Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”
Niente nomi. Ma un elenco. Dove ognuno è libero di metterci accanto una faccia.
beppe sala
Non è giorno di chiaroscuri per il sindaco di Milano, Beppe Sala che dal palco di piazza del Duomo scandisce con forza due parole: «Basta ambiguità».
A partire da chi lascia aperta la porta a rigurgiti di fascismo e nazismo per continuare con chi fa fatica a vedere un aggressore e un aggredito nella guerra scatenata da Putin contro l'Ucraina. E via di seguito a cascata, tra chi non riesce a scegliere fra un candidato democratico e una politica che non ha mai abiurato al fascismo, o chi viene finanziato dalla Russia e chi invece ha qualche suo politico affezionato al saluto romano.
«Basta ambiguità» ripete Sala. Poco prima ha condannato senza se e senza ma gli attacchi a Enrico Letta e alla Nato.
«Contestazioni folli». Per il sindaco c'è solo una parte dove stare. A fianco del popolo ucraino che lotta per la libertà.
beppe sala
«Abbiamo tutti sentito le parole di Liliana Segre: è difficile non pensare alla guerra in Ucraina in questa festa della Liberazione. La mia, è una posizione chiara: la nostra Liberazione non è stata conquistata con le parole e la Resistenza non è stata fatta senza sofferenze». L'aveva detto ancor più chiaramente qualche giorno fa in risposta ai dubbi del presidente dell'Anpi, Pagliarulo sull'invio delle armi agli ucraini: «La Liberazione non è stata ottenuta con le margherite in mano».
Le ambiguità non riguardano solo la guerra in corso.
«Non è possibile essere ambigui fino al punto di non scegliere tra un candidato democratico e una candidata che non rinnega il fascismo. E ciò in Francia, come in Italia», dice Sala. Anche senza grandi sforzi di fantasia il bersaglio sembra avere proprio le sembianze del leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte che a Otto e mezzo non si è voluto sbilanciare sui candidati francesi. Un messaggio neanche troppo subliminale al segretario del Pd, Letta e all'alleanza tra i dem e i pentastellati. Segue il secondo indovinello.
giuseppe conte a otto e mezzo 3
«Non è possibile essere ambigui fino al punto di chiedere pieni poteri o farsi finanziare dall'autocrazia russa, attraverso mediatori ambigui». Di chi starà parlando Sala? I bookmaker puntano su Matteo Salvini. Per quanto riguarda i «mediatori ambigui» basta andare a rivedere le cronache di quei giorni. Altro «indovina il nome». «Non è possibile avere tentennamenti e guidare forze politiche che non hanno fatto i conti con il tragico passato fascista, per riproporne i conati nel nostro presente - dice Sala dal palco - Gente che fa il saluto fascista. Basta ambiguità!».
Ogni riferimento all'inchiesta di Fanpage dove esponenti di Fratelli d'Italia si dilettavano in saluti nazifascisti è puramente voluto. Chiaramente il bersaglio non è solo l'autore del saluto, ma chi quel partito lo guida. Anche qui i bookmaker puntano sicuri su Giorgia Meloni. Infine, quello che all'apparenza potrebbe essere un fatto minore ma che invece rende bene l'idea di che cosa sia la notte in cui tutte le vacche sono nere e le distinzioni non valgono più.
enrico letta al corteo del 25 aprile
«Non è possibile essere ambigui fino al punto di dire che i bambini crescono felici sotto il fascismo. Lo andassero a chiedere a Liliana Segre, se era felice da bambina sotto il nazifascismo...». I bookmaker congelano la puntata. Troppo facile pensare all'erede di Alessandro Magno, ossia Alessandro Orsini che ha appena assicurato di aver sconfitto tutti i suoi nemici. La fine è un fiore rosso che sventola. Sala se lo toglie dall'occhiello e lo agita davanti alla folla del 25 Aprile. È un garofano? Scommesse aperte.
bandiere della nato al corteo del 25 aprile corteo 25 aprile milano