MITTAL
"Ci sono le basi per arrivare ad un accordo - ha chiarito il legale - Mittal resta a Taranto, mantenendo la produzione". Nel caso le due parti arrivassero all'intesa definitiva, poi, da un lato, Mittal ritirerebbe il suo atto di citazione con cui ha chiesto l'accertamento del recesso dal contratto, annunciato a novembre, e dall'altro i commissari ritirerebbero il ricorso cautelare d'urgenza contro l'addio del gruppo. E la causa in corso di fatto verrebbe cancellata. "In pendenza di questo ricorso cautelare - ha precisato l'avvocato Ferdinando Emanuele, altro legale del gruppo - ArcelorMittal ha continuato a mantenere in funzionamento gli impianti e a produrre in ossequio a un invito del presidente del Tribunale e del presidente del Consiglio. ArcelorMittal ha grande rispetto del Governo e del presidente del Consiglio come lo abbiamo noi avvocati. Pur avendo esercitato il diritto di recesso, Mittal ritiene che la soluzione transattiva, bonaria e industriale sia la migliore per tutti".
LUCIA MORSELLI
Il destino dell'ex Ilva di Taranto resta dunque appeso al filo della trattativa tra governo e Arcelor Mittal. Trattativa che sta proseguendo a oltranza ma ancora non ha portato a una intesa sui dettagli e, soprattutto, non ha ancora superato lo scoglio degli esuberi. Si va avanti a piccoli tappe, in un percorso che rimane ancora molto difficile, tanto che i più pessimisti temono che alla fine saranno i giudici a doversi esprimere, anche perché, ancora in queste ultime ore, il negoziato avrebbe fatto qualche passo avanti ma anche diversi passi indietro. Con l'azienda che resterebbe ferma sui 3mila esuberi strutturali, indigeribili per il governo, prima ancora che per i sindacati. Il nodo è anche quello delle risorse che saranno previste dal nuovo piano industriale, al quale gli esuberi - inutile dirlo - sono strettamente legati. Ma ufficialmente le parti continuano a ostentare ottimismo: il premier, Giuseppe Conte, si è detto fiducioso dopo l'incontro a Londra che anche i vertici del colosso dell'acciaio hanno definito positivo.
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giuseppe conte contratto ilva
"Ci sono stati dei progressi e confidiamo che si possano fare ulteriori passi avanti", ha detto Aditya Mittal, presidente e direttore finanziario di Am, parlando agli analisti durante la presentazione dei conti. Il gruppo ha chiuso il 2019 con un rosso di 2,5 miliardi di dollari ma un Ebitda di 925 milioni di dollari, migliore delle stime, e prospettive di miglioramento per il 2020 che sono piaciute ai mercati (ieri il titolo ha toccato anche un rialzo dell'11% sui listini di Parigi, Madrid e Amsterdam). I segnali di "rallentamento della domanda che inizia a stabilizzarsi", con l'attesa di un "aumento nei mercati core", indicati nella confernce call, potrebbero giovare anche alla partita che si gioca in Italia.
ILVA E TUMORI
Lo scetticismo dei sindacati
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Con il rinvio al 6 marzo dell'udienza, "si apre un'ulteriore fase di incertezza e di preoccupazione sulle prospettive del gruppo in Italia", commenta la Fiom con una nota della segretaria generale Francesca Re David e del segretario nazionale responsabile per la siderurgia Gianni Venturi. E riferendosi al rialzo del titolo ieri in Borsa dopo la diffusione dei conti 2019, al dividendo annunciato, ed ai "2.331
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lavoratori" in cig in Italia, la Fiom commenta: "Gli azionisti festeggiano, i lavoratori pagano". Ritiene "quindi urgente" che il ministero dello Sviluppo convochi il tavolo con i sindacati "per conoscere l'effettivo stato della trattativa, gli assetti proprietari e le prospettive tecnologiche e industriali. Non intendiamo - sottolineano Re David e Venturi - delegare al nostro ruolo ed alla nostra funzione di rappresentanza, né siamo disponibili a gestire gli effetti di possibili accordi che mettano in discussione gli impegni e i vincoli occupazionali già definiti nell'accordo del 2018. Se il tavolo non sarà convocato nelle prossime ore, sarà necessario ricorrere alla mobilitazione generale del gruppo".
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