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    IN ITALIA OGNI ANNO 400 PERSONE MUOIONO AFFOGATE – LA MAGGIOR PARTE DEGLI INCIDENTI FATALI SI VERIFICA IN MARE APERTO O NEI FIUMI, MA I PIÙ SFORTUNATI POSSONO PERDERE LA VITA ANCHE IN POCHI CENTIMETRI D'ACQUA. I BAMBINI FINO AI 9 ANNI SONO QUELLI CHE RISCHIANO DI PIÙ – LA METÀ DEGLI INCIDENTI AVVIENE IN MARE, IL 41% NEI LAGHI O FIUMI E IL RESTO IN PISCINA - POI CI SONO GLI "INCIDENTI", COME QUELLO SUL LAGO MAGGIORE DOVE HANNO PERSO LA VITA 4 SPIE...


     
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    Estratto dell’articolo di Michela Allegri per “il Messaggero”

     

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    […] Ogni anno nel nostro Paese sono circa 400 i decessi in acqua: i numeri arrivano dalla Società Italia di Medicina Ambientale (Sima). Nel mondo, i morti per annegamento ammontano addirittura a 2,5 milioni nell'ultimo decennio. A spiegarlo è il presidente Sima, Alessandro Miani: «Negli anni 60 si stimavano in Italia circa 1.400 decessi per annegamento ogni anno, cifra che è andata progressivamente a diminuire fino a stabilizzarsi dagli anni 90 in poi, con un trend oramai costante pari a circa 400 incidenti fatali l'anno». A livello mondiale la cifra sale a 236mila.

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    La maggior parte degli incidenti avviene in mare aperto e nei fiumi, ma si contano casi di decesso anche in piscine alte pochi centimetri, proprio come è successo al piccolo morto pochi giorni fa in provincia di Catania. Ed era successo anche a metà luglio, in provincia di Lecce: a Taurisano un bimbo di due anni, che era in compagnia del fratellino, è annegato nella piscina di casa.

     

    Le vittime più frequenti degli incidenti, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sono infatti i bambini che hanno tra 1 e 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. Il 50,3% dei casi si verifica in mare, mentre il 41,3% dei decessi avviene nelle acque interne e l'8,3% in piscina. Si stima che il 28% degli incidenti dipenda da malori improvvisi, il 15% da distrazione, il 14% da cadute accidentali in acqua. […]

     

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    Una delle cause principali di annegamento in laghi e fiumi è anche la bassa temperatura dell'acqua, sottolinea inoltre Fulvio Ferrara, esperto dell'Osservatorio nazionale annegamenti, istituito dal ministero della Salute nel 2017 per capire le dinamiche degli incidenti.

     

    «Nel 10% dei circa 400 annegamenti che si verificano ogni anno in Italia, la causa principale è la bassa temperatura dell'acqua: fino a 10 gradi centigradi in meno rispetto a quella del mare». Il problema è lo sbalzo termico: «In molti - continua Ferrara - dopo una lunga esposizione al sole con una temperatura esterna che spesso tocca o supera i 33 gradi, si tuffano improvvisamente in acque dove la temperatura è di 12 gradi, talvolta anche 6. Un errore che in tanti pagano caro». […]

     

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     Ogni anno vengono eseguiti 70mila interventi di salvataggio all'anno ed è fondamentale puntare sulla prevenzione, promuovendo corsi di nuoto a partire dai 5-6 anni di età e l'educazione all'acquaticità sin dai primissimi anni di vita.

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