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    IN ITALIA C’E’ TROPPO LAVORO NERO, PRECARIO E PART-TIME, OLTRE IL 50% DEI DIPENDENTI HA CONTRATTI SCADUTI DA OLTRE 2 ANNI E UN'INFLAZIONE GALOPPANTE ERODE IL POTERE D'ACQUISTO - LA PRODUTTIVITÀ NON CRESCE DA 20 ANNI E IL FISCO INFIERISCE SULLE BUSTE PAGA. SONO QUESTI I NODI DA SCIOGLIERE PER AFFRONTARE LA QUESTIONE SALARIALE SECONDO IL CNEL – IL PROBLEMA DELLA SOVRABBONDANZA DI CONTRATTI: SONO 975 QUELLI IN VIGORE NEL SETTORE PRIVATO E TRA QUESTI CI SONO COSIDDETTI "CONTRATTI PIRATA" FIRMATI DA ORGANIZZAZIONI POCO RAPPRESENTATIVE…


     
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    (ANSA) - ROMA, 12 AGO - Troppo lavoro nero, precario e part-time, oltre il 50% dei dipendenti con contratti scaduti da oltre 2 anni e un'inflazione galoppante che erode il potere d'acquisto. Una produttività che non cresce da 20 anni e un fisco che infierisce sulle buste paga. Sono questi i nodi da sciogliere per affrontare la questione salariale secondo il Cnel, che è la sede proposta dal governo come sede per studiare un intervento condiviso sul salario minimo.

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    Una relazione presentata alla Camera il mese scorso premette di capire l'approccio dell'organizzazione, dove sono depositati i contratti nazionali, e la sua analisi sul lavoro povero. Il Cnel vi sottolinea che la quasi totalità dei contratti si trova già al di sopra della soglia di 7-9 euro, prevista come minimo legale dai recenti disegni di legge.

     

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    La situazione attuale è quella di una proliferazione di contratti. Sono 975 quelli in vigore nel settore privato al 31 maggio 2023. Tra questi ci sono cosiddetti contratti pirata firmati da organizzazioni poco rappresentative e caratterizzati bassi salari, ma restano comunque dominanti i contratti della galassia Cgil, Cisl e Uil che, sono poco più di un terzo dei contratti principali, ma coprono il 97% dei lavoratori.

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