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    STUDIARE PAGA, MA NON TROPPO – IN ITALIA LA LAUREA AIUTA A TROVARE UN LAVORO, MA NON UN BUONO STIPENDIO: SECONDO IL RAPPORTO ALMALAUREA, A UN ANNO DAL CONSEGUIMENTO DEL TITOLO LAVORA IL 75,4% DEI LAUREATI TRIENNALI, MA LA RETRIBUZIONE È PARI IN MEDIA A 1.332 EURO – E INTANTO APPARE SEMPRE PIÙ INARRESTABILE LA FUGA DI STUDENTI E LAVORATORI DAL SUD: UN GIOVANE LAUREATO SU DUE VA VIA DA CASA MENTRE DAL NORD VA ALL’ESTERO SOLO IL 5% DEI RAGAZZI…


     
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    Estratto dell’articolo di Gianna Fregonara, Orsola Riva per il “Corriere della Sera”

     

    La laurea paga, ma non abbastanza. Aiuta a trovare lavoro, ma gli stipendi lo scorso anno sono aumentati soltanto in termini nominali.

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    A causa dell’inflazione hanno perso tra il 4 e il 5 per cento in termini di potere d’acquisto, interrompendo la crescita lenta che aveva caratterizzato gli ultimi anni. Si conferma il paradosso tutto italiano di un Paese dove ci sono pochi laureati (siamo penultimi in Europa con appena il 29 per cento di giovani «dottori», Francia e Spagna riescono a portare al diploma un giovane su due), ma il vantaggio relativo del titolo di studio è minore che altrove.

     

    laureati in fuga dal sud laureati in fuga dal sud

    È questa la fotografia scattata dal «XXV Rapporto AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati», che ha analizzato i dati dei giovani che hanno terminato il loro percorso di studi in oltre settanta atenei. L’indagine evidenzia un altro fenomeno che ormai sembra inarrestabile: la fuga degli studenti e futuri lavoratori dal Sud.

     

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    […] Dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia e alla possibilità di seguire i corsi a distanza, quella che eufemisticamente si chiama la «mobilità per motivi di studio» ha ripreso a drenare giovani dalle regioni meridionali: quasi uno studente su tre (28,6 per cento) fa le valigie. In dieci anni la percentuale è salita di oltre il 20 per cento (era il 23,2 nel 2013). La mobilità per motivi di lavoro è anche più pronunciata: se ne va uno su tre (33,3%) tra i laureati di primo livello e uno su due (47,5%) di quelli con diploma di laurea magistrale, con un incremento del 2 per cento rispetto al 2021.

     

    laureati in fuga dal sud laureati in fuga dal sud

    Dalle regioni del Nord parte invece soltanto tra il 5 e il 6 per cento dei giovani laureati, più della metà dei quali diretti all’estero.

     

    Stanno cambiando anche le aspettative nei confronti del lavoro. Emerge in particolare una nuova attenzione a trovare il giusto equilibrio fra lavoro e vita privata: aumenta la disponibilità a lavorare in smart working (40,5 per cento nel 2022) e si dà più importanza al tempo libero, alla flessibilità dell’orario e all’autonomia.

     

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    […] Aumentano i tassi di occupazione. A un anno dal conseguimento del titolo lavora il 75,4 per cento dei laureati triennali e il 77,1 dei magistrali; a cinque anni dal diploma, rispettivamente il 92,1 e l’88,7 per cento. Aumentano anche i contratti a tempo indeterminato. Calano invece gli stipendi in termini reali. La retribuzione mensile netta a un anno dal titolo è pari in media a 1.332 euro per i laureati di primo livello e a 1.366 euro per quelli di secondo livello (meno 4 e meno 5 per cento, rispettivamente). A cinque anni dal titolo, diventa 1.635 euro per i laureati triennali e 1.697 euro per i magistrali (meno 2,4 e meno 3,3 per cento rispetto al 2021).

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    […] chi lavora al Nord percepisce in media 101 euro mensili netti in più di chi lavora al Sud. Ma è soprattutto tra i laureati che hanno deciso di lavorare all’estero che il vantaggio aumenta sensibilmente: oltre 600 euro netti mensili in più rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno.

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