Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per www.repubblica.it
TEMPIO BUDDISTA KYOTO
Il Giappone lancia la propria battaglia contro i turisti indisciplinati. Niente più visitatori nei vicoli della vecchia Kyoto a dar fastidio alle geishe. E nuove regole per chi decide di avventurarsi sul Monte Fuji: una tassa di entrata da 2mila yen (12 euro) per cercare di limitare il numero di scalatori che già sovraffollano (e sporcano) il sito patrimonio dell’umanità icona del Paese del Sol Levante.
Le viuzze dello storico quartiere di Gion, nell’antica capitale imperiale Kyoto, culla della cultura delle geishe, rimangono oggi uno dei pochi posti in Giappone dove potersi ancora imbattere in qualcuna di loro: specialmente il tardo pomeriggio quando assieme alle loro apprendiste, le maiko, camminano lungo le strette stradine lastricate con i loro sandali di legno e i loro splendidi kimono dirette alle case da tè o ai ristoranti.
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E nonostante dal 2019 le strade siano piene di cartelli su come ci si deve comportare quando le si vede passeggiare, “stanno crescendo i casi di turisti fuori controllo”, scrive il South China Morning Post: chi le strattona per il kimono per attirare la loro attenzione, chi tocca i delicati ornamenti nelle loro acconciature o chi le ferma chiedendo insistentemente delle foto. […]
Il divieto non riguarderà la strada principale, Hanamikoji, perché è una via pubblica. E le nuove regole potrebbero causare l’effetto contrario: un sovraffollamento di turisti nella zona, visto che le geishe utilizzano questa strada per andare agli appuntamenti coi loro clienti.
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Negli ultimi sei mesi il numero di turisti in Giappone ha registrato una fortissima ripresa ed entro la fine dell’anno si dovrebbe superare il record di 31,88 milioni di visitatori che ci fu nel 2019. Ovviamente Kyoto, con i suoi splendidi templi, è una delle mete principali. E con il ritorno in massa dei turisti, i “paparazzi delle geishe sono diventati più sfacciati”, dice alla Cnn Isokazu Ota, segretario del Consiglio di quartiere. […]
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A lungo erroneamente associate in Occidente a prostitute, la parola giapponese geisha significa letteralmente "persona d'arte" e il canto, la danza e il suonare il samisen (strumento simile a un liuto) sono doti indispensabili per una geisha, insieme alla capacità di fare conversazione. Affondano le loro radici nel tardo 600, quando le giovani donne istruite si guadagnavano da vivere intrattenendo gli avventori durante gli incontri sociali. […]
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