WILLY MONTEIRO
Fulvio Fiano per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
«Ma questo s' è impazzito?». Scherza, nella sua pretesa impunità Gabriele Bianchi quando in carcere lo va a trovare il fratello Alessandro, il 16 ottobre scorso. La frase è riferita a Omar Shabani, l'amico che lo chiamò quella sera a Colleferro per intervenire nella rissa, e ora, con il clamore suscitato dall'uccisione di Willy Monteiro Duarte, si sente in colpa e va ripetendo agli amici: «Mi sento responsabile, li ho chiamati io».
i fratelli bianchi
Nello stesso colloquio Gabriele e il fratello irridono anche Michele Cerquozzi, l'altro amico loro, che per la tensione sta dimagrendo. Nessun segno di contrizione sembra affiorare nelle parole del principale imputato della morte del 21enne di Paliano nelle intercettazioni che l'avvocato del coimputato Francesco Belleggia, Vito Perugini, chiede di ascoltare nell'aula della Corte d'assise di Frosinone. Gabriele Bianchi (collegato da Rebibbia), suo fratello Marco (dal carcere di Velletri), Mario Pincarelli (anche lui a Rebibbia) e Francesco Belleggia (presente in aula, è l'unico ai domiciliari) sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
mario pincarelli
Per la prima volta assenti i genitori e la sorella di Willy che sono in quarantena. L'udienza si apre con la testimonianza del maggiore del Ris dei carabinieri che ha condotto le analisi biologiche sugli abiti degli imputati. Il dato che emerge è che, a differenza di quanto ipotizzato in un primo momento, non ci sono tracce di sangue di Willy sugli abiti degli imputati. Un chiarimento che però non cambia la sostanza dell'accusa, perché - come stabilito dall'autopsia - Willy è morto per le lesioni e le emorragie interne.
La Corte ascolta poi le testimonianze di altri sei ragazzi che erano presenti quella sera a Colleferro. Il primo è Gianmarco Frabotti: «La lite tra Pincarelli, Belleggia e la comitiva di Federico Zurma (l'amico che Willy provò a portare via, ndr ) dopo qualche spinta e insulto in dieci minuti sembrava finita, ma poi sono arrivati i fratelli Bianchi. Li conoscevo per la nomea e per lo sport che praticano. Quando sono arrivati tutti hanno fatto silenzio, la gente si allontanava.
gabriele bianchi in umbria
I loro nomi erano conosciuti a Colleferro e dintorni per le risse, i pestaggi e lo spaccio. Li ho visti andare diretti verso il gruppo di ragazzi e cominciare ad aggredirli. Conoscevo Willy, giocavamo a calcio assieme da piccoli. Non stava partecipando alla discussione. Ma Gabriele Bianchi è andato spedito verso di lui e l'ha colpito in petto con un calcio frontale, di corsa, piegando la gamba, facendo leva con l'altra e spingendo col bacino.
Willy ha sbattuto contro una macchina, è caduto e Marco Bianchi l'ha colpito con un pugno in faccia mentre provava a mettersi in piedi. Da allora non si è più rialzato. Anche Pincarelli gli ha dato un calcio in faccia mentre Belleggia non l'ho visto partecipare. Poi sono scappati tutti e quattro». Versione simile ai testimoni della scorsa udienza e confermata anche dagli altri testi.
francesco belleggia gabriele bianchi