1. NOTTE IN BLANC PER MOURINHO- IMPRESA DEL PSG: IN 10 FA FUORI IL CHELSEA
Francesco Persili per “Dagospia”
mourinho
Harakiri Chelsea. L’uno a uno dell’andata, l’uomo in più per 90 minuti, il doppio vantaggio non sono bastati ai Blues sbattuti fuori dalla Champions da un Psg sfavillante al termine di 120 minuti epici. Il fattore Mourinho non esiste più. Dopo la vittoria con l’Inter (anno di grazia e di triplete 2010), il portoghese aveva sempre raggiunto la semifinale della coppa regina. Stavolta non ce l’ha fatta. Ma lo Special One non cerca attenuanti: «Eliminazione meritata, hanno vinto i migliori. Sono rimasti in dieci e hanno giocato senza pressione come se non avessero nulla da perdere».
L’ingiusta espulsione di Ibrahimovic per un’entrata su Oscar al 31esimo del primo tempo è la svolta della partita. La sfida, fino a quel momento fin troppo tattica, esplode. Lo “street fighter” Diego Costa porta a spasso la difesa del Psg e viene steso da Cavani: i Blues e Mou reclamano un rigore sacrosanto. Il bomber dalla faccia sporca sembra il protagonista di uno “spaghetti western”: occhio socchiuso, sguardo truce, va alla guerra da solo, ma non basta. Pressing, ritmo, intensità: i francesi conquistano campo. Verratti inventa calcio e le ripartenze dei parigini sono letali: l’ex bomber del Napoli colpisce un palo dopo aver saltato anche Courtois. La squadra di Mourinho si affida ai cambi di ritmo di Hazard ma è Courtois che salva i Blues in più di un’occasione prima del gol di Cahill. Qualificazione in ghiaccio? Neanche per idea. Il portoghese prende paura e si copre: un difensore, Zouma, al posto di Matic. Un eccesso di prudenza contro un avversario ridotto in dieci.
psg david luiz
La capocciata di David Luiz, il grande ex dal dente avvelenato, manda le due squadre ai supplementari. Mou toglie Ramires e mette dentro Drogba. Ma il protagonista diventa Thiago Silva: prima con un ingenuo fallo di mani procura il rigore che Hazard realizza e poi a sei minuti dalla fine regala con un colpo di testa il gol che manda ai quarti il Psg. «Quando una squadra – chiosa Mourinho - non riesce a difendere sulle palle inattive non merita di passare il turno».
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La Marsigliese risuona nella notte di Londra e accompagna l’estasi degli uomini di Blanc. “Eroici” per il quotidiano francese, L’Equipe. Dopo una stagione travagliata tra l’infortunio di Ibra, il malessere di Cavani e Lavezzi, le polemiche sul fair play finanziario, “la squadra dello sceicco” entra nelle magnifiche otto di Champions. Una vittoria da raccontare ai nipoti, Verratti è al settimo cielo: «Una partita che ricorderemo anche quando smetteremo di giocare». Geometria, fosforo, classe: la battaglia di Stamford Bridge consegna al calcio italiano un centrocampista a cui affidare le chiavi del centrocampo della Nazionale per i prossimi dieci anni. Per Fabregas assomiglia a Xavi da giovane. L’abruzzese incanta. Gioca a testa alta, rischia il dribbling e non abbassa lo sguardo neanche davanti a John Terry: «La dedica? A Blanc. Anche oggi ha dimostrato di essere un grande allenatore».
laurent blanc lecca lecca
L’Happy One stavolta è lui: l’allenatore più precario d’Europa, che si gusta la rivincita con la stessa voluttà con cui consuma il suo lecca-lecca: «Abbiamo battuto il Chelsea col gioco. La considerazione nei miei confronti? Migliorerà.» Mourinho, invece, si consola pensando alla Premier: «Ai miei ho solo detto di andare a casa. In campionato siamo primi …». A proposito di Premier: con City e Arsenal sull’orlo dell’eliminazione, l’Inghilterra rischia di non avere neanche una squadra ai quarti. Ma non era il campionato più bello del mondo?
2. BUFERA SUL REAL FISCHIATO DAI TIFOSI
Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
CARLO ANCELOTTI
Non ci sono più le proteste di una volta: la pañolada, ovvero lo sventolio di fazzoletti bianchi, martedì al Bernabeu l’hanno fatta con le salviette macchiate di ketchup, i sacchetti di plastica, i volantini pubblicitari. Tutto quello che capita sottomano va bene per mostrare, in mezzo a un frastuono di fischi, il proprio disappunto: perché non c’è nemmeno più il Real di una volta, che poi erano solo ottanta giorni fa.
Adesso c’è una «squadra ridicola» secondo i giornali. E c’è Ronaldo che sembra una statua offesa, immobile e muto in mezzo al campo, dove capitan Casillas lo ha costretto ad andare. «Che vergogna» aveva ripetuto due volte il portoghese a Benzema poco prima, sentendo i fischi.
cristiano ronaldo ancelotti
«Non parlerò più fino a fine stagione» ha ringhiato CR7, dopo aver evitato con 2 gol che una notte da incubo — sconfitta 4-3 contro lo Schalke a un passo dalla storica rimonta dopo lo 0-2 dell’andata — diventasse davvero una vergogna irreparabile. Ma le spiegazioni di una delle implosioni più clamorose del calcio recente non deve darle CR7. Ottanta giorni fa la squadra di Ancelotti piantava il bandierone in cima al Mondiale per club. Il Real aveva vinto 22 partite di fila (81 gol fatti e 10 subiti...), fermandosi a 2 successi dal record del Curitiba (2011). E poi? Cinque sconfitte e due pareggi in 15 partite, le assenze (Modric, Rodriguez, Ramos) una difesa inquietante, il Barcellona che completa il sorpasso a ridosso del Clasico (22 marzo).
CRISTIANO RONALDO CANTA AL KARAOKE 3
Il pubblico più esigente e critico del calcio mondiale insulta con un certo gusto i suoi idoli milionari, che sfilano con le macchine fuori dallo stadio. Ma non ha fatto i conti con le doti da incassatore di Carlo Ancelotti, passato dalla Decima Champions ai processi di piazza, in cui lo invitano ad andarsene. «I fischi sono meritati e sono una dimostrazione di affetto, della volontà di scuotere la squadra — dice l’allenatore — perché è evidente che giocando così non possiamo fare molta strada. Vincere al Camp Nou tra dieci giorni? Nel calcio le cose cambiano rapidamente e nessuno poteva immaginare un momento del genere dopo 22 vittorie di fila. Però non dite che siamo ridicoli: giochiamo molto male, ma l’impegno non manca mai». La prossima volta non mancheranno nemmeno i fazzoletti, quelli veri.
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