VIDEO “PROTOTYPE”
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“Dimentica ciò che sapevi sulla disabilità” è il messaggio che appare nel video di sei minuti intitolato “Prototype”, dove una cantante a metà fra Lady Gaga e Katy Perry danza, simula sesso, si muove determinata con mosse provocanti. Tutto nella norma, se non fosse per un dettaglio: ha una gamba amputata che mostra senza vergogna e senza vittimismo.
Viktoria Modesta è stata presentata come la prima “popstar bionica” durante la finale di “X Factor” inglese, davanti a 10 milioni di spettatori. La ex modella lettone è un antidoto al “pop omogeneizzato e alle stelle artificiali”, diceva “Channel 4”. La 26enne si racconta così: «Ho scelto il mio cazzo di modo per fare le cose, senza rimorsi, e spero che la gente reagirà nella stessa maniera. Non devi per forza far parte della routine, puoi pensare fuori dagli schemi, trasferirti in un altro paese, sposare una persona che mai avresti pensato, cambiare lavoro, fare quello che la tua pancia ti dice di fare. Più vivi la vita come fosse la sceneggiatura di un film, più sarà eccitante».
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Il video è stato postato 5 giorni fa ed ha già quasi 2 milioni di visualizzazioni: «La risposta globale al mio video è assolutamente incredibile. Sono un’artista indipendente, e questa è una ricompensa alle idee che ho a lungo coltivato».
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Viktoria ebbe un problema alla nascita che influì sulla crescita della gamba. Passò molto tempo in ospedale e poi, a 12 anni, la sua famiglia si trasferì dalla Lettonia all’Inghilterra: «Ero come un animale selvaggio che arrivava da un paesino della Lettonia. Ero curiosa di tutto. Facevo parte di ogni scena possibile: sono stata “cyberpunk”, “goth”, “burlesque”. Volevo capire come fondere musica, moda e movimento».
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A 20 anni la sua gamba fu amputata e da quel momento l’irruzione nell’industria musicale diventò una manovra più complicata. La fortuna arrivò quando fu chiamata ad esibirsi alla cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi del 2012, davanti a un miliardo di spettatori: «Per molto tempo la cultura pop mi ha sbattuto le porte in faccia. La gente ha difficoltà a capire cosa provare davanti a un’amputata che non tenta di diventare un’atleta olimpica. Nello sport superare una disabilità ti rende un eroe, ma nel pop non c’è posto per questo sentimento».
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