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    VOI FATE LA GUERRA COMMERCIALE, IO GLI AFFARI - IN AMERICA FIGURACCIA PER TIM COOK, CEO DI APPLE, CHE NEL 2016 AVREBBE STACCATO UN MAXI ASSEGNO DA 275 MILIARDI ALLA CINA PER EVITARE I CONTROLLI E PROBLEMI BUROCRATICI SUGLI IPHONE, ALLA FACCIA DELLA FAIDA CON PECHINO CHE STAVA PORTANDO AVANTI TRUMP IN QUEGLI ANNI - IL GIGANTE DI CUPERTINO È VICINO A UNA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI 3 MILA MILIARDI DI DOLLARI, COME IL PIL DELLA GERMANIA…


     
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    1 - GLI AFFARI CINESI CHE IMBARAZZANO TIM COOK

    Alberto Simoni per "La Stampa"

     

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    Difficile fare la guerra commerciale se una delle aziende di punta della tua nazione e fra i marchi globali più noti e trendy, scende a patti con il nemico e stacca un assegno monstre da 275 miliardi di dollari per poter evitare controlli e pastoie burocratiche eccessive.

     

    I protagonisti di questa storia scovata dal sito tecnologico The Information, sono Tim Cook, ceo di Apple, e la Cina. Siamo nel 2016, le vendite di Apple nel cuore dell'Asia non vanno bene, il governo di Pechino mette i bastoni fra le ruote e conduce una campagna negativa contro il marchio della Mela.

     

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    La colpa è che gli americani di Cupertino fanno troppo poco per aiutare lo sviluppo delle imprese e della società cinese. Allora per frenare l'emorragia di vendite di IPhone e altri prodotti Apple, Tim Cook si veste da lobbista principe. Va a Pechino per cinque volte fino a siglare l'intesa con il Dragone.

     

    Nel frattempo, alla Casa Bianca c'è Trump che accusa la Cina di rubare posti di lavoro agli americani e di costringere le aziende occidentali a regalare tecnologia o a collaborare con società cinesi pur di sbarcare nel remunerativo e gigantesco mercato asiatico.

     

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    L'intesa fra Cina e Apple è di cinque anni, non è vincolante ed è tuttora - anche con Biden al 1600 di Pennsylvania Avenue - in vigore. Con i dollari di Apple la Cina ha aperto negozi, centri tecnologici e di sviluppo dell'energia rinnovabile.

     

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    Con il via libera a operare sul mercato cinese invece Tim Cook ha visto per la prima volta in sei anni l'iPhone diventare il primo smartphone per vendite in Cina (più 83% nell'ultimo trimestre) che è diventato il secondo mercato dopo gli Stati Uniti con il 19% delle vendite totali. Tutti contenti, in barba alla faida commerciale.

     

    2 - APPLE SEMPRE PIÙ VICINA A 3 MILA MILIARDI

    Corinna De Cesare per il "Corriere della Sera"

     

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    Grande quanto la quinta economia del mondo, ossia la Germania. Apple è sempre più vicina a una capitalizzazione di mercato di 3 mila miliardi di dollari. Il Pil della Germania appunto, ma raggiunto in appena tre anni.

     

    Era infatti il 2018 quando le prime pagine dei giornali internazionali davano spazio alla notizia che l'azienda di Cupertino aveva raggiunto un trilione di capitalizzazione. Ora il titolo è vicino a 182 dollari ad azione, necessari per arrivare ai 3 trilioni.

     

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    Un traguardo che gli analisti considerano vicino visto che il titolo è salito del 30% quest'anno contro una media del 25% dell'S&p 500. Ieri le azioni della mela morsicata hanno continuato a salire nonostante lo scoop del sito tecnologico The Information che ha reso noto l'accordo segreto del 2016, tra l'amministratore delegato di Apple Tim Cook e la Cina, per continuare a crescere nel Paese evitando ostacoli burocratici e regolatori.

     

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    In cambio, investimenti di Apple per 275 miliardi di dollari nello sviluppo del Dragone con aiuti per le aziende cinesi e la formazione di talenti di alta qualità.

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