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    UN POPOLO CON IL PANNOLONE - IN ITALIA CI SONO OLTRE 7 MILIONI DI PERSONE CHE SOFFRONO DI INCONTINENZA (URINARIA O FECALE), MA IL NUMERO POTREBBE ESSERE MOLTO PIÙ ALTO, VISTO CHE MOLTI SI VERGOGNANO DI PARLARNE CON IL PROPRIO DOTTORE - TRA GLI UNDER 75, LA CONDIZIONE COLPISCE SOPRATTUTTO LE DONNE - È UN TABÙ CHE ANDREBBE SFATATO, PERCHÉ, SE TRATTATO IN TEMPO, IN MOLTI CASI SI PUÒ GUARIRE...


     
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    Estratto dell'articolo di Maria Giovanna Faiella per www.corriere.it

     

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    Si stima che circa 5 milioni di italiani, in maggioranza donne, soffrano di incontinenza urinaria e due milioni di quella fecale. Ma potrebbero essere molti di più, perché di questa condizione non se ne parla nemmeno col dottore, per vergogna e imbarazzo. Eppure, l’incontinenza è una condizione trattabile e dalla quale si può anche guarire, o quantomeno conviverci con dignità. […]

     

    È in sintesi il messaggio lanciato da esperti e associazioni di pazienti nel corso del convegno svoltosi al ministero della Salute, organizzato dalla Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (Fincopp) col patrocinio del Ministero della Salute, in occasione della giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza, che ricorre come ogni anno il 28 giugno. […]

     

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    L’IMPATTO DELL’INCONTINENZA E I COSTI

    […] «Secondo recenti studi europei – dice il presidente emerito della Fondazione italiana continenza, Roberto Carone – soffre di incontinenza il 22-25% della popolazione femminile, l’8-10% di quella maschile, e almeno il 50% della popolazione anziana». Secondo le stime di Fincopp, poi, ammontano a circa 3 miliardi di euro i costi complessivi dell’incontinenza, tra quelli a carico del Servizio sanitario nazionale e la spesa privata a carico dei pazienti e delle famiglie.

     

    COME E DOVE SI CURA L’INCONTINENZA

    L’incontinenza è ancora un tabù, che va sfatato, perché questa condizione può essere trattata e in molti casi si può guarire. Fin dai primi accenni, quindi, occorre parlarne col medico curante che valuterà, a seconda del disturbo, se indirizzare l’assistito agli ambulatori o centri specialistici del Servizio sanitario nazionale.

     

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    In base all’Accordo sul «Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale», sottoscritto a gennaio 2018 da Stato e Regioni al fine di migliorare l’assistenza e le condizioni di vita delle persone incontinenti, in ogni Regione deve esserci una Rete assistenziale integrata di «Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza», articolati in base al grado di intensità e alla complessità della patologia, in modo da garantire alle persone incontinenti, in ogni Regione, il giusto Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale. L’anno scorso è stato istituito un nuovo tavolo tecnico sull’incontinenza presso il ministero della Salute, composto da rappresentanti istituzionali, di medici, Società scientifiche e Associazioni di pazienti.

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    […]

     

    DISPOSITIVI MEDICI (PANNOLONI, CATETERI, TRAVERSE)

    Chi soffre di incontinenza può usufruire gratuitamente di dispositivi medici - quali cateteri traverse, assorbenti monouso (chiamati comunemente pannoloni) - che rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), quindi spettano a ogni paziente che ne ha diritto, ovvero chi ha una «grave incontinenza urinaria o fecale cronica».

     

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    Però, denuncia Francesco Diomede, presidente di Fincopp, che si batte da 25 anni per i diritti delle persone incontinenti: «Accade anche che un bambino con spina bifida, in base alla prescrizione dello specialista, abbia bisogno di sei cateteri al giorno, ma dall’Asl riesca a ottenerne solo quattro. È come se si dicesse a una persona “devi svuotare la vescica solo quattro volte al giorno”. Ogni paziente deve poter avere il numero necessario di dispositivi di qualità in base ai suoi bisogni» sottolinea Diomede.

     

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    LE RICHIESTE DEI PAZIENTI ALLE ISTITUZIONI

    «L’associazione dei pazienti – dice Diomede – chiede che siano attivati in tutte le Regioni i Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza di primo, secondo e terzo livello, che si proceda a sburocratizzare ulteriormente l’iter per ottenere gratuitamente (a carico del Servizio sanitario nazionale) i dispositivi medici monouso, che il Tavolo di lavoro sull’incontinenza istituito al ministero della Salute sia trasformato in Osservatorio permanente per monitorare l’attività delle Regioni, in primis l’istituzione e il reale funzionamento dei Centri.

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    E poi – sottolinea il presidente di Fincopp – è fondamentale una campagna di comunicazione istituzionale a livello nazionale per diffondere corrette informazioni su quello che è l’ultimo tabù medico da superare: oggi si riesce a dire pubblicamente “Ho il cancro” ma non ancora “Sono incontinente”».

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