david depape
USA: 'AGGRESSORE PELOSI AVEVA LISTA DI POLITICI DA COLPIRE'
(ANSA) - L'aggressore di Paul Pelosi aveva una lista di politici da colpire oltre alla Speaker della Camera Nancy Pelosi. Lo riportano alcuni media americani, secondo i quali David Depape era stato arrestato nel 2003 dalla polizia di San Francisco. I motivi del suo fermo non sono noti.
MINACCE, INSULTI, ATTACCHI: LA RETORICA DI TRUMP HA SDOGANATO LA VIOLENZA
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
paul e nancy pelosi
«Non sarei sorpresa se prima delle elezioni si arrivasse all'assassinio di un deputato o di un senatore: siamo passati dalle minacce telefoniche alla violenza fisica».
Qualche giorno fa l'ennesimo allarme per il clima di violenza politica ormai diffuso negli Stati Uniti è venuto dalla senatrice repubblicana Susan Collins dopo che finestre della sua casa nella tranquilla Bangor, una cittadina del Maine, erano state sfondate a sassate da vandali politici.
fbi a casa pelosi 1
A Seattle, davanti all'abitazione di Pramila Jayapal, la parlamentare che presiede il caucus dei deputati della sinistra liberal, si è presentato un uomo che, ostentando armi da guerra, ha urlato insulti e minacce. E Alexandria Ocasio Cortez, bandiera della sinistra radicale, bersagliata da minacce di tutti i tipi, ha dovuto fare ricorso a una scorta che la segue 24 ore su 24 e spesso dorme in luoghi diversi.
david depape a un matrimonio nudista
Il marito di Nancy Pelosi preso a martellate nell'abitazione della speaker della Camera, a San Francisco, è solo l'ultimo - e più clamoroso - spruzzo di un'onda che cresce da tempo. Ad attaccare, come nelle stragi scolastiche, sono spesso persone ossessionate, fuori di testa. Ma il problema è il clima che si è creato e che le spinge ad agire.
donald trump prima dell assalto a capitol hill
I sondaggi dicono che l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, anziché funzionare da choc salutare per la democrazia Usa, con gli americani che, arrivati sull'orlo del baratro, vedono i rischi e si ritraggono, ha aumentato la sfiducia nelle istituzioni di molti cittadini e «normalizzato» il ricorso alla violenza politica. Contro tutte le evidenze, certificate da funzionari degli Stati e da magistrati in gran parte conservatori, Donald Trump è riuscito a convincere la maggioranza dei repubblicani che le elezioni del 2020 sono state truccate: alla Casa Bianca c'è un usurpatore.
david depape filma un matrimonio
Da qui le minacce di violenza politica - sempre presenti in un Paese che ha ucciso presidenti e leader delle lotte per i diritti civili, ma da tempo ridotte a fattore marginale - sono diventate allarme quotidiano su due fronti. Il primo è quello dei politici sotto tiro: la polizia di Capitol Hill, responsabile per la sicurezza del Congresso, nel 2021 ha ricevuto quasi diecimila denunce di minacce ai parlamentari, dieci volte quelle dell'anno prima.
E nel 2022 non va meglio.
Molti deputati e senatori vengono scortati quando girano per Washington o vanno all'aeroporto, ma è difficile proteggerli nelle loro case sparpagliate nei quartieri residenziali di città in ogni angolo d'America. Tanto più che in molti Stati è lecito andare in giro (e anche manifestare davanti alla casa di un politico) mostrando le proprie armi semiautomatiche.
assalto capitol hill.
I fattori che spingono verso la violenza sono tanti ma è innegabile che il principale sia la retorica incendiaria di Trump, non solo con la diffusione della bugia delle elezioni rubate, ma anche con minacce specifiche: un mese fa, attaccando il capo dei senatori repubblicani Mitch McConnell che aveva approvato un provvedimento economico contro il suo parere, l'ex presidente ha scritto, a caratteri cubitali sulla sua piattaforma Truth Social che McConnell ha un DEATH WISH , un desiderio di morte. Il secondo fronte, meno visibile perché polverizzato a livello locale ma forse ancor più allarmante, è quello delle minacce a scrutatori e responsabili dei sistemi elettorali dei singoli distretti e alle loro famiglie.
nancy pelosi durante l assalto a capitol hill
Nella sola Pennsylvania i capi degli uffici elettorali di 50 delle 67 contee si sono dimessi per le minacce ricevute. I rischi per il sistema elettorale americano nel voto di mid-term dell'8 novembre, ma soprattutto nelle presidenziali 2024, sono evidenti. Sindaci, polizie locali e Fbi hanno lanciato innumerevoli allarmi.
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Secondo un recente ed esteso sondaggio della University of California (novemila interviste in tutti gli Stati dell'Unione) il 20 per cento degli americani considera la violenza politica giustificata se cambia le cose. Interessante, qui, la motivazione: violenza ammessa se consente di «difendere lo stile di vita americano basato sulle tradizioni dell'Europa occidentale». Per quasi 60 milioni di adulti americani, insomma, la difesa dell'American way of life viene anche prima della difesa della democrazia.
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