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    IMPANTANATO E DISPERATO, PUTIN SI AVVICINA AL CONFINE CON LA NATO - LE TRUPPE DI TERRA ARRANCANO E ALLORA “MAD VLAD” RICORRE AGLI ATTACCHI A LUNGO RAGGIO: I MISSILI CHE HANNO COLPITO LEOPOLI SONO PARTITI DALLE NAVI DA GUERRA SUL MAR NERO - A KIEV COLPITI ASILI NIDO E UNA SCUOLA, MENTRE NEL CENTRO DI MARIUPOL SONO IN CORSO COMBATTIMENTI - VIDEO


     
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    DAGONEWS

    esplosione a leopoli 2 esplosione a leopoli 2

    Sarebbero partiti dalle navi da guerra russe nel mar Nero i sei missili caduti sulla città di Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Due di questi hanno colpito l’aeroporto, gli altri quattro sono stati intercettati e abbattuti.

     

    Il sindaco, Andriy Sadovy, ha detto che le strutture sono state distrutte ma non ci sono vittime. Leopoli, la città più grande vicina al confine polacco, finora è stata in gran parte risparmiata dagli attacchi, a differenza dell’est del Paese.

     

    uomo piange sul corpo della madre a kiev 1 uomo piange sul corpo della madre a kiev 1

    Perché questa offensiva? Putin è impantanato e le sue truppe di terra sono completamente bloccate e non riescono ad avanzare. Come ha specificato l’intelligence britannica, in una settimana ci sono stati progressi minimi. La resistenza ucraina si fa ogni giorno più forte, grazie ai rifornimenti e agli aiuti occidentali. E se non può avanzare via terra, il presidente russo fa sempre più affidamento agli attacchi a lungo raggio.

     

    imboscata delle forze ucraine a mariupol 4 imboscata delle forze ucraine a mariupol 4

    SINDACO KIEV, NUOVI BOMBARDAMENTI, COLPITI ASILI E SCUOLA

    (ANSA) - "Il nemico continua ad attaccare la capitale. Stamane la zona residenziale nel distretto di Podolsk è stata bombardata dagli orchi che hanno colpito sei case, asili nido e una scuola. Una persona è morta, 19 sono rimaste ferite, inclusi quattro bambini. Sul posto stanno operando i soccorritori e i medici". Lo ha detto il sindaco di Kiev Vitali Klitschko, che ha postato un video su Telegram nel quale, indossando un giubbotto antiproiettili, mostra i palazzi distrutti dagli attacchi.

    esplosione a leopoli esplosione a leopoli

     

    UCRAINA: GB, PROGRESSI MINIMI DELLE FORZE RUSSE IN 7 GIORNI

    (ANSA) - "Le forze russe hanno fatto progressi minimi questa settimana", scrive in un tweet il Ministero della Difesa britannico, che ha rilasciato il suo ultimo rapporto di intelligence sulla situazione in Ucraina. "Le forze russe hanno fatto progressi minimi questa settimana.

     

    Le forze ucraine intorno a Kiev e Mykolaiv continuano a frustrare i tentativi russi di circondare le città. Le città di Charkiv, Chernihiv, Sumy e Mariupol rimangono circondate e soggette a pesanti bombardamenti russi", afferma il report. Intanto l'Onu afferma ora che il numero di rifugiati in fuga dal conflitto in Ucraina ha già superato i 3,2 milioni. "Questo numero continuerà ad aumentare a causa della continua aggressione russa".

     

     

    esplosione a leopoli esplosione a leopoli

    MISSILE ABBATTUTO CADE SU PALAZZO RESIDENZIALE KIEV, 1 MORTO

    (ANSA) -  Un missile colpito dalla contraerea ucraina è precipitato su un palazzo residenziale nel quartiere di Podil, a Kiev, provocando un incendio con almeno un morto e quattro feriti. Lo si apprende dalla Cnn. L'incendio è scoppiato alle 8.04 licali (le 7.04 italiane). Quando sono arrivati i vigili del fuoco, le fiamme si erano propagate per quasi tutto il terzo piano dello stabile, dal quale sono comunque state tratte in salvo almeno 110 persone. Sempre a Podil martedì un palazzo residenziale è stato colpito direttamente in un raid aereo, provocando un incendio che ha distrutto i primi cinque di 10 piani.

     

    UCRAINA: IN REGIONE KIEV OLTRE 1.000 EVACUATI NELLA NOTTE

    pompieri al lavoro a kiev pompieri al lavoro a kiev

    (ANSA) - Prosegue l'evacuazione dei civili dalla regione di Kiev. Lo riferisce il Servizio statale di emergenza, secondo quanto riporta la Bbc, che pubblica le foto diffuse dai soccorritori sulle operazioni di stanotte. Oltre mille ucraini sono stati trasportati fuori dalla regione nella notte con autobus e macchine, riferiscono i funzionari del Servizio di emergenza, precisando che queste persone sono ora in un "posto sicuro". (ANSA).

     

    MOSCA, SI COMBATTE NEL CENTRO DI MARIUPOL

    mercato di kharkiv distrutto dalle bombe russe mercato di kharkiv distrutto dalle bombe russe

    (ANSA-AFP) - Combattimenti sono in corso nel centro della città assediata di Mariupol, nell'est dell'Ucraina: lo afferma il ministero della Difesa russo.

     

    Mosca fa sapere che si tratta di un'operazione congiunta dell'esercito russo con le milizie filorusse dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, nel Donbass. "A Mariupol, le unità della Repubblica popolare di Donetsk, con il sostegno delle forze armate russe, hanno stretto la morsa dell'accerchiamento e combattono ora contro i nazionalisti nel centro della città", ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov. La città portuale martire di Mariupol, dove nei giorni scorsi è stato colpito dai russi un teatro che ospitava centinaia di civili sfollati, si trova nella parte del Donbass che fino a poche settimane fa rientrava nel controllo di Kiev.

     

    UCRAINA: OLTRE DUE MILIONI I RIFUGIATI ARRIVATI IN POLONIA

    (ANSA) - Il numero di rifugiati ucraini arrivati in Polonia per fuggire dall'invasione russa ha superato i due milioni. Lo riferiscono le guardie di frontiera polacche. "Oggi alle 9 il numero di rifugiati dall'Ucraina ha superato i due milioni. La maggior parte di loro sono donne con bambini. I funzionari della guardia di frontiera sono i primi polacchi ad aiutarli dopo che hanno attraversato il confine", hanno scritto su Twitter.

    PROTEZIONE DEI MONUMENTI A LEOPOLI PROTEZIONE DEI MONUMENTI A LEOPOLI

     

     

     

    LA RESISTENZA LEOPOLI PREPARA LE BARRICATE "DIFENDIAMO LA NOSTRA LIBERTÀ"

    Niccolò Zancan per “la Stampa”

     

    Via Knazia Romana numero 16. Il negozio si chiama «Il mondo dell'alcol». Non soltanto è chiuso. Da ieri è diventato inaccessibile: i sacchi di sabbia non erano mai stati usati per questa ragione. «In guerra non si beve» dice Valery Kurko, responsabile della difesa della regione occidentale dell'Ucraina.

     

    «I militari devono prendere decisioni strategiche. Non possono sbagliare perché ogni loro errore può costare una vita umana. Dall'inizio del conflitto nessun nostro soldato ha mai violato questa disciplina, e sono sicuro che sarà così fino alla vittoria. Allo stesso tempo i cittadini devono essere concentrati il più possibile. Quando c'è l'allarme devono andare nei rifugi e prendersi cura dei bambini e degli anziani, ecco perché è severamente proibita la vendita di alcolici dal primo giorno dell'invasione».

    imboscata delle forze ucraine a kharkiv 3 imboscata delle forze ucraine a kharkiv 3

     

    Quel negozio vendeva birra e vodka sottobanco. «Adesso vige la legge marziale, poi festeggeremo», concorda il vicesindaco, Andriy Moskalenko. Ogni giorno a Leopoli senti parlare di vittoria. Eppure è appena arrivato l'ordine di proteggere tutti i monumenti. I carri armati russi si stanno avvicinando al confine occidentale. Le immagini satellitari sono state scattate in Bielorussia.

     

    Armi e mezzi pesanti caricati sui treni in direzione della città di Brèst, la più vicina al confine d'Europa e prossima a Leopoli. Così gli operai comunali stanno lavorando per proteggere le statue con grandi lastre d'acciaio, avvitano recinzioni. Mettono tetti per riparare i simboli della loro storia. E intanto parlano di vittoria. È un sentimento popolare che cresce a dispetto di ogni calcolo algebrico delle forze in campo. «Sì, faremo una grande festa quando sarà finita», dice la scrittrice Anastasia Nikulina, volontaria nel centro che manda aiuti ai soldati.

    LA STATUA DI GESU EVACUATA DALLA CATTEDRALE DI LEOPOLI LA STATUA DI GESU EVACUATA DALLA CATTEDRALE DI LEOPOLI

     

    «Le persone lontane possono scegliere cosa vedere e cosa non vedere di quello che sta succedendo qua, ma noi ci siamo dentro. La guerra è davanti alle nostre finestre, per chi ancora ha la fortuna di avere una casa. Non è possibile restare neutrali. Bisogna prendere parte. Stiamo difendendo la nostra libertà. Non ci sono alternative alla vittoria, se perdiamo noi il mondo non avrà nessuna speranza». Dentro Leopoli la vita scorre quasi normalmente, a parte il coprifuoco alle 22 e le sirene che suonano ogni tanto. Ma intorno alla città stanno piazzando delle fortificazioni. Alzano dei muri sulle principali vie d'accesso.

     

    imboscata delle forze ucraine a kharkiv imboscata delle forze ucraine a kharkiv

    Qui ci sono le ambasciate, gli uffici amministrativi. Il «centro dei media» che spiega ogni giorno il conflitto visto da questa parte delle barricate. Hanno scelto una bellissima birreria di tre piani in pieno centro, dove nessuno può più andare a bere e dove i fusti sono spariti. Ogni giorno spiegano le vittorie militari ottenute sul campo: per esempio, ieri, gli elicotteri russi distrutti a Kherson.

    Ogni giorno qualche ministro viene a parlare davanti ai microfoni, ieri si sono presentanti quello dell'energia e quello dell'agricoltura, entrambi per rassicurare la popolazione. Leopoli è l'ultimo baluardo della vita di prima, o quasi. Per questo non può cadere. A dieci minuti di auto dal centro, accanto all'accademia militare, c'è l'ufficio per il reclutamento dei volontari. È lì che aspetta in coda un ragazzo con gli occhi verdi. «Mi chiamo Shmatkov Rostislav, ho 27 anni, vengo da Kiev.

    miliziani ceceni a mariupol miliziani ceceni a mariupol

     

    Mi sono laureato, mi occupavo di computer grafica, ho vissuto una vita normale. Il 24 febbraio ho sentito le prime esplosioni e di sera, quando sono iniziati i combattimenti vicino alla mia città, io e la mia ragazza siamo partiti. Volevo che lei fosse al sicuro. Abbiamo attraversato tutta l'Ucraina occidentale, finché non abbiamo trovato un alloggio che ci potevamo permettere. Viviamo con altre tre famiglie nello stesso appartamento. Ma adesso che la mia ragazza è al riparo, io devo andare».

    MARIUPOL OSPEDALE BOMBARDATO MARIUPOL OSPEDALE BOMBARDATO

     

    Shmatkov Rostislav si è rotto un ginocchio quattro mesi fa, di questo è preoccupato. Preoccupato che non lo facciano arruolare. «Quasi tutti i miei conoscenti hanno fatto lo stesso. Il nostro Stato cerca di motivarci, ma non c'è bisogno: le persone vengono da sole a firmare. Io e i miei amici eravamo pronti per la guerra, non è stata una sorpresa per noi. E ora dobbiamo andare».

     

    CATTEDRALE DI LEOPOLI CATTEDRALE DI LEOPOLI

    La coda dei soldati volontari si mischia a quella dei cittadini ucraini che hanno dovuto abbandonare le loro case, sono ragioni complementari una accanto all'altra. Shmatkov Rostislav vuole tornare in prima linea, nella città da cui è riuscito a fuggire. «Mi sono reso conto che gli ucraini sono una nazione capace di quasi tutto nel 2013. Sono stato a Maidan dal primo giorno di novembre fino al 18 febbraio, quando mi sono infortunato. In quella piazza ho visto quanto stiamo bene insieme, ho capito quanto ci aiutiamo a vicenda.

     

    PROTEZIONE DEI MONUMENTI A LEOPOLI PROTEZIONE DEI MONUMENTI A LEOPOLI

    I media russi dicevano che ci avrebbero sconfitti subito, ma la pratica ha dimostrato il contrario. Abbiamo vinto lì, così come ora stiamo vincendo in tutto il Paese». Sono diversi i centri di arruolamento per volontari nella zona di Leopoli. Si arruolano medici, infermieri e meccanici. Ognuno va per quello che può fare. Questo sta succedendo in Ucraina. E molti ragazzi stanno arrivando da molto lontano.

     

     Irina Sampal, rappresentante della legione georgiana, coordina i soldati stranieri: «Di recente si sono uniti a noi volontari provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Albania, Filippine, Messico e Brasile. Capiscono che l'Ucraina ha bisogno di aiuto oggi, capiscono che la linea rossa tra il mondo civile e quello incivile passa in Ucraina. Sono persone molto motivate. Per ora sono arrivati 17 mila volontari».

    Stazione di Leopoli Stazione di Leopoli

     

    Parlano di vittoria. E già pensano alla memoria, cioè al futuro. Da oggi, ogni giorno alle 9 di mattina, verrà osservato un minuto di silenzio per «le persone uccise nella guerra della Russia contro l'Ucraina». Così la chiamano, quando non la chiamano «invasione». E osservando le cose da qui, nessuno si sentirebbe di obiettare sul tipo di definizione.  

     

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