GIANCARLO GIORGETTI
1. TV PUBBLICA I VERTICI RISPECCHINO IL VOTO DELLE ELEZIONI
Estratto dell’articolo di Giancarlo Mazzuca per “Libero quotidiano”
[…] Ecco perché, a questo punto, sarebbe opportuno riequilibrare subito i vertici Rai in modo da tener conto dei nuovi assetti politici: basti pensare che nell’attuale cda non siede alcun membro indicato da Fdi.
Ma, a proposito di cambiamenti, c’è sul tappeto anche il problema del canone annuale Rai che è inserito nella bolletta elettrica: considerando l’emergenza energetica, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta ora studiando soluzioni diverse scorporando il canone.
maurizio belpietro la verita
Attenzione, però, a non fare riemergere il vecchio problema che aveva favorito l’ultima soluzione: l’altissima evasione che si stava registrando sulla tassa di quella tv pubblica oggi ben rappresentata dalla statua del cavallo agonizzante davanti alla sede di viale Mazzini, a Roma. Con il passivo che l’ente si ritrova sulle spalle, l’evasione del canone sarebbe il colpo di grazia finale anche per il cavallo già mezzo morto.
2. LA SOLITA RAI IN CAMPAGNA ELETTORALE: VA VENDUTA
Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per “La Verità”
editto bulgaro di berlusconi
Rieccoli. Sono passati vent’anni, ma la musica non è cambiata. Infatti, lo spartito che suonano è sempre lo stesso: il fascismo, il razzismo, il sessismo, il luogocomunismo. In una parola, la destra: a cui la compagnia di giro di intellettuali e cantanti riserva da tempo i propri allarmati sermoni.
Nel 2001, in piena campagna elettorale, fu Roberto Benigni a inaugurare la stagione degli attacchi al candidato del fronte moderato, ovvero Silvio Berlusconi. Enzo Biagi, che all’epoca aveva una rubrica su Rai 1 subito dopo il tg della sera, gli fece da spalla, lasciando al comico tutto lo spazio per dir male del Cavaliere. Non contenti, Michele Santoro, in onda in prima serata nel giorno che anticipava il silenzio elettorale, replicò, riproducendo gran parte dello sketch a uso e consumo di chi se lo fosse perso.
SERGIO MATTARELLA - LUCIO PRESTA - ROBERTO BENIGNI
[…] Dunque, con la scusa dell’intrattenimento, già all’epoca la sinistra usava il servizio pubblico per colpire gli avversari. Di nuovo oggi c’è che sono cambiati i volti degli allarmati speciali. La Guzzanti ha smesso da un pezzo di far ridere e Luttazzi, il cui programma dopo la vittoria del Cavaliere fu sospeso, anche.
In compenso, resta sempre Benigni, che un giorno si spertica in lodi della Costituzione, definendola la più bella del mondo, e un altro invita a cambiarla, salvo poi pentirsi appena passato il renzismo e tornare a cantarne i pregi dal palco di Sanremo in ossequio a Mattarella. Tuttavia, a sparare a zero a pochi giorni dall’apertura dei seggi per i governatori di Lazio e Lombardia, non c’è solo il Pinocchio toscano.
DANIELE LUTTAZZI
In diretta dall’Ariston abbiamo già potuto assistere allo spettacolino di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, il quale per far parlare di sé e finire in prima pagina sui giornali non ha trovato di meglio che attaccare il viceministro dei Trasporti Galeazzo Bignami, reo di aver indossato 20 anni fa, durante una festa goliardica, una divisa nazista. Credo che fino a prima della messa in onda, la maggior parte degli italiani neppure sapesse dell’esistenza di Bignami, figurarsi quella di una sua immagine in camicia bruna.
Però il cantante aveva bisogno di usare l’onorevole di Fratelli d’Italia per contrapporlo a Rosa Chemical, il rapper di cui una deputata ha chiesto l’esclusione dalla competizione canora per il testo della sua canzone, giudicata troppo gender fluid.
maurizio belpietro
[…] Eh già, questa è la democrazia a trazione progressista, che consente anche a una campionessa che in Italia ha trovato l’America di poter dire che l’Italia è razzista e attaccare il Paese che l’ha ospitata e nel quale ha trovato il successo e perfino un palco da cui sputare in faccia agli italiani. Siete stupiti? Io no, ho già assistito 20 anni fa alla passerella dei partigiani con la chitarra in mano, pronti a suonarsela e a cantarsela, ma senza mai rinunciare ad alcun privilegio del servizio pubblico. È per questo che sostengo che la Rai, con le sue camarille radical chic, è irriformabile. Non c’è da scandalizzarsi, c’è da venderla, perché soltanto così sarà possibile far scendere il sipario su uno spettacolo indecoroso pagato con i soldi pubblici.
PAOLA EGONU ROBERTO BENIGNI E IL MONOLOGO A SANREMO 2023 amadeus paola egonu terza serata sanremo 2023. paola egonu ROBERTO BENIGNI E IL MONOLOGO A SANREMO 2023 enzo biagi rai DANIELE LUTTAZZI il fatto di enzo biagi il fatto di enzo biagi