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    “FAST E FURIOSI” - IN AUMENTO LE LITI TRA AUTOMOBILISTI: C’È CHI STACCA A MORSI UN ORECCHIO E SPACCA IL NASO PER UN DIVERBIO, CHI INVESTE DI PROPOSITO UN RIVALE E CHI INSEGUE E AMMAZZA PER UNA PRECEDENZA COME IL CASO DI ELISA GIROTTO 


     
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    Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

     

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    Quarant'anni dopo, i "Nuovi mostri" raccontati da Monicelli sono tornati e si sono messi alla guida di auto e camion. Si sono così riversati per strada, nuovo luogo dove dare sfogo alle pulsioni ferine dell' animo umano, alle frustrazioni e agli istinti repressi, quasi che, protetti dall' anonimato dell' abitacolo, si possano commettere violenze altrimenti proibite.

     

    Ieri mattina a Milano, in via Lepetit, in zona stazione Centrale, un automobilista 29enne, dopo un alterco per futili motivi probabilmente legati a un parcheggio, ha staccato a morsi un orecchio a un tassista 48 enne, prima di rompergli il naso. Il conducente del taxi si sarebbe salvato dalla furia dell' automobilista solo saltando sul cofano della propria macchina, visto che l' altro stava cercando anche di investirlo.

     

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    Alla fine il tassista se l' è cavata, si fa per dire, con un trauma facciale, ferite sulle dita e punti di sutura all' orecchio, dopo essere stato portato in codice giallo all' ospedale Niguarda. Ma non è solo con un parcheggio che puoi rischiare la vita in Italia. A volte può bastare un sorpasso.

     

    Alcuni giorni fa a San Gillio, in provincia di Torino, una ex guardia giurata, peraltro sospettata di possedere armi clandestine, ha esploso alcuni colpi di pistola contro l' auto di un altro conducente, "colpevole" di avergli fatto un sorpasso azzardato. No, l' autore del sorpasso non l' ha fatta franca con il gesto delle corna, come Gassman nel film di Dino Risi, ma si è ritrovato in frantumi il vetro posteriore e, solo per un errore di mira dell' altro, non ha subito danni peggiori.

     

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    A volte però puoi anche rimetterci la pelle per strada, come è capitato lo scorso luglio alla povera Elisa Ferrero, la ventisettenne di Moncalieri, travolta e uccisa su una strada della Valsusa, solo perché il suo fidanzato, Matteo Penna, alla guida della moto sulla quale era anche lei.

     

    Aveva osato colpire con un pugno lo specchietto di un furgone che non aveva dato loro la precedenza: il conducente del camioncino, Maurizio De Giulio, poi risultato positivo all' alcol test, dopo un folle inseguimento, aveva raggiunto la moto con i due ragazzi all' altezza di una rotonda ed era piombato loro addosso fino a schiacciarli.

     

    ELISA FERRERO MATTEO PENNA ELISA FERRERO MATTEO PENNA

    L' impatto era stato fatale per la ragazza, mentre il fidanzato, ricoverato in condizioni gravissime, si era poi salvato miracolosamente. Una sorte analoga a quella di un 59enne di San Giuliano Milanese, alle porte del capoluogo lombardo, che lo scorso aprile, dopo una discussione stradale con il conducente di un tir, sarebbe stato investito, secondo la ricostruzione dei vigili, dall' autotrasportatore.

     

    Paratosi davanti al tir per impedirgli di ripartire, sarebbe stato travolto intenzionalmente dal suo "rivale". Schiacciata, la vittima aveva riportato trauma cranico e fratture in diverse parti del corpo. Quattro episodi diversi, che raccontano tuttavia una stessa ferocia, tanto più riprovevole quanto più è banale.

     

    ELISA FERRERO ELISA FERRERO

    Gli autori di queste lesioni o questi omicidi, perlopiù, non sono criminali incalliti, avanzi di galera, ex galeotti finiti chissà come in libertà a seminare il panico per le strade.

    A volte sono persone con piccoli precedenti, a volte cittadini solo un po' fumantini.

     

    Ma ciò, lungi dallo scagionarli, ne aggrava la colpa: per strada infatti non occorre un piano criminale premeditato e non c' è bisogno del Genio del Male, ma bastano un pretesto, un motivo futile, una mancata precedenza, un sorpasso o un vaffa di troppo, per liberare la bestia che è in noi.

     

    Quasi a dire: sono un povero a me, un incazzato col mondo e con la vita, a caccia di un capro espiatorio su cu cui riversare la mia rabbia, e lo trovo nel primo malcapitato che mi fa un torto, non importa se irrilevante. Vado, lo investo e mi sento meglio.

     

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    Ma questa è la logica del Far West, in cui neppure ci si fa giustizia da sé e si lava col sangue un' onta subita, perché la reazione è sproporzionata rispetto al danno ricevuto: a un gesto dell' ombrello corrisponde un orecchio staccato, a un' imprecazione un investimento, a un colpetto sulla carrozzeria un omicidio. Inorridisce un male del genere, e fa paura proprio per quanto è stupido. Al punto che forse sarebbe il caso di istituire una pena ad hoc anche per i mostri cretini al volante.

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