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    IN ITALIA IL 78% DELLE ABITAZIONI È COSTRUITO IN ZONE A RISCHIO SISMICO O IDROGEOLOGICO - BANCA D’ITALIA HA STIMATO IL VALORE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ESPOSTO A RISCHIO ALLUVIONI: QUASI MILLE MILIARDI DI EURO - LA MAGGIOR PARTE DEGLI ITALIANI NON SOTTOSCRIVE POLIZZE ASSICURATIVE SULLA CASA PERCHÉ PENSA CHE, IN CASO DI DISASTRO, SIA LO STATO AD ACCOLLARSI LE SPESE DI RICOSTRUZIONE MA NON È COSÌ…


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Priante, Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

     

    milena gabanelli dataroom alluvione emilia romagna milena gabanelli dataroom alluvione emilia romagna

    Partiamo da questo dato: il territorio italiano per le sue caratteristiche geologiche, morfologiche e idrografiche è uno dei più fragili d’Europa. Il 50% è esposto al rischio sismico, il 20% a frane e alluvioni. Su questa vulnerabilità di base si scatena pure la crisi climatica: i rilevamenti del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici mostrano che la probabilità di eventi estremi è aumentata in Italia del 9% in vent’anni.

     

    Ma il nostro Paese sembra sottovalutare i rischi che da un momento all’altro potrebbero mandare le famiglie in rovina. Vediamo perché. Banca d’Italia ha stimato il valore del patrimonio abitativo esposto a rischio alluvioni: quasi mille miliardi di euro, circa un quarto del totale. E il valore di un singolo immobile, quando si allaga, scende del 60%. «Considerando solo i danni subiti dalle abitazioni al piano terra — scrivono i ricercatori — la perdita annua attesa potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro».

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    L’area più a rischio è il Distretto del Po. La regione con la maggiore perdita annua attesa è l’Emilia-Romagna (0,71% del totale della ricchezza abitativa), seguita da Toscana e Liguria (0,5%). Le meno esposte sono Molise e Basilicata (0,05%). Se consideriamo che «la casa» costituisce il 50% del patrimonio lordo degli italiani, si fa presto a capire che un evento naturale estremo può spazzare via la sicurezza economica di chi quella casa la abita. All’alto rischio di frane e alluvioni va poi aggiunto quello — non legato direttamente al cambiamento climatico — del terremoto.

     

    TERREMOTO AQUILA 3 TERREMOTO AQUILA 3

    Secondo lo studio di Antonio Coviello per il Cnr, il 78% delle abitazioni è edificato in zone a rischio idrogeologico o sismico. Tra il 2011 e il 2021, i danni subiti dal patrimonio immobiliare (privato e pubblico) ammontano a circa 50 miliardi. Con ricadute economiche che si scaricano sull’intero sistema Paese. I più esposti e meno assicurati Per ridurre i rischi sarebbe necessario assicurarsi.

     

    Ma quanto costa? Le polizze sulla casa sono generalmente «componibili», lasciano cioè all’assicurato la possibilità di aggiungere pacchetti. Il prezzo ovviamente varia a seconda del grado di rischio. Se volessimo proteggere contro terremoti e alluvioni un appartamento di 100 metri quadri del valore di 200 mila euro, incluso l’arredamento, stando a una simulazione realizzata per Dataroom dallo staff di Facile.it si parte dai 312 euro annui nell’hinterland milanese, ai 624 a Bari e 636 a Modena. Mentre a Belluno per esempio il prezzo della polizza può quasi raddoppiare a seconda della posizione della casa rispetto alla montagna. In pochi, però, scelgono di stipularla.

    alluvione emilia romagna alluvione emilia romagna

     

    […] Oggi sul mercato italiano le polizze con «estensione alle catastrofi naturali» sono 1,7 milioni (erano 400 mila nel 2016). Se però andiamo a vedere, solo la metà copre tutti i rischi, mentre 579 mila fanno riferimento alla sola eventualità di un terremoto, e 291 mila sono per le alluvioni. L’illusione del risarcimento Negli ultimi anni il governo ha adottato qualche iniziativa per incentivare la popolazione ad assicurarsi contro le calamità. La più rilevante riguarda la norma che a partire dal 2018 elimina l’imposta fiscale sulle polizze e introduce la detrazione del costo del 19% ai fini Irpef.

     

    Ma allora perché le famiglie che possiedono una casa si espongono a un simile rischio? Pesa la convinzione, ampiamente diffusa, di avere diritto ad un risarcimento totale a carico delle istituzioni. In realtà non esiste alcuna legge che obbliga lo Stato a finanziare la ricostruzione delle proprietà danneggiate: gli stanziamenti non sono prestabiliti ma decisi di volta in volta, a calamità avvenuta e a distanza di anni.

    TERREMOTO AQUILA 2 TERREMOTO AQUILA 2

     

    E comunque sempre minimi rispetto ai danni. Da un rapporto di Greenpeace stilato sui dati della Protezione civile, emerge che «tra il 2013 e il 2019 le Regioni hanno segnalato 20,3 miliardi di euro di danni causati da alluvioni e frane». Nello stesso periodo i fondi utili a tamponare l’emergenza stanziati dal governo in favore delle Regioni «ammontano a 1,8 miliardi, ai quali si devono aggiungere 561 milioni chiesti al Fondo di solidarietà europeo». In tutto, circa 2,4 miliardi. Un decimo dei danni totali.

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    Come funziona all’estero In Italia l’unica assicurazione effettivamente obbligatoria è per chi accende un mutuo, e garantisce solo incendio e scoppio. Nel resto d’Europa le esperienze sono diverse e spesso coinvolgono lo Stato che, a seconda dei casi, assume iniziative che consentono di calmierare i prezzi.  […]

     

    Il secondo problema: in Italia il 15% delle costruzioni sono abusive, con picchi al Sud, dove fino a due anni fa la maglia nera spettava alla Campania (49 nuove case abusive ogni cento autorizzate), ma dall’ultimo rilevamento Istat ora in testa ci sono Calabria e Basilicata addirittura col 54%, mentre la Campania è salita al 50.  […]

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