Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”
VOLODYMYR ZELENSKY E GIORGIA MELONI A VILNIUS - MEME
La guerra in Ucraina prosegue. […] Ma Vladimir Putin appare, comunque, in difficoltà. Convinto che “l’operazione militare” non sarebbe durata così a lungo. […] Non è andata così. E le “attese” oggi appaiono largamente “disattese”. Così Putin deve fare i conti con problemi che potrebbero complicare la sua leadership.
[…] Dall’altra parte, il recente vertice Nato di Vilnius non ha soddisfatto le attese di Volodymyr Zelensky. Il quale contava sulla definizione di un piano circostanziato, in vista dell’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica. Ciò non è avvenuto. […] il percorso previsto in vista dell’adesione alla Nato è stato chiarito e semplificato. Ma Usa e Germania, in particolare, si mantengono prudenti, al proposito. Al di là di quanto è avvenuto e avverrà in Ucraina, però, è indubbio che questo conflitto ha influito sulla percezione del “mondo intorno a noi”. Sulla rappresentazione geo-politica internazionale.
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I dati forniti da un recente sondaggio condotto da Demos su un campione rappresentativo della popolazione italiana disegna, al proposito, una Mappa interessante. In parte, inattesa. […] Evoca, infatti, la tradizionale frattura fra l’Occidente e il resto del mondo. Noi e gli altri.
Dove i riferimenti “altri”, rispetto a “noi occidentali”, sono la Cina e la Russia. In questo modo, la stessa Ucraina, nella percezione, si ri-allontana dall’Occidente, e si ri-avvicina alla Russia. I dati sulla fiducia degli italiani nei confronti di alcuni Paesi internazionali sono molto espliciti. Nonostante l’atteggiamento prudente e distaccato degli italiani, verso i Paesi oltre confine. Confermato dal recente sondaggio di Demos per Repubblica sulla percezione dell’Unione Europea.
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Un’indagine che rappresenta gli italiani “euro-prudenti”. Certamente non “euro-entusiasti”. Tuttavia, ben lontani dall’idea dell’ exit . Lo stesso atteggiamento che emerge nei confronti delle principali nazioni occidentali. Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Valutate con “prudenza e distanza”. Suscitano, infatti, un grado di fiducia variabile, ma sempre inferiore alla sfiducia. Solo il consenso verso la Germania sfiora la maggioranza. Senza però raggiungerla. Si ferma, infatti, al 47%. Mentre il 52% esprime s-fiducia nei suoi riguardi.
[…] la durata della guerra ha modificato e sta modificandolo sguardo degli italiani verso i due contendenti. Ucraina e Russia. Di certo, non è cambiato il giudizio sulle responsabilità. In quanto è in-discutibile il ruolo della Russia. Paese invasore. Responsabile del conflitto. Il grado di fiducia espresso dagli italiani nei suoi riguardi, infatti, risulta stabilmente basso. Negli ultimi mesi ha raggiunto l’11%, risalendo di qualche punto, rispetto a un anno fa.
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Mentre il sostegno all’Ucraina si è sensibilmente ridimensionato. Il “credito” di cui dispone fra i cittadini del nostro Paese, infatti, è calato di oltre 10 punti, rispetto a un anno fa, quando era stimato intorno al 40%, nell’aprile 2022. E al 44%, un mese prima. Un anno dopo, lo scorso aprile, era, invece, sceso al 36%. E oggi ha raggiunto il 29%. Più di “calo” è, quindi, corretto parlare di “crollo”. Una tendenza che appare, politicamente, “trasversale”. Anche se non omogenea. D’altra parte, mutamenti così profondi e rapidi coinvolgono tutti i settori sociali.
L’unica distinzione evidente ri-chiama il rapporto con l’Unione Europea. La fiducia verso l’Ucraina, infatti, appare nettamente più ampia fra coloro che hanno molta fiducia verso l’Ue: 43%. Mentre si abbassa pesantemente fra gli euro- scettici. Fino a scivolare sotto la soglia del 20%. […]
Tuttavia, questi dati suggeriscono come il persistere e l’aggravarsi del conflitto abbia allargato il solco che separa in nostro Paese dall’Est europeo. […] Ri-evocando una sorta di “nuovo muro di Berlino”, che ci separa non solo dalla Russia e dalla sua area di influenza. Ma, al tempo stesso, dalla Cina. Non per “ideologia”, ma per il sentimento di “insicurezza”.
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Così, ai nostri occhi, […] rimane soltanto l’Ue. Una casa comune dove la convivenza non è sempre facile. E gli Usa. Il “centro dell’Occidente”. […]
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