DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per www.corriere.it
Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel
Joachim Nagel si è convertito alle raffinate cravatte napoletane sotto l’influenza di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia e suo vicino al tavolo della Banca centrale europea. Ma in un giorno non particolarmente solenne il presidente della Bundesbank incontra il «Corriere», «El Mundo», «Handelsblatt» e «Les Echos» con il colletto della camicia aperto.
I tempi sono cambiati in Europa e non solo per le mode: Nagel per esempio è un banchiere centrale che rivendica di aver partecipato a manifestazioni contro l’estrema destra. Ma non prima di aver parlato della sua missione primaria.
È giusto pensare che un taglio dei tassi della Bce a giugno sia quasi cosa fatta?
«Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco - risponde, invitando a tradurre in italiano con la massima di Giovanni Trapattoni -. Se l’ultima valutazione del Consiglio direttivo sarà confermata dai dati e dalle nostre prossime proiezioni, è plausibile che vedremo il primo taglio a giugno. Ma anche fosse così, ciò non significa che li ridurremo di nuovo nelle successive riunioni. Non viaggiamo con il pilota automatico. L’incertezza sugli sviluppi futuri dell’economia e dei prezzi è ancora alta, decideremo di volta in volta […]».
Crede che l’inflazione stia andando in modo sostenibile verso l’obiettivo del 2%?
«È possibile che ci saranno mesi in cui l’inflazione riprende un po’ perché alcuni prezzi tendono a fluttuare, in particolare dell’energia. Nel complesso, mi aspetto che continui a scendere verso il nostro obiettivo del 2% e che lo raggiunga nel 2025. Ma dobbiamo restare cauti. Non dobbiamo tagliare i tassi affrettatamente e mettere a rischio i risultati raggiunti».
[…]
Donald Trump, se eletto, vuole licenziare il presidente della Federal Reserve Jay Powell e sottoporre la banca centrale a un maggiore controllo politico. Quali possono essere le conseguenze per l’Europa?
«Jay Powell è un eccellente banchiere centrale e sta facendo un grande lavoro. Non commenterò le elezioni americane. Sono però profondamente convinto che una banca centrale indipendente possa adempiere al meglio al mandato di stabilità dei prezzi. A prescindere da ciò che accadrà negli Stati Uniti, noi in Europa dobbiamo fare i nostri compiti.
Già da un po’ il contesto globale si sta facendo più difficile. In Europa, dobbiamo aumentare la nostra resilienza e in generale migliorare le nostre capacità economiche, in modo da essere pronti ed equipaggiati in caso di necessità. In un contesto molto particolare, la Germania ha imparato questa lezione ruvidamente quando la Russia ha interrotto le forniture di gas. Questa è la conclusione che traggo dagli ultimi due anni e mezzo».
Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel
Quindi non dovremmo dipendere dagli Stati Uniti come non dovremmo dipendere dalla Russia?
«No, gli Stati Uniti sono nostri amici e partner, e certo non paragonerei questi due Paesi. Quello che voglio dire è che per molti anni il tema delle dipendenze economiche non è stato nei nostri programmi. Ma ora il mondo è cambiato, in molti modi. Potremmo assistere a una maggiore frammentazione, forse addirittura a una deglobalizzazione. Dunque dovremmo concentrarci su come rendere l’Unione europea più resiliente. Non credo che dovremmo contare sul fatto di avere molto tempo per farlo».
Le nuove regole di bilancio sono state appena approvate eppure vediamo la Francia rinunciare al suo aggiustamento di bilancio per il 2024, l’Italia che già chiede di «interpretare». In che misura la situazione di questi Paesi indebitati la preoccupa?
«Finanze pubbliche sane sono un prerequisito per la stabilità dei prezzi nel lungo periodo. Negli ultimi tre anni ci siamo resi conto quanto sia importante la stabilità dei prezzi. I capi di Stato hanno concordato il nuovo Patto di stabilità e crescita. Ora gli Stati membri e la Commissione devono applicarlo, in modo da ridurre gli elevati oneri del debito. Spero che ciò abbia un’alta priorità nell’agenda della nuova Commissione dopo le elezioni europee.
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
A mio avviso, la situazione di bilancio di alcuni Paesi deve migliorare. La politica di bilancio non deve alimentare pressioni sui prezzi in area euro. Dobbiamo evitare che la politica di bilancio renda più difficile per la Bce salvaguardare la stabilità dei prezzi. Altrimenti, potrebbe essere necessario avere tassi di interesse più alti rispetto a una situazione senza tali complicazioni. Livelli sostenibili di deficit e di debito dovrebbero essere nell’interesse di ogni Paese».
Teme una situazione in cui deficit e debito vadano fuori controllo?
«Non direi che la situazione stia andando fuori controllo, adesso. Ma non dimentichiamo da dove veniamo. La crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano sono una lezione per noi in Europa. Ci ricordano quanto possa essere pericoloso se le politiche di bilancio non sono solide. Credo che tutti i Paesi si stiano rendendo conto che la solidità di finanza pubblica è importante».
germania manifestazioni contro afd 2
È soddisfatto di come viene attuato il Recovery Plan? Non è troppo opaco o complesso?
«Mi chiedo perché ci voglia così tanto tempo per creare progetti che si qualifichino per i finanziamenti nell’ambito di NextGenerationEU (il Recovery Plan, ndr). È un esempio perfetto di come in Europa dobbiamo accelerare e snellire i nostri processi. Se si fa un confronto con l’Inflation Reduction Act (Ira) degli Stati Uniti, ci sono molte differenze. Ma un aspetto spicca: negli Stati Uniti le domande (di erogazione, ndr) si fanno rapidamente, e così i versamenti. Le aziende possono trasformare le loro idee e i loro progetti in realtà […]».
germania manifestazioni contro afd 1
Il populismo di destra sembra in crescita alle prossime elezioni europee. La preoccupa? La Ue, e quindi l’euro, sono in pericolo di vita come dice Emmanuel Macron?
«I cittadini devono andare a votare alle europee. La possibilità di votare liberamente è un privilegio che molte persone in tutto il mondo non hanno o per cui stanno lottando. Ciò che mi preoccupa sono le tendenze antidemocratiche. Per quanto riguarda la Germania, lasciatemi dire che ci sono persone che lavorano contro l’Europa e contro la nostra concezione di democrazia e di società libera. Per questo, per la prima volta in vita mia, ho partecipato a una manifestazione per la democrazia, qui a Francoforte in gennaio. La Bundesbank ha anche partecipato a un evento pubblico a sostegno dell’Europa il 9 maggio, al quale ho preso parte anch’io. Un’Europa democratica è un traguardo prezioso, è giusto lottare per preservarlo. È un tema a cui tengo davvero molto».
giorgia meloni al consiglio europeo di bruxelles
La Commissione europea sta valutando nuovi dazi più alti sulle auto elettriche cinesi. Che ne pensa?
«È chiaro che quando si parla di scambi commerciali tra l’Unione europea e la Cina è necessario garantire condizioni di parità. Ma non sono sicuro che le tariffe annunciate dagli Stati Uniti la scorsa settimana siano una soluzione economicamente valida.
Le tariffe sui prodotti stranieri tendono a rendere più costose le importazioni, facendo aumentare i prezzi all’interno e danneggiando i consumatori. Inoltre, la Cina penserà sicuramente a come fare una ritorsione. La Cina è un partner commerciale molto importante per la Ue e la Ue lo è per la Cina. Le regole e i negoziati potrebbero essere un’alternativa a un’escalation di dazi».
C’è troppo autocompiacimento in Europa?
«Siamo a un punto di svolta. Come evolverà l’economia europea nei prossimi anni? Possiamo pensare che il mondo giri intorno a noi, ma non è così. Guardiamo il potenziale di crescita di altre regioni del mondo, come l’India: 1,4 miliardi di persone, un tasso di crescita vicino all’8% e la rupia digitale. Negli ultimi anni si sono lanciati in molte innovazioni digitali. Dovremmo prendere spunto da loro. Credo che l’Europa abbia un grande potenziale. La nostra ricca varietà di idee, background e prospettive è un punto di forza reale. Ci aiuta a trovare nuove soluzioni».
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