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    OCCHIO PER OCCHIO... IN IRAN NON E' SOLO UN PROVERBIO - UN UOMO DI 45 ANNI E' STATO CONDANNATO AD ESSERE ACCECATO DOPO AVER RESO CIECO UN VICINO DI CASA DURANTE UNA RISSA - IL PRINCIPIO LEGALE DELLA "QUISAS" PREVEDE INFATTI FORME DI RITORSIONE NEI CONFRONTI DI CONDANNATI PER REATI VIOLENTI - LA PUNIZIONE IN PASSATO E' GIA' STATA COMMINATA AD ALTRE DUE PERSONE...


     
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    Dagotraduzione dal Daily Mail

     

    La legge della qisas 2 La legge della qisas 2

    Un tribunale iraniano ha condannato un uomo alla cecità come punizione per aver danneggiato irreversibilmente l’occhio del vicino di casa durante una rissa. La pena è frutto del principio legale in vigore nel paese della “qisas”, cioè la possibilità di sottoporre a una forma di ritorsione i condannati per reati violenti.

     

    Secondo il sito IranWire l’imputato avrebbe litigato con un vicino di casa per strada a Fasham, lasciando l’uomo cieco da un occhio. Non è chiaro se l’uomo andrà accecato a un solo occhio o a entrambi.

     

    La legge della qisas La legge della qisas

    Anche se in rari casi, l’acceccamento è ancora utilizzato in Iran come punizione. È stato inflitto per la prima volta nel 2008, ad un uomo condannato per un attacco con l’acido. Ma all’ultimo minuto la vittima ha personato il criminale e non se n’è fatto più niente.

     

    Nel 2015 invece, a un altro uomo condannato per un attacco con l’acido, i medici hanno effettivamente cavato l’occhio e l’anno dopo la punizione è stata ripetuta su un uomo che, lanciando della calce negli occhi della nipote di 4 anni, l’aveva resa cieca.

     

    La legge della qisas 3 La legge della qisas 3

    Il codice penale del Paese si basa in parte sulle punizioni elencate dalla sharia così come interpretata dal clero musulmano sciita dei Twelver. I gruppi per i diritti umani hanno regolarmente criticato il paese per aver inflitto punizioni corporali e amputazioni a criminali condannati.

     

    Faasham in Iran Faasham in Iran

    A febbraio, le autorità iraniane sono state criticate da attivisti per i diritti umani per aver frustato 60 volte Hadi Rostami, un imputato malato di mente, e averlo condannato all'amputazione di quattro dita.

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