Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
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Quando il 29 gennaio scorso Imane Fadil entrò già debolissima nella clinica Humanitas di Rozzano, una delle prime ipotesi dei medici sul male che le stava mangiando gli organi vitali fu la leptospirosi, quella che si prende a contatto con l' urina dei ratti.
Perché la testimone del processo Ruby ter, la ex modella ed aspirante giornalista tv ospite delle cene di Arcore, era ridotta così male economicamente da essere stata costretta a vivere in una casa infestata dai topi. L' ha detto lei stessa ai sanitari quando è stata ricoverata. Forse si riferiva alla cascina nelle campagne di Chiaravalle dove, dicono i pochi vicini che la vedevano andare e tornare, a qualche finestra mancavano perfino i vetri.
imane fadil 2
Spesso Imane Fadil si recava in Svizzera dove vivono una sorella e un fratello, mentre un altro sta in Italia e un altro ancora è rimasto in Marocco con la loro madre. I familiari la aiutavano come potevano. Quando si presentava in palazzo di giustizia a Milano, Imane vestiva in modo impeccabile. È stata una modella, sapeva cosa indossare e come. Solo di recente, dopo che la malattia l' aveva già aggredita, il suo aspetto lasciava intuire minimi cedimenti.
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Aveva pochissimi amici, uno dei quali negli ultimi tempi la ospitava in casa permettendole di andare avanti in qualche modo. Passati i lontani tempi dei lustrini e delle brevi e rare partecipazioni in trasmissioni televisive di seconda fascia, oramai non lavorava da anni e, di conseguenza, non aveva introiti finanziari.
maria rosaria rossi
Gli unici soldi sui quali aveva potuto contare erano i quaranta mila euro che aveva incassato per una querela per diffamazione che aveva presentato a Torino nel 2012. Eppure, dopo che la difesa della senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi, anche lei imputata (ma per falsa testimonianza) nel processo Ruby ter sulle corruzioni di testimoni addebitate dalla Procura di Milano a Silvio Berlusconi, le aveva offerto 250 mila euro in cambio della revoca della costituzione di parte civile, lei aveva rifiutato sdegnosamente.
ruby
Quando a metà gennaio la sua costituzione fu rigettata dai giudici, per lei fu una delusione enorme, vissuta come il tradimento di chi come lei, diceva, aveva voluto testimoniare senza farsi corrompere. Negli anni precedenti, quelli dei processi Ruby e Ruby bis, aveva chiesto un risarcimento complessivo di 2,5 milioni di euro.
silvio berlusconi
Ultimamente viveva nel sospetto. Temeva di essere seguita, spiata, che volessero farle del male, anche se poi diceva che nessuno poteva farle niente perché discendeva da un santo cristiano del Marocco. Non è bastato a proteggerla da quello che i pm sospettano sia un omicidio.
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